❦ Trailer e Ringraziamenti ❦

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*Prendetevi due minuti per guardare questo trailer spettacolare della storia che mi ha fatto quell'artista di mightbetori , che mi ha fatto commuovere tantissimo*


Voglio essere totalmente, completamente sincera, perché penso che lo meritiate, e che me lo meriti anche io.

Potrei dire che Every you Every me è nata per caso, una sera di Dicembre, quando cercavo storie su Harry ed ero praticamente appena iscritta su questa piattaforma. Cercavo storie in cui Harry fosse il più vicino possibile all'idea che mi ero fatta di lui, un'idea precisa che avevo già in mente e che probabilmente rifletteva solo una mia idealizzazione del personaggio.
Non trovandone quasi nessuna con un Harry come lo cercavo, ho avuto per giorni lo schiribizzo di scriverne una io.

Mi ricordo che una sera ero lì che guardavo una pagina vuota delle note del cellulare: ma no Elly, che stai facendo, fermati. Ancora una storia? Di nuovo? Sei seria?

Fermati.
Lascia stare.
È lungo, faticoso, demoralizzante.

Chi non ha mai scritto una storia per intero non ha idea di quanto lo sia, e io ne ho scritte tante senza mai avere il coraggio di pubblicarle.

Vabbè, solo due righe.
Una frase, la butto giù in un attimo, così, solo perché ce l'ho in testa e continua a ronzare.

Se potessi rivivere un solo giorno della mia vita, sarebbe sempre lo stesso, in loop, senza interruzioni, e non avrei alcun dubbio.
Le tue mani su di me, la farina, noi due che balliamo in cucina, il tuo sapore mischiato al vino rosso.

La lettera di Harry è stata la prima cosa che ho scritto: lui parlava già attraverso le mie dita, e io non me ne rendevo nemmeno pienamente conto.

Ok adesso basta, fermati, grazie. Hai un sacco di cose da fare, un sacco di cose a cui pensare.
Chiudi.

Vabbè, un'altra ancora e poi basta, l'ultima e poi giuro che mi metto a guardare un film.
Spoiler: quelle due righe sono diventate 430.000 parole contate.
Il signore degli anelli è lungo 450.000, tanto per dire. Ebbene sì, ne avete lette esattamente così tante.

Per quanto cercassi di negarlo a me stessa, Harry e Estelle si erano già formati nella mia testa e in quel momento scalpitavano per venire fuori.
Perché è una necessità impellente, quella di scrivere, e so che tanti di voi mi capiranno. Un bisogno fisiologico contro cui non si può combattere.

Per cui, dicevo, potrei dire che Eyem è nata per caso. Ma Eyem non è nata affatto per caso: era semplicemente già scritta dentro di me, prima ancora di averla cominciata a scrivere avevo già in testa come doveva andare. Come doveva finire.
Non ho dovuto fare schemi mentali per costruire i personaggi, perché non appena ho poggiato le dita sulla tastiera, bam, loro già esistevano.

Perfettamente scolpiti e delineati, totalmente speculari l'uno all'altra, incastrati al millimetro. Loro che crescono e maturano anno dopo anno senza cambiare mai fino in fondo, senza voler cambiare l'altro ma imparando a smussare gli angoli fino ad arrivare a incastrarsi del tutto come due pezzi di un puzzle.
Praticamente un incantesimo.
La trama, il suo andamento circolare, il lungo viaggio, il flashback.
Il suo partire dalla fine, per poi tornare indietro in un lungo viaggio verso il punto di partenza. Che poi sarebbe la fine.
Una fine che è un nuovo inizio.
Così, in un loop infinito, perché loop è esattamente la parola chiave di questa storia. E vi spiego perché.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora