6. We're not who we used to be

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Vecchia ragazza, come va?
Beato chi ti conosceva già
Prima che ti andasse via dagli occhi
tutto quel mare

Lo stordimento causatole dalla scarica di adrenalina e terrore le provocó un lieve giramento di testa, che la costrinse a doversi accasciare sul divano.
Anche Harry sentì la tensione muscolare allentarsi sotto la pelle, il respiro farsi meno grave e il petto tremante dalla rabbia lasció spazio ad un battito cadenzato ma pur sempre tonante.

Quando credette di aver recuperato una parte di raziocinio, si piegò sulle ginocchia, di fronte a lei, e pregó in cuor suo di non trovarsi ancora di fronte quei laghi glaciali pregni di rabbia e risentimento.
«Stai bene?»

Estelle realizzò che era la seconda volta in due giorni, che Harry le rivolgeva la stessa domanda.
Gli occhi le pizzicavano, perché le sembrò che fosse tutto troppo, anche avere lui lí di fronte, ammantato di un gioco di luci e ombre.
Ma aveva giurato a se stessa che lui non l'avrebbe mai più vista piangere.
Sapeva salvarsi da sola, si diceva.
Ma i fatti parlavano diversamente ed esprimevano in modo eloquente che in due giorni, Harry l'aveva salvata per ben due volte.

Le acquamarine lucenti di lei raggiunsero gli occhi di giada di lui, che le scoprì insicure, tremanti, ancora scosse.
Non trovò del rancore nei suoi occhi candidi e immacolati, ma solo un groviglio di emozioni fluide che si accavallavano nell'iride azzurra.

«Si, sto bene.» Rispose, leggermente incerta.
Avrebbe voluto coprirsi il volto con i lunghi capelli, come per nascondere tutta la sua fragilità, ma erano raccolti dietro la nuca in uno chignon un po' disordinato.
Si sentì come un bicchiere di cristallo sgretolato in mille pezzi, ed era Harry che stava raccogliendo i frantumi, con quel suo solito modo strano che aveva di occuparsi di lei.
Delicato e distruttivo, al tempo stesso.

Lui si tolse la giacca e la poggiò sul divano: lo osservò versarle un bicchiere d'acqua che trovò su una tavola ancora apparecchiata per quattro persone, e glielo porse. Quel sorso di acqua fresca sembrò rinfrescarle un po' le idee.
«Lui.. penso che fosse strafatto.» Ammise Estelle, in un soffio lieve. Parlare delle dipendenze del suo ex fidanzato con Harry non era affatto facile, ma si rese conto che lui doveva averlo già capito.
Harry infatti annuí. «Lo era.»

«È venuto a cena insieme ad una coppia di amici, poi loro sono andati via, dovevano tornare a Leeds.» Estelle fece una breve pausa, reggendosi la testa biondina tra le dita affusolate. Poi di nuovo, la disperazione prese il sopravvento, nel ricordare quello che era successo dopo.
«Io.. non pensavo che lui..»

«Ehi, ehi, Estelle.» La interruppe con tono rassicurante, ma allo stesso tempo sembrò distaccato. «Non devi spiegarmi nulla.»
Lei emise un sospiro, che in parte fu di sollievo. Si riprese un pochino cullandosi in un torpore che era fatto di silenzio e di conforto, con Harry accanto che aspettava di vederla riprendersi.

Poi, la voce le uscì incerta come una foglia tremolante attaccata disperatamente al suo ramo, durante un temporale autunnale.
«Ma tu.. come sapevi che.. non dovevi essere da Marcus?»
Harry si passò una mano nel ciuffo di capelli sulla fronte, per tirarli indietro.
«Tua sorella era preoccupata perché non rispondevi al telefono.» Disse tutto d'un fiato.
Estelle rispose a quella frase con un'espressione perplessa, incredula.
«Ivonne? E ha mandato te, qui?»
Fu tentato di mentirle, di dirle che sì, era stata sua sorella a mandarlo a controllare che non ci fossero problemi. Provò quindi a ribattere in senso positivo con un po' di incertezza, ma poi si rese conto dell'assurditá della cosa, e roteò gli occhi al cielo.

«No. Lei non sa che sono qui. Sono venuto senza dirle niente.» Riuscì ad ammettere.
La verità in quel momento suonò ad entrambi come qualcosa di strano e indefinibile, alla luce di quegli avvenimenti, perché era allo stesso tempo un azzardo irragionevole e un atteggiamento assolutamente legittimo, naturale, quasi ovvio, che lui fosse andato da lei in piena notte.
Non riusciva a scrollarsi di dosso quella sensazione lampante, a fior di pelle, che fosse lui l'unico che avrebbe potuto trovarsi alla sua porta in un momento del genere, in un intreccio fatale di concatenazione di eventi.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora