59. You can drag me through hell

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Due sono le cose certe: l'inizio e la fine.
L'inizio e la fine di una fiaba, l'inizio e la fine di una gara, l'inizio e la fine di una vita.
Quello che succede prima o dopo non interessa a nessuno.
È il contenuto della parentesi ciò che importa davvero.
Esistono storie che hanno un inizio e una fine.
Altre, invece, iniziano solo finendo.

Esistono tanti tipi di inferno su questa terra, ed Harry ultimamente aveva quella netta sensazione di averli visitati tutti

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Esistono tanti tipi di inferno su questa terra, ed Harry ultimamente aveva quella netta sensazione di averli visitati tutti. Tutte le sue personali condanne fino alla più dolorosa.

E aveva bruciato di desiderio e di perdite allo stesso identico modo, e aveva compreso che le persone che più si amano si possono perdere in tantissimi modi.
Si possono perdere persino senza nemmeno sapere che esistano, in una notte che scapriccia e decide di portarti via tutto, oppure si possono perdere talmente tante volte che in realtà continuano ad esistere dentro di te in qualche modo, come una farfalla che continua a sbattere le ali sotto una campana di vetro, con l'ossigeno ridotto al minimo.

"Non penso che arriverà mai un momento in cui tu potrai dire di avermi persa davvero."

Non riusciva a smettere di pensare a quella frase, mentre percorreva rapidamente il corridoio dell'ospedale e non avrebbe saputo nemmeno più dire in quale momento della giornata fossero.
Erano passate delle ore, probabilmente era notte, ma lo avevano finalmente avvertito del fatto che Jeffrey non avesse riportato lesioni gravi. Il trauma cranico non aveva arrecato danni cerebrali come si temeva inizialmente e non aveva riportato lesioni irreversibili alla colonna vertebrale: sembrava essersi risvegliato e essersela cavata con parecchie fratture scomposte in tutto il corpo.

Dopo quella notizia, Harry avrebbe voluto piangere di gioia. Ma aveva imparato a contenere le reazioni in pubblico, per cui aveva deciso semplicemente di restare ad aspettare.
E aveva aspettato, a lungo.
E mentre Jayden era tornato a casa perché comprendeva di non essere del tutto il benvenuto, Estelle era rimasta accanto a lui per tutto il tempo, in silenzio, da lontano, lasciando a entrambi lo spazio per elaborare tutto ciò che era accaduto.

Lo aveva saputo fin dal primo momento che ne sarebbero usciti frantumati, da tutta quella storia, ma probabilmente non avrebbe mai immaginato fino a quel punto.
Osservava di sottecchi la sua fragile apparenza, la sua natura di foglia incrinata dal vento, e vedeva riflettersi nelle striature dei suoi colori la sua reale essenza battagliera.
Piccola come un bocciolo ma resiliente come la vita che germoglia in mezzo alla neve.

Quando entrò nella stanza di Jeffrey, ebbe una stretta al cuore nel realizzare quanto fosse ridotto in pessime condizioni. Ammaccato un po' ovunque, tra i bendaggi e i gonfiori era quasi irriconoscibile. Quasi, se non fosse per il barlume di vita acceso che gli brillava nelle iridi, che gli fece ripartire i battiti.

Lo guardava con l'aria sveglia di chi tutto aveva fatto al di fuori di aver subito un trauma cranico a seguito di un gravissimo incidente potenzialmente mortale, nonostante fosse imbottito di morfina fino al collo.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora