No one could ever know me
No one could ever see me
Since you're the only one who knows
What it's like to be me
Someone to face the day with
Make it through all the mess with
Someone I'll always laugh with
Even at my worst I'm best with you
The Rembrandts
Alessia non stava più nella pelle. Negli ultimi mesi non le era mai capitato di attendere con impazienza qualcosa, impegnata come era stata a rimettersi in piedi dopo tutto quello che era accaduto con Nikola; tuttavia, quel pomeriggio faticava a restare ferma. Così, dopo avere ingannato il tempo con un caffè e qualche biscotto, afferrò la borsa e uscì di casa, diretta a passo svelto verso la fermata dell'autobus.
Il sole di inizio settembre riscaldava ancora l'aria, illuminando i palazzi e creando giochi d'ombre agli angoli delle strade.
Dopo avere riabbracciato Betty il giorno precedente, non vedeva l'ora di riavere al suo fianco Goran. Nonostante la compagnia di Aleksandar e le distrazioni offerte dalla sua lunga vacanza a Perugia, era consapevole di avere bisogno del suo migliore amico per riprendere in mano le redini della propria vita.
Era appoggiata alla parete fredda e scrutava impaziente la folla, alla ricerca di Goran. Su consiglio dell'amico, non lo stava aspettando vicino alle porte scorrevoli che delimitavano l'area degli arrivi: avrebbe potuto imbattersi in Nikola e non sapeva come avrebbe reagito; quindi, aveva preferito attendere in un'altra zona del terminal.
Controllò sullo schermo sopra di lei ed ebbe la conferma che il volo dello schiacciatore era atterrato ormai da un quarto d'ora. Trovò incredibile come quegli ultimi minuti le sembrassero interminabili. Per ingannare l'attesa si spostò di pochi metri, raggiungendo un negozio poco distante, e ne osservò la vetrina. Non era realmente interessata alla merce in vendita, era solo un modo per passare il tempo.
Stava iniziando a disperare, avendo ormai curiosato il più possibile attraverso il vetro, quando un riflesso sulla superficie trasparente attirò la sua attenzione: stranamente, l'ombra era ferma poco lontano da lei e non accennava ad allontanarsi. Sentendo già le labbra distendersi in un sorriso, Alessia si girò di scatto e puntò gli occhi sulla figura misteriosa.
Non riuscì a trattenere la gioia, nè voleva farlo; con un paio di passi raggiunse Goran e gli gettò le braccia al collo, stringendolo più che poté.
<<Goran!>> esclamò, mentre lui ricambiava l'abbraccio.
Quando si staccarono, lui la studiò con attenzione, poi sorrise a sua volta.
<<Ti trovo bene>> le disse, scompigliandole i capelli che aveva lasciato insolitamente sciolti.
<<E tu come stai? Mi dispiace per come è andata la finale>> la ragazza tornò seria per un attimo.
Lo schiacciatore si strinse nelle spalle.
<<Era solo una partita, per quanto importante. Io sto bene, non preoccuparti>> la prese sottobraccio e lei lo seguì verso l'uscita. <<Mentre torniamo a casa mi devi raccontare delle settimane in Umbria>>
<<Ma se ci siamo sentiti ogni sera! Sai già tutto>> protestò la giornalista.
<<Sono sicuro che avrai qualcosa da dirmi. Per esempio, vorrei sapere se Aleksandar si è comportato bene fino alla fine oppure devo partire per Perugia per vendicare il tuo onore>> scherzò il ragazzo.
Alessia rise e scosse la testa.
<<Dai, andiamo>> la spronò l'amico, dirigendosi verso il parcheggio.
Goran si era domandato molte volte, durante il tragitto in auto, se fosse il caso di fermarsi a casa di Alessia per la notte, o di portarla nel suo appartamento. Nonostante l'amica sembrasse più serena e avesse riguadagnato un pò del peso perduto dopo la rottura con Nikola, non se la sentiva ancora di lasciarla da sola.
Alla fine, aveva deciso che essere diretto fosse la cosa migliore e così aveva chiesto alla giovane che cosa preferisse fare. Lei aveva meditato per alcuni secondi con gli occhi bassi, poi gli aveva confessato che quella notte, da sola nel suo piccolo appartamento, non aveva chiuso occhio: si era rigirata nel letto fino all'alba, preda dell'ansia e dei ricordi.
Goran aveva capito subito che ammettere una cosa del genere non doveva essere stato semplice per una persona orgogliosa e autonoma come Alessia, così, senza pensarci due volte e senza fare ulteriori domande, aveva parcheggiato sotto casa e le aveva fatto strada lungo le scale.
Nonostante la seconda camera da letto fosse pronta, dopo un veloce scambio di sguardi si diressero entrambi nella stanza dello schiacciatore, dove, dopo essersi preparati per la notte, si distesero uno accanto all'altra.
Goran era molto stanco, ma non riuscì ad addormentarsi finché non sentì il respiro dell'amica farsi lieve e regolare. Poi, finalmente, chiuse gli occhi e si concesse il meritato riposo.
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By your Side
RomanceTERZO VOLUME - Alessia ha perso la persona più importante della sua vita. Riuscirà ad andare avanti e a non lasciarsi abbattere, ritrovando un nuovo equilibrio? E, soprattutto, si aprirà di nuovo all'amore?