31. Jealousy, turning saints into the sea

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La carne ci vuol poco a soddisfarla.
È il cuore ad essere insaziabile.


Non avrebbe mai pensato che fare pace e ritrovarsi, dopo la loro prima reale discussione, potesse essere così stupefacente

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Non avrebbe mai pensato che fare pace e ritrovarsi, dopo la loro prima reale discussione, potesse essere così stupefacente.
E invece lo aveva realizzato, mentre affondava il viso nel collo di lei, distrutto, completamente sudato, stroncato da un piacere che ogni volta si ripresentava con maggiore intensità.

Erano rimasti in silenzio a lungo, nella stessa posizione, l'uno sopra l'altra ancora con i corpi incastrati in uno solo, svuotati, ma incredibilmente pieni di sensazioni che si ingarbugliavano nello stomaco.
E poi, come spesso accadeva, il sonno era piombato sui loro profili spossati, e si erano addormentati.
Con la luce degli occhi dell'altro ancora incisa nelle sclere dei propri.


*


Charlie si era ormai abituata all'idea che quando Estelle andava da Harry, non tornava praticamente mai. Quella ragazza perdeva completamente il senso del tempo, quando era in quella casa.
A quell'ora era ormai evidente che avessero smesso di discutere e che quindi si sarebbe fermata a dormire da lui, durante la notte, e probabilmente non sarebbe tornata neanche il giorno successivo, salvo impegni di cui lei non era a conoscenza.
Questo voleva dire che quella sera lei sarebbe potuta uscire senza che nessuno lo scoprisse, o quantomeno senza che Estelle potesse cercare di impedirglielo. Era stata rintanata in casa fin troppo tempo.




Estelle aveva aperto gli occhi nel buio perché era stata svegliata da un rumore non meglio identificato, ma non era riuscita a realizzare cosa potesse essere.
Era sgusciata via da sotto il corpo addormentato di Harry, aveva indossato una sua maglia stropicciata e gettata a terra, perché i suoi vestiti erano stati tolti di sotto e lì erano rimasti, e si era infilata nel bagno, ancora un po' intontita.

L'occhio le cadde su una sveglia che la osservava luccicante dalla penombra e che segnava mezzanotte e mezzo, mentre era seduta sul wc, a soffrire ancora una volta per i suoi muscoli pelvici indolenziti, perché non si sarebbero mai abituati alla grandezza di Harry, né tantomeno a quello che lui le faceva provare, e a quella sensazione di appagamento e beatitudine misto alle fitte di dolore pungente che la accompagnavano dopo ogni amplesso.

Non sapeva da quanto tempo dormissero, perché erano arrivati talmente stremati che non si erano nemmeno accorti di che ore fossero, ma sentiva un leggero vuoto allo stomaco, dovuto al fatto che si erano completamente dimenticati di cenare.

Tornando in camera trovò Harry che dormiva sereno, nudo, a pancia sotto e capelli scompigliati ovunque sul cuscino, come un oceano di quiete.
Si stava trascinando stancamente verso il piano inferiore, per mettere qualcosa di rapido sotto ai denti e recuperare i suoi vestiti, quando si rese conto che era il suo cellulare ad illuminare fiocamente la stanza e a vibrare piano: d'un tratto realizzò che era stato quello il rumore che l'aveva svegliata. 

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora