65. In the end, it doesn't even matter

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Arrivati a questo punto dicesti o si va oltre                     o non ci si vede mai più

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Arrivati a questo punto dicesti
o si va oltre
o non ci si vede mai più

Non capivi che il bello era proprio quel punto

era rimanere
nel limbo delle cose sospese
nella tensione di un permanente principio

nel nascondiglio di una vita nell'altra

era rimanere nel limbo delle cose sospesenella tensione di un permanente principio nel nascondiglio di una vita nell'altra

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Si dice che la luna sia donna, e che non brilli di luce propria ma che passivamente rifletta la luce del sole.
Che muta ed è volubile quel disco argentato che resta appeso a guardare, mentre cambia continuamente il suo aspetto e non mostra mai la sua faccia più sincera, quella che non brilla, per tenerla nascosta agli occhi di chi non la merita rivelandola solamente alle stelle dietro di sé, che silenziosamente stanno ad ammirare.

Estelle guardava il riflesso di quell'astro calante nell'acqua della piscina mentre lo smuoveva con i piedi a mollo, e si chiedeva per quale motivo una qualsiasi donna dovesse brillare solo del riflesso di un uomo, come la luna di quello del sole.
Irradiava una luce più debole di quella solare, ma era incredibilmente più bella, con tutto il fascino della profondità dell'io mai rivelato, specchio di emozioni e desideri reconditi e immagini connotati di mistero e ambivalenza.

Quella notte era confusionaria e accesa, la musica rimbombava nel silenzio di quell'isola sperduta in mezzo all'oceano e la sua testa cominciava seriamente a girare e a galoppare verso lidi arcani, quando l'alcol arrivava a sciacquarle gli occhi con un velo di pensieri strani, che ammiccavano sempre in direzione di Harry.
Estelle restava una ragazza contemplativa, che adorava restare a guardare da fuori e studiare le fattezze di ciò che più attirava la sua curiosità.

Harry a differenza sua era un carattere scalpitante, che sprigionava il massimo della sua energia quando si trovava in compagnia di molte persone.
E infatti quella notte si stava scatenando, e aveva già buttato Jeffrey in piscina almeno un paio di volte con tutto lo smoking, perché non aveva voluto toglierlo.

Sembrava sereno, ma forse era semplicemente felice: nonostante ciò Estelle avrebbe potuto giurare che ogni tanto un'ombra di inquietudine si affacciava sulla sua maschera di risate e spensieratezza.
Gli occhi puntati addosso erano come riflettori, per lui, sarebbe stato sempre così. Ma era quando si spegnevano le luci e lei restava sola con lui nei gomitoli aggrovigliati della loro pelle
che mostrava quel lato di sé che l'aveva fatta capitolare.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora