58. Tell them the fairytale gone bad

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Non perdonerò mai il male che t'ho fatto
sono spietato con le mie colpe
ma lasciami solo un momento con le tue mani, il tuo volto
ed un bacio
affinché possa salvare
ciò che il vuoto fra di noi
ha rubato

Non perdonerò mai il male che t'ho fattosono spietato con le mie colpema lasciami solo un momento con le tue mani, il tuo voltoed un bacioaffinché possa salvareciò che il vuoto fra di noiha rubato

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Un attimo.
Solo un attimo di pace.
Solo quello avrebbe chiesto, se avesse potuto esprimere uno di quei desideri proibiti da sussurrare alle sfere piumose dei fiori del tarassaco, e quei piccoli semi lunari di speranza si sarebbero dispersi nel vento e sarebbero planati nell'aria come tanti piccoli paracaduti danzanti.

Ché quella sensazione di non riuscire ad arrestare la sua vita come se viaggiasse su un treno lanciato senza freni non riusciva più a scrollarsela di dosso. Eppure dopo tutta quella strada, al millesimo chilometro lo amava esattamente come al primo.

Londra sfrecciava sotto le ruote dell'auto di Jayden, lungo l'asfalto delle sue strade fin troppo esplorate e non avrebbe potuto essere più spaventosa di così, sebbene nel cielo brillasse un sole di tardo pomeriggio più unico che raro.

E invece quei secondi che ticchettavano rimbombavano nella sua testa come schegge di micce esplosive: sembravano non passare mai e il tempo elastico si estendeva a dismisura, per quanto quegli attimi erano pregni di agitazione, il successivo sempre più del precedente.

Nel suo stesso campo visivo, Jayden guidava la sua Maserati Ghibli tenendo una mano salda sul volante e l'altra a impugnare il cambio manuale, il motore rombava e lui lo portava sempre su di giri, prima di aumentare la marcia.
Non distoglieva lo sguardo dalla strada e lo manteneva inchiodato con ciglio febbrile, rimaneva in silenzio come se fosse troppo concentrato per parlare.

Estelle si guardò come se si vedesse dall'esterno attraverso il finestrino dell'auto, come se si trovasse stampata sulla pellicola di un film, e per la prima volta si vide improvvisamente adulta.

Quando era successo, quando erano diventati improvvisamente tutti degli adulti? Fino a poco tempo prima la loro vita era scandita da feste, quantità imperdonabili di alcolici, locali esclusivi e divertimenti quasi sempre illegali. Jayden era il primo tra tutti: eppure in quel momento sembrava che i suoi occhi di pece avessero rimosso dalla memoria la loro esistenza spensierata e sopra le righe.

E poi c'era Harry, e la sua sagoma ingobbita mentre si allontanava l'ultima volta che lo aveva visto, e tutto il brulicare di fardelli che aveva dovuto sopportare e che aveva scelto di patire in silenzio, e per qualche strano motivo era sopraffatta da un dualismo che fluttuava tra la voglia di strozzarlo e quel sentimento disarmante attraverso cui riusciva a vedere il buono che c'era in tutto quel disordine macroscopico.

Il suo bisogno costante di alleggerirle la vita, di fargliela vedere più bella di quanto non fosse, dietro le lenti smeraldo dei suoi occhi che si erano sobbarcati le brutture che l'avevano investita, per evitare che inabissassero anche lei.
E si chiese se non fosse quello l'amore, chè l'amore poteva essere anche sbagliato, scorretto o malfatto, ma in fondo il suo significato ultimo non era proprio quello di volere il bene di qualcun altro dinanzi al proprio?

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora