Cinquantaquattro.

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I hate to turn up out of the blue uninvited,

But I couldn't stay away,

I couldn't fight it

Adele


Alla fine, non aveva trovato una scappatoia per non presentarsi alla festa di Natale organizzata dal giornale. Con l'umore sotto le scarpe e la voglia inesistente, si era preparata indossando un paio di pantaloni neri e una semplice camicia bianca. Non avrebbe avuto senso fare diversamente, non aveva nulla da festeggiare.

I due Natali precedenti erano stati i più belli della sua vita: Nikola era riuscito a trasformare un periodo pieno di ricordi dolorosi in una festa da trascorrere con le persone a cui voleva bene. Ma ora che lui non era più al suo fianco, tutto era tornato come prima. Anzi, era addirittura peggio, perchè sentiva la sua mancanza più che mai.


Goran arrivò da lei in perfetto orario, con indosso un completo elegante e sorridendole per incoraggiarla. Se non ci fosse stato lui, non si sarebbe mai presentata al party, a costo di darsi malata e rischiare il licenziamento.

<<Coraggio, tra qualche ora sarà tutto finito>> la spronò l'amico.

Alessia annuì, poco convinta. Più si avvicinavano alla redazione, più si sentiva nervosa. Ultimamente non aveva avuto attacchi di panico, ma era stata molto attenta ad evitare accuratamente tutto ciò che potesse ricordarle Nikola. E se l'atmosfera natalizia, con tutti i ricordi che portava con sè, le avesse provocato una crisi? Non voleva che accadesse sul posto di lavoro.


Si costrinse a scendere dall'auto e a varcare la soglia del giornale. Goran le offrì il braccio e lei, dopo un profondo respiro, si aggrappò allo schiacciatore.

Evitò, per quanto possibile, di ammirare le decorazioni e di prestare attenzione alla colonna sonora in sottofondo.

//E' solo un incontro di lavoro//

Continuò a ripeterselo, restando appiccicata a Goran come una calamita. La presenza dell'amico aveva il potere di tranquillizzarla e di distrarla.

In questo modo riuscì a sopravvivere fino alla mezzanotte.


Nikola si rigirò il cellulare tra le mani per la milionesima volta. Non riusciva a decidersi. Il cuore gli diceva una cosa, la testa un'altra. Era una spiacevole sensazione, che aveva provato fin troppo spesso negli ultimi mesi e a cui, tuttavia, non sarebbe mai riuscito ad abituarsi.

Camminò avanti e  indietro lungo il corridoio del suo appartamento di Milano, in penombra, respingendo le memorie che si affastellavano nella sua testa: la prima volta che aveva ballato con Alessia, il concerto a cui l'aveva portata, le frasi che si erano sussurrati e le promesse ormai infrante.

La fitta al cuore gli tolse il respiro per svariati istanti, e il palleggiatore si lasciò scivolare lungo il muro freddo, fino a ritrovarsi seduto per terra. Quando si fu ripreso fissò di nuovo il cellulare: non poteva stare con lei, ma voleva essere presente, in qualche modo, nel suo Natale.

Scrisse velocemente il messaggio e, prima di poter cambiare idea, premette il tasto di invio.


Lo scambio di auguri tra i colleghi era appena terminato e Alessia fremeva; la serata le era sembrata interminabile e non vedeva l'ora di salutare tutti e tornarsene a casa.

Si voltò verso Goran che, al suo fianco, stava ancora chiacchierando con Clelia, aspettando che la conversazione tra i due terminasse.

Lui la guardò di sfuggita e le strizzò l'occhio per farle capire che aveva compreso il suo desiderio di allontanarsi.

Mentre Clelia si apprestava a salutarli, la ragazza udì il suono di una notifica; estrasse il cellulare dalla borsa e aprì il messaggio. Non appena vide il numero del mittente si irrigidì: lo aveva cancellato dalla rubrica, ma non dal suo cuore. Lo riconobbe subito.

Nikola.

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