Cinquantasette.

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Let's toast to new beginnings

Raise up a glass and say

For all of ours tomorrows

And what was yesterday

I'm singing carpe diem

I'm saying seize the day

Come on, let's live forever

It's New Year's Day

Bon Jovi


La cena era solamente a metà e Alessia era già piena. Antipasti e primo piatto erano stati molto apprezzati, ma ora il suo stomaco non aveva più spazio. Si passò una mano sulla pancia e sospirò, guardando poi gli amici. Anche Betty era quasi al limite, mentre Juan non mostrava segni di sofferenza; anzi, adocchiava con interesse i piatti che i camerieri stavano servendo ai tavoli vicini.

<<Puoi mangiare anche la mia parte, se vuoi>> gli disse, provocando la sua risata.

<<Non esageriamo! Se non sarò più in grado di saltare, Goran mi ucciderà>> scherzò il brasiliano.

<<A proposito di Goran, hai notizie di suo padre?>> le domandò Betty.

La giornalista scosse la testa.

<<Mi ha scritto prima, ma non è sceso nei dettagli, quindi non saprei...>>

<<Poverino, non deve essere un periodo semplice per lui>> concluse la bionda.

Alessia non poté fare a meno di essere d'accordo: se lei aveva avuto i suoi problemi - e in parte li aveva ancora, anche l'amico non stava attraversando un bel momento. Il fatto che non lo desse a vedere non significava che non fosse così. Lei stava cercando di stargli accanto come poteva e, soprattutto, di pesare su di lui il meno possibile.


Al termine della cena, i tre amici si spostarono nella piccola hall dell'hotel, in attesa della mezzanotte.

Le loro chiacchiere furono interrotte dalla suoneria del cellulare di Alessia, la quale sorrise nello scoprire chi la stava chiamando.

<<Ciao, Alek!>> rispose, facendo segno a Betty per avvisarla che si sarebbe allontanata per qualche minuto.

<<Come stai?>> fu la prima domanda che le fece l'opposto serbo.

<<Meglio, grazie. E la tua gamba? Dai risultati fino a ora, direi che è perfettamente guarita>>

<<Va benissimo, non ho assolutamente dolore>> confermò lui. <<Ti stai divertendo in montagna?>>

<<Sto tentando di rilassarmi, più che altro. Tu fai il bravo e non fare le ore piccole, ok?>> lo ammonì scherzosamente.

Lo udì ridere e ne fu contenta. Gli era debitrice per tutto ciò che l'opposto aveva fatto per lei, in più di una occasione, e sperava sinceramente che riuscisse a estirpare dal suo cuore i sentimenti romantici che provava per lei: si meritava di trovare una persona che potesse renderlo felice.

<<Ci vedremo alla Coppa Italia, vero?>> volle sapere Aleksandar.

Alessia sospirò.

<<Non lo so, Alek. Si giocherà a Milano quest'anno e, sinceramente, non so se me la sento>>

Dopo un attimo di silenzio, il giovane parlò ancora:

<<Ricordi la promessa di questa estate?>>

Lei la ricordava bene, ma non era ancora pronta per tenerle fede.

<<Ci siamo promessi di dimenticare l'amore che ci faceva soffrire e di guardare avanti>> le rammentò. <<Io ci sto provando, devi farlo anche tu>>

Alessia strinse le labbra, prendendosi qualche secondo per rispondere.

<<Cercherò di venire a Milano>> gli promise.

<<Ci conto! Intanto, buon anno!>> le augurò l'amico con voce squillante.

<<Buon anno anche a te, Alek>>


La mezzanotte era arrivata e aveva portato fuochi d'artificio, musica e brindisi. I tre ragazzi si scambiarono gli auguri, poi Alessia li salutò e tornò nella sua stanza, in modo da lasciare ai due fidanzati un pò di privacy.

Non fece in tempo a cambiarsi e a sdraiarsi sul letto, che il suo telefono squillò di nuovo. Rispose subito, impaziente di parlare con il suo migliore amico.

<<Buon anno!>> le augurò Goran.

La giovane ricambiò gli auguri, poi gli chiese come andassero le cose.

<<Come sempre, più o meno. Mio padre sta seguendo le terapie. Mi dispiace solo non poter stare accanto a lui e a mia madre in questi mesi difficili. E mi spiace anche non poter essere rimasto con te>> la sua voce era carica di rimorso.

Alessia lo fermò immediatamente.

<<Non scherzare, Goran. Sono stata io a insistere perché tu trascorressi questi tre giorni con la tua famiglia. Mi troverai qui quando tornerai>> si sistemò meglio sul letto. <<E poi, Betty e Juan mi stanno tenendo compagnia, quindi non pensare di avermi abbandonata, ok?>>

Attese di sentire la risposta dello schiacciatore, che arrivò, anche se non del tutto convinta. Si rammaricava che il giovane si sentisse in colpa nei suoi confronti: le era stato accanto per così tanto tempo, che ora era giunto il momento di concentrarsi sui suoi genitori.

<<Goran, ti voglio bene>> gli disse dolcemente. <<Ci vediamo presto>>

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