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Le cose migliori risplendono di paura.

Una distesa di antenne paraboliche sui tetti rossastri si piegava alla forza scrosciante di un uragano impetuoso, mentre la luna restava appesa, vecchia di millenni, sola e senza stelle, dietro una coltre di nubi pregne d'acqua

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Una distesa di antenne paraboliche sui tetti rossastri si piegava alla forza scrosciante di un uragano impetuoso, mentre la luna restava appesa, vecchia di millenni, sola e senza stelle, dietro una coltre di nubi pregne d'acqua.

Sbattè ripetutamente le lunghe ciglia umide, grondanti di minuscole gocce trasparenti, poi chiuse di nuovo gli occhi, lasciandosi cullare dal tepore e dal movimento cadenzato dell'acqua bollente che circondava il suo corpo, in un caldo abbraccio ammaliatore.

Il fragore della pioggia incessante che si riversava sulla strada distendeva ogni muscolo del suo corpo come un rumore bianco, regalandole qualche momento di rilassamento per i suoi nervi intorpiditi dalla tensione.
Reclinò la testa all'indietro, lasciando che i lunghi capelli color grano fluttuassero dolcemente intorno alla sua pelle nuda, e come edera rampicante si poggiassero sul petto, inermi, delicati, eterei.

Aveva semplicemente bisogno di svuotare la testa, di un letargo della mente: un pensiero superficiale e futile che non le schiacciasse l'esistenza come il peso di quelli che si erano accavallati nella sua mente nelle ultime quarantott'ore.

Sentiva il senso di colpa strisciarle sul corpo come un viscido serpente velenoso, e non era affatto da lei, visto che testardamente era da sempre convinta di essere nel giusto. Ma ora le sue certezze vacillavano come la luce della candela al gelsomino che brillava fioca sul davanzale della sua finestra.

Delicatamente si carezzò la pelle del seno nudo quasi interamente immerso nell'acqua, e un improvviso brivido la colse impreparata quando le si palesò, impressa nella mente, la memoria vivida del tocco di lui sulla pelle del collo.

Buttò ancora la testa all'indietro, in un gesto disperato, immergendosi completamente nell'acqua e trattenendo il respiro per un po', guardando il soffitto del suo bagno diventare molle e deformato come nell'incubo di un folle, attraverso il filtro acquoso che lo separava dai suoi occhi turchini.

Era così che la faceva sentire: esattamente come se stesse affogando, inevitabilmente, senza via di scampo.
E sarebbe potuta morire, se lui l'avesse di nuovo toccata: lo sapeva, lo sentiva con il potere dell'immaginazione, che non sarebbe sopravvissuta.
Se solo avesse potuto sentire quello che lei aveva provato, quando aveva sentito la sua lingua scivolarle in bocca come una carezza di miele caldo, non sarebbe riuscito ad andare oltre con tanta facilità.

Aveva sempre immaginato di essere amata da lui, la sua prima volta.
Ma il primo amore di una ragazzina non va mai come lei si immagina.
Harry era partito all'improvviso, spiccando il volo verso la notorietà mondiale, senza salutare nessuno, e fino a quel momento lei gli aveva a malapena rivolto la parola una manciata di volte.
Non le aveva nemmeno lasciato un briciolo di ricordo a cui aggrapparsi, e di certo non avrebbe immaginato che lui avesse conservato la sua bandana: probabilmente dopo essere andato via di casa, si ricordava a malapena che lei esistesse, rapito dal turbinio di eventi dal quale era stato risucchiato.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora