19. Crawling back to you

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Mi piace pensarlo.
Che tu sia a pochi baci da me, dietro l'angolo di un pensiero.


 Che tu sia a pochi baci da me, dietro l'angolo di un pensiero

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Avrebbe potuto mandarle un altro messaggio.
Avrebbe potuto richiamarla fino a quando non avesse risposto, come avrebbe fatto chiunque altro, per sua fortuna dotato di senno.
Oppure poteva semplicemente aspettare di essere tornato in Inghilterra, insieme a tutti gli altri, una volta avesse terminato i suoi numerosi impegni. Ma non lui.

Lui scalpitava come un cavallo da corsa imbizzarrito e aveva dovuto fare di testa sua, aveva dovuto fare le cose in grande, aveva preso un aereo e dopo sette ore di volo si era precipitato da lei, come se agire in modo estremo e plateale e rincorrerla mettendo da parte la dignità gli avrebbe dato più possibilità di uscirne vincente, o quantomeno a testa alta.

E invece.
E invece aveva ottenuto l'effetto opposto, e ora teneva lo sguardo basso, il capo un po' infossato nel colletto sollevato della giacca, mentre camminava con le mani in tasca nell'elegante androne della palazzina a tre piani, completamente sconfitto.

E stavolta non sarebbe più tornato sui suoi passi. Perché aveva realizzato che non si può costringere qualcuno a lasciarsi andare, non si può combattere contro chi non vuole essere aiutato.
Non si può insegnare la passione, o forse, ci si può provare solo se qualcuno decide di lasciarti entrare.

Per strada l'acqua scrosciava, fitta e infrenabile, e scivolava lungo le strade di quel quartiere collinare raggruppandosi in fiumiciattoli che scendevano rapidi sul cemento, ma ad Harry non interessava per nulla, fu piuttosto l'aria umida e soffredda che lo costrinse ad accelerare il passo per arrivare dalla parte opposta del marciapiede, dove aveva lasciato la sua macchina posteggiata.

Non gli dava fastidio, quella doccia gelata: era certamente più piacevole di quella che aveva appena ricevuto continuando a essere rifiutato da lei, e in quel momento, la pioggia della sua misteriosa, dolce e sexy Londra lo impregnava fino all'anima.
Si guardò un po' intorno, mentre camminava: il quartiere residenziale di Estelle era completamente deserto, eppure lui ancora la vedeva attraversare la strada sgambettando davanti a lui in direzione del suo portone, nell'ora in cui sorgeva il sole, nella sua felpa nera che le stava il doppio, e i lunghi capelli raccolti nel cappuccio appoggiato sulle spalle.

Si ritrovò a pensare a Londra, a Los Angeles, alle città di tutto il mondo che aveva girato, alle migliaia di case, di persone, di fatti e misfatti che circondavano le loro vite ingarbugliate, e lui in fondo non era che una di queste.
Una vita come tante.
Niente di speciale, semplicemente un ragazzo.
Ed era anche stanco. Stanco di sé, stanco di tutto. Stanco di doversi rassegnare a dover perdere ogni cosa o persona che potesse contare per lui, a favore di quel patinato luccichio infido e vuoto che lo costringeva come una catena troppo stretta intorno al cuore.

Comunque fosse andata, quella ragazza gli avrebbe lasciato il segno, perché lei non avrebbe potuto recidere la parte di sé che aveva fatto vivere in lui, anche se solo per il tempo di un battito d'ali.
Ma in quel momento fu stanco anche di lottare.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora