28. Well, are you mine?

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Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non lo avrai mai.

Una figura slanciata sbucò alle sue spalle, mentre lei si stava lavando le mani nel bagno del locale, e le puntellò le mani sui fianchi con una stretta decisa.
Estelle sollevò lo sguardo, e gli occhi verde primavera di Harry la raggiunsero nella penombra creata dalla luce fredda e artificiale, fissandola attraverso lo specchio: aveva un sorrisetto vivido stampato sul volto ed un'aria incredibilmente sensuale.

«Ho chiuso la porta a chiave.» La informò con un tono che era assolutamente inequivocabile, mentre i suoi riccioli si tuffavano nel vuoto sopra le sue spalle stondate.
«Harry, è il bagno delle donne. Non avevi detto che non ti andava bene?» Chiese lei piacevolmente divertita da quel giochetto un po' indecente, che però la attirava come una calamita al suo magnete.

«Ho cambiato idea. Da quando ti ho vista stasera, voglio solo farti una certa cosa. Quindi, o andiamo a casa subito, oppure..»
Era luminoso, indossava il suo desiderio come colmava quella camicia di seta azzurra, sbottonata al punto giusto da far intravedere la farfalla ad ali spiegate tatuata sull'addominale alto.

La fece voltare, poi iniziò ad assaggiarle il collo con le labbra, mentre intrufolava le mani al di sotto del pantaloncino corto, scostandole la stoffa delle mutandine con un gesto rapido e insinuante, e lei si guardò bene dal fermarlo, perché non esisteva nessuno al mondo più persuasivo di Harry.

Fece in tempo ad assaporare per un istante le sue dita scottanti sfiorarle la sua parte inumidita e strofinarla delicatamente, mentre la sua lingua si insinuava nella sua bocca dischiusa, e in quell'attimo sentirsi sciogliere di un calore che le fece tremare le gambe costringendola a reggersi con le braccia contro il mobile del lavabo, che, come era prevedibile, qualcuno bussò alla porta.

«Che rottura di palle.» Brontolò lui, decisamente infastidito, con un rigonfiamento evidente nel cavallo dei pantaloni che cercò di sistemare come meglio riuscì.
Girò la chiave nella toppa e si trovò di fronte sua sorella che lo guardava divertito, con la testa un po' inclinata e una smorfia di chi stava trattenendo una risata. Indossava una fascia in testa e aveva lunghi capelli sfumati che andavano da un biondo cenere a un color caramello sulle punte.

Estelle aveva sempre adorato la sorella di Harry, le stava simpatica a pelle dai tempi del liceo, pur non avendole mai parlato più di tanto.
Sembrava sempre un passo avanti a tutti, era una di quelle ragazze di cui avrebbe voluto disperatamente essere amica.
Forse non era canonicamente bella tanto quanto suo fratello, ma possedeva gran parte del suo stesso fascino intrigante.

«Dovevo immaginarlo, che ci fossi tu qui dentro.» Lo ammonì Gemma, con un piglio divertito. Poi rivolse un'occhiata incuriosita anche ad Estelle.
«Addirittura in bagno chiusi a chiave, ragazzi? Non avete una casa?» Aggiunse prima di una leggera risatina. La lingua lunga doveva essere un fattore genetico dominante, in quella famiglia.

«È esattamente dove stiamo per andare.»
Bofonchiò Harry, forse ancora più contrariato del fatto che a rovinargli la festa fosse stata proprio sua sorella: si maledì mentalmente per averla invitata, poi si tirò indietro i capelli in un gesto vagamente stizzito.

Estelle cercò di mascherare il vermiglio di cui si era dipinto il suo viso, un misto di champagne, eccitazione e imbarazzo, e sfoderò un largo sorriso, per salutare Gemma.
Quello era esattamente l'ultimo luogo dove avrebbe voluto incontrarla: nel bagno di una discoteca, chiusa a chiave con suo fratello, in una situazione inequivocabile.

«Estelle.» L'aveva chiamata improvvisamente. «Perché non mi accompagni fuori a prendere una boccata d'aria?»
«Sei pazza? Si gela, lì fuori.» Aveva risposto Harry al posto suo.
«Sei nel bagno delle donne, te ne vai?»
Gemma tranciò rapidamente la conversazione, Estelle indossò quindi il cappotto e la accompagnò volentieri fuori del locale, perché in realtà aveva davvero bisogno di sentire un po' di fresco sul volto infiammato.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora