Ottantaquattro.

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Are you gonna kiss me or not?

Are we gonna do this or what?

I think you know I like you a lot

Thompson Square


Alessia guardava fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva veloce e si confondeva nel sole pomeridiano. Stava tornando a Milano per incontrare di nuovo Nikola, e la sua mente era assorbita da mille pensieri. Nessuno dei confronti che aveva avuto con Goran o con Betty le era stato d'aiuto per prendere una decisione. In più, l'amica aveva suggerito quell'assurda idea del bacio... Per quanto Alessia non ne fosse convinta, non riusciva a togliersela dalla testa. 

Infine, era sulle spine per l'esito delle analisi che il medico le aveva fatto fare il giorno prima. Dopo essere svenuta un paio di volte, il dottore aveva insistito perché si sottoponesse ad alcuni controlli. La ragazza era abbastanza certa che si trattasse di un calo di pressione dovuto all''insolito caldo di quei giorni, e al fatto che stava mangiando meno del solito a causa della mole di lavoro che stava sostenendo, ma era pur vero che sua madre era morta di una malattia incurabile. Esisteva la possibilità di una predisposizione genetica, quindi aveva ceduto e si era fatta esaminare. I risultati sarebbero arrivati nel giro di qualche giorno, doveva solo aspettare e incrociare le dita.


Per tutto il tempo che trascorsero insieme, Alessia non fece parola con Nikola delle sue preoccupazioni; sarebbe stato inutile allarmarlo per qualcosa di vago e ipotetico. Inoltre, la ragazza aveva una questione più urgente da dirimere.

Erano in piedi di fronte all'ingresso dell'hotel, la temperatura era insolitamente mite anche a Milano. A differenza del loro incontro precedente, l'imbarazzo era stato minore, i silenzi più brevi e la conversazione più naturale. Nonostante tutto, però, la giornalista non sapeva ancora decidersi. Nikola le aveva lasciato i suoi spazi, non aveva mai tentato un approccio fisico, rimanendo in paziente attesa del verdetto che solo lei poteva emettere.

Adesso che era tempo di salutarsi di nuovo, le parole di Betty rimbombavano nella testa della giornalista. Aveva cercato di scacciarle in tutti i modi, ma... Se davvero Betty avesse avuto ragione? Se un bacio avesse potuto sciogliere il nodo che le stringeva il cuore e la gola da settimane? Non sarebbe valsa la pena di fare un tentativo?

La giovane era titubante, non approvava quel metodo, ma era pur vero che ogni altro tentativo era fallito: non era servito parlargli, vederlo, e nemmeno stargli lontano. La confusione non era diminuita, e in più lei si sentiva sotto pressione.

Riemergendo dai suoi pensieri, si accorse che Nikola la osservava in silenzio, curioso.

<<Non vuoi dirmi che cosa ti passa per la testa?>> le domandò.

Lei distolse lo sguardo, non sapendo da dove cominciare. Non voleva mentirgli, ma come poteva spiegargli ciò a cui stava pensando? Mise le mani nelle tasche del cappotto primaverile che indossava e ondeggiò leggermente sui talloni, non osando fissarlo. 

<<Sto solo provando a capire...>> non riuscì a terminare la frase.

<<Non sei ancora sicura?>> la voce di Nikola non suonava arrabbiata, solo triste.

<<Ecco, io... Forse c'è un modo... Però, è un po' strano...>>

<<Se hai bisogno del mio permesso, ce l'hai>>

Alessia lo guardò sorpresa, ma la sua espressione decisa e tranquilla la rincuorò, dandole il coraggio di provare.

Diede un'occhiata intorno, ma non c'era nessuno nei paraggi. Un po' più tranquilla, fece un passo verso di lui, e poi un altro. Aveva ancora le mani in tasca, strette a pugno per l'agitazione. Gli occhi di Nikola non la persero mai di vista, e lei si accorse che il palleggiatore sembrava aver intuito le sue intenzioni. Nonostante ciò, lui non si mosse, lasciando a lei l'iniziativa. 

Un ultimo passo e gli fu di fronte, vicinissima. Estrasse le mani dalle tasche e respirò, fissandosi le scarpe. Da molto tempo non erano così vicini, i loro cappotti si sfioravano e Alessia raccolse tutto il suo coraggio, alzando una mano e posandola delicatamente sul viso di Nikola. 

Lui rimase immobile sotto il suo tocco, ma l'emozione traspariva dal suo sguardo. La ragazza deglutì, avvicinando ancora di più il viso e alzandosi leggermente sulle punte dei piedi. Esitò quando il giovane le sfiorò il collo con le dita. Aveva ancora dei dubbi, ma ormai era in ballo, doveva andare avanti.

I loro occhi si incatenarono e, pur senza comprenderne il motivo, Alessia sentì che c'era qualcosa di sbagliato. Era un disagio che non derivava dall'imbarazzo, bensì da qualcos'altro, che non poteva definire. 

Decise di ignorare quella sensazione e socchiuse gli occhi. La mano di Nikola era ancora sul suo collo, le sue labbra erano sempre più vicine...

Un flash le attraversò la mente, bloccandola. Sembrava però che il suo cervello non avesse registrato l'immagine, solo la sensazione. 

Deglutì di nuovo, avvicinandosi quasi a toccare le labbra del palleggiatore. Chiuse gli occhi, stavolta decisa a portare a termine quel test. 

Nell'esatto istante in cui il viso di Nikola scomparve, un altro volto le balenò in mente. 

//Goran!//

Si staccò da Nikola senza averlo baciato, e girò la testa di scatto, evitando i suoi occhi. Confusa e stupita, mormorò una scusa e rientrò in hotel, fuggendo da quella assurda situazione.

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