"Chi combatte con i mostri deve assicurarsi di non diventare egli stesso, un mostro.
E se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te."
Era una voce femminile e squillante, del tutto sconosciuta e anonima, quella che li aveva raggiunti attraverso l'altoparlante del cellulare di Jeffrey, posato sul tavolino dello studio di Harry con il vivavoce inserito.Una donna che si presentò con il nome di Anne-Marie li stava caldamente invitando a presentarsi nell'ufficio centrale del Capital Group, per incontrare uno dei vertici dell'azienda.
Aveva dettagliatamente chiarito luogo e orario, ma non aveva specificato nient'altro: non aveva voluto spiegare il motivo per cui fossero stati contattati, ma si era premurata di specificare più volte a Jeffrey che avrebbe dovuto presentarsi con il signor Styles.Aveva accennato molto vagamente ad un colloquio informale su una questione strettamente riservata. Quello che avevano potuto intuire dall'atmosfera della conversazione, era che nonostante il tono della donna fosse estremamente gentile, l'invito non suonava assolutamente come una richiesta, bensì come quella che alle orecchie di Harry echeggiò come un vero e proprio ordine tassativo.
Come se non avessero assolutamente potuto declinare in alcun modo quella richiesta.
Jeffrey si era premurato di registrare la conversazione, ma già dal modo in cui erano stati esortati a presentarsi a quel colloquio, Harry cominciò a percepire una sottile tensione nervosa attraversargli la spina dorsale.Si sentiva costretto, obbligato, e quella sensazione non gli piaceva per nulla. Ma allo stesso tempo, sapeva perfettamente che solo presentandosi dove lo stavano costringendo a recarsi, avrebbe potuto capire il motivo di quelle foto.
Si chiese per quale motivo avessero contattato lui e non Estelle, anche se a quel punto, alla luce di quegli scatti, era abbastanza ovvio che Channing fosse a conoscenza del fatto che avessero ripreso a frequentarsi.Un ringhio di puro antagonismo gli trafisse la gola e gli rimase incagliato nell'esofago, non appena ebbe chiuso la porta d'ingresso una volta che Jeffrey si fu congedato, al pensiero che qualcuno potesse avere qualcosa da ridire sulla loro relazione. Si accorse in un momento in cui era totalmente rapito dalle sue preoccupazioni che Estelle stava scendendo dalle scale vestita del suo accappatoio grigio.
«Chi era?»«Sta' tranquilla.» Si maledì mentalmente per aver messo le mani avanti con quella frase completamente inutile agli occhi di lei, ma gli venne spontaneo cercare di rasserenarla, anche se in realtà lo stava facendo più con se stesso. Tentò di scalpellare i propri lineamenti con una maschera in gesso di pura indifferenza nei confronti di quello che era appena accaduto.
«Era solo Jeffrey. Avevamo delle pratiche per l'appartamento da sbrigare.»Lei incagliò gli occhi vispi nei suoi, mentre lo raggiungeva e si accorgeva di un sottile velo di inquietudine intessuto tra le pietre affilate che si stagliavano sopra il bianco puro delle sue sclere.
«Hai deciso di venderlo?»
«No. Ho deciso di tenerlo.»
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𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆
Romantik"Se potessi rivivere un solo giorno della mia vita, sarebbe sempre lo stesso, in loop, senza interruzioni, e non avrei alcun dubbio. Le tue mani su di me, la farina, noi due che balliamo in cucina, il tuo sapore mischiato al vino rosso. Quella vogl...