14. Hey there Delilah

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«Com'é cominciato?»
«Non posso dire l'ora precisa, il luogo, lo sguardo, le parole che stanno alla base di tutto.
Mi ci sono trovato nel mezzo prima di accorgermi che fosse iniziato.»









Quel giorno erano finiti a mangiare una cosa al volo insieme, una volta che Harry si era reso presentabile, e il tempo era passato veloce come scandito dalla consapevolezza che sarebbe presto giunto al proprio termine

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Quel giorno erano finiti a mangiare una cosa al volo insieme, una volta che Harry si era reso presentabile, e il tempo era passato veloce come scandito dalla consapevolezza che sarebbe presto giunto al proprio termine.

«Non so davvero come ringraziarti.» Le aveva detto con un sorriso accennato da un solo lato delle labbra, ma che era di gran lunga il più autentico che lei gli avesse mai visto, prima di andarsene, mentre Jeffrey lo aspettava in auto sotto casa di lei.
E in effetti, Harry lo pensava davvero, perché non amava le frasi fatte. Pensava che le parole fossero troppo preziose per essere sprecate in discorsi di vuota formalità.
Le aveva ripetuto di esserle veramente grato, e che avrebbe dovuto sdebitarsi.
Quello che Estelle non sapeva, era che Harry le cose non le diceva mai tanto per dire.

Jeff, dal canto suo, in macchina era vistosamente furioso, la sua fronte aggrottata parlava al posto della sua evidente irrequietezza.
«Io non ci posso credere a questa storia. Quei quattro dementi mi sentiranno. Per una cazzo di volta che non ci sono, devono succedere questi casini. Dobbiamo pregare che nessuno ti abbia riconosciuto.»
«Sarebbe già uscita qualche notizia.» Harry continuava ad aggiornare costantemente le notizie sul cellulare, perché la preoccupazione di Jeff era contagiosa.
«Non è detto. In questo momento potrebbero star cercando il miglior offerente a cui venderla.»
Lui sospirò profondamente, sperando che lui si sbagliasse. «Estelle è convinta che non mi abbia visto nessuno, da quando mi ha trovato. Ma non sa dire da quanto tempo fossi lì.»

«Quella ragazza.. è stata veramente in gamba.» Aveva ammesso Jeff, pensando a come si era evoluta la vicenda.
«Lo so. E il bello è che lei nemmeno se ne rende conto.»
Jeff lo guardò abbastanza serio, mentre era fermo ad un semaforo, con le mani sul volante.
«Come va tra voi due?»
Era una domanda semplice, ma Harry si tiró indietro i capelli, in un gesto con il quale celava spesso una certa agitazione, e ovviamente non mantenne il contatto visivo.
«Te lo ripeto per la seconda volta. Non c'è nessun noi due

«Mi stai dicendo che hai passato tutto quel tempo a casa di quel pezzo di..» si interruppe, pur continuando a guardare la strada, e potè accorgersi dello sguardo di Harry che gli si arpionava alla pelle come un falco che volesse sbranare il suo pranzo, «..bella ragazza, e non vi siete nemmeno sfiorati?»
«Nemmeno sfiorati.» Ripetè quasi autocompiacendosi, ma senza alcuna inflessione nel tono di voce.

«Dovevi essere proprio devastato.»
«Stanotte. Ma al mattino ero perfettamente lucido.»
«E quindi? Che cos'ha che non va?»
«Lei niente. Sono io che non vado.»
Jeff aveva azzardato una risatina. «Tu?»
Harry continuava a guardare fuori dal finestrino, come se parlasse immerso nei suoi pensieri.
«Lei.. fa un passo verso di me.. mi dorme accanto.. e poi ne fa dieci indietro.» Ragionò concentrato, mentre beveva un sorso d'acqua.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora