Ricordati di me, siamo morti insieme.
Io ho qualcosa di te, tu hai qualcosa di me che t'appartiene.
Si era chiesta tante volte quale fosse il suono delle parole non dette.
Se frusciassero come foglie o scorressero come acqua attorno ai ciottoli, se ticchettassero come pioggia sui vetri oppure se ronzassero nella testa come un rumore bianco a bassa frequenza.Aveva immaginato che probabilmente quel suono mutasse a seconda del fatto che quelle parole avrebbero dovuto essere pronunciate, oppure no.
Le sue, in quel momento, battevano fragorose come colpi d'ascia su un cancello in ferro battuto.Non era stato un addio.
Non avrebbe mai potuto dirgli addio.Non c'era riuscita in tutti quegli anni, figuriamoci in una giornata: come non aveva mai rimosso il ricordo di Harry, non avrebbe mai potuto rimuovere lui né tutto quel senso di perpetuo che trascinava con sé da quando aveva memoria, come se il tempo che passasse con lui fosse ciclico, destinato sempre a tornare al punto di partenza.
Stare con Harry non aveva una fine né un inizio, e lei sentiva le sue impronte su ogni angolo di pelle anche a centinaia di miglia di distanza.
E ogni volta che si allontanava, era come se stesse facendo altri passi verso di lui.Mentre Harry tutto sommato viveva giorno per giorno senza pensare troppo alle conseguenze, lei non sarebbe mai riuscita ad andare avanti, nonostante tutto, senza quella parte di sé.
E infatti gli aveva stretto il viso tra le mani, prima di andarsene, e nei suoi occhi aveva visto proprio lo sguardo di chi navigava nella tempesta, senza mai perdere il controllo del suo veliero.
Aveva osservato i suoi muscoli guizzare sotto pelle dalla tensione, come scossi da uno scirocco acceso, mentre percorreva le linee affilate della sua mandibola tirata.«Harry. Non me ne sto andando davvero. Proprio per niente.»
E l'uragano si era lentamente quietato, a quella frase. Non avrebbe sorriso di sbieco solo per farle capire che andava tutto bene, e lei lo sapeva, ma nei suoi occhi vedeva di nuovo una fiammella accesa, dopo il buio del tornado.
Harry poteva tornare sempre, ogni volta che avesse voluto. Lei doveva sapere di poter fare lo stesso.
Lo aveva guardato ancora, sperando che lui semplicemente capisse.
«Una volta mi hai detto che adori i precipizi, perché a volte è così che ti senti.»Si era infilato una mano tra i capelli per tirarli indietro, a sentire quella frase, perché non voleva toccarla e doveva tenere impegnate le mani altrove.
«Sì, me lo ricordo. E poi ti ho baciata.»Estelle aveva annuito, e lui non aveva perso quell'occasione per punzecchiarla, per redarguirla con una punta sarcastica sotto un paio d'occhi intagliati.
«E indovina il giorno dopo che hai fatto?»
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𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆
Romance"Se potessi rivivere un solo giorno della mia vita, sarebbe sempre lo stesso, in loop, senza interruzioni, e non avrei alcun dubbio. Le tue mani su di me, la farina, noi due che balliamo in cucina, il tuo sapore mischiato al vino rosso. Quella vogl...