17. Just let me know, I'll be at the door

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La paura è una grande passione: se è vera deve essere smisurata e crescente.
Di paura si deve morire.
Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, piccoli schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino.
L'abisso non ha comodi gradini.












Estelle premette il tasto dell'ampio ascensore specchiato.
L'istante dopo, le porte automatiche si chiusero davanti ai loro occhi immobili, come i loro corpi, uno di fianco all'altro, con le spalle appoggiate alle pareti.

Un palpito suggerì loro di avvicinarsi di nuovo, ma non fu quello che accadde, perché quando si lanciarono una fugace occhiata attraverso lo specchio, si resero conto che quei miseri istanti che li separavano dal pianterreno non sarebbero bastati a colmare il bisogno che si erano resi conto di possedere nel profondo delle proprie corde, l'uno per l'altra.
E non avrebbero tollerato ulteriori interruzioni.

Harry si limitò a sfiorarle più o meno volontariamente la mano con la propria, ed Estelle tentò di simulare un certo distacco, ma sussultò senza riuscire a tenere a freno i suoi nervi, come se ogni centimetro del loro corpo si fosse ricordato di quello che stava accadendo pochi minuti prima, e ne bramasse ancora.
Avrebbe voluto essere la causa dei suoi brividi, della sua pelle d'oca. Ma non delle scosse che provenivano dai suoi timori.

Rimasero in silenzio, senza fiatare, ché quello che era successo, a ripensarci, gli toglieva di nuovo il respiro.
Ma l'imbarazzo per quella strana connessione che era fiorita tra loro ancora li lasciava inermi, bloccati, perché un mulinello di polvere di domande li stava lasciando in balìa di una siccità asfissiante.
E quando si accorsero che l'ascensore era arrivato a terra, capirono che erano troppo agitati, per riprendere quel discorso improvvisamente interrotto.

«Forse è meglio che andiamo a mangiare qualcosa, prima di tornare.» Gli aveva proposto lei, ancora stancamente accasciata contro la parete specchiata.
Harry sorrise a quell'idea, perché pensava che lei non fosse del tutto esaltata dall'eventualità di una cena fuori.
«Sei sicura?»
«Sono affamata.»
Spaventata, era il termine esatto, e a lui fu lampante.

Il pensiero di quello che sarebbe potuto accadere se fossero tornati direttamente in albergo la rendeva inquieta. Era al pianterreno, ma si sentiva ancora al trentesimo piano di quell'edificio, con quella vertigine da vuoto d'aria che tornava a ondate, che era il prezzo da pagare per aver guardato dentro di lui.









Quello che Harry si ritrovò a pensare, mentre percorrevano la superstrada che li avrebbe portati nel Suffolk, fu qualcosa di completamente inaspettato, un pensiero che non lo aveva mai attraversato prima di allora: si rese conto che a breve, dopo un periodo di molto lavoro e poco relax, ma nel quale almeno avrebbe potuto restare qualche giorno nella stessa città, sarebbe dovuto tornare in tour.
E quel pensiero lo turbò, come succedeva sempre. Ma stavolta avrebbe potuto dire di essere quasi spaventato.
Era un tipo abituato ad ascoltare le proprie sensazioni, spesso prima della sua stessa razionalità.

Avrebbe dovuto riprendere la sua vita con quei ritmi asfissianti a cui era abituato. E di solito, gli andava bene, tutto sommato: l'idea lo aveva sempre entusiasmato, nonostante si lasciasse spesso tormentare da un'ansia infima da prestazione che gli scorreva sotto pelle.
Guardò Estelle con la coda dell'occhio, lei si limitava a guardare fuori dal finestrino, e si chiese dove stessero andando i suoi pensieri, e dove sarebbero andate le loro vite, in quale direzione, da allora in poi.

Sapevano solo che da quel bacio non sarebbero tornati indietro. Perché da certi baci non si può scegliere di tornare indietro, sono come un marchio a fuoco che rimane sulla pelle e continua a sanguinare quando non viene lenito.
E nonostante questo Harry sapeva che in qualche modo, lui sarebbe dovuto andare avanti, perché il suo modo di vivere glielo imponeva, e i suoi doveri erano troppo impellenti per bloccarsi su qualcosa.
O su qualcuno.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora