Ottantotto.

103 9 8
                                    

Quando i ragazzi avevano dato la bella notizia a Betty e Juan, qualche giorno dopo avere confessato l'uno all'altra i propri sentimenti, la bionda aveva battuto le mani ed esclamato: 

<<Visto? Che ti avevo detto?>>

Juan aveva dovuto riconoscere che la fidanzata aveva avuto ragione nel sostenere che, secondo lei, Alessia e Goran erano legati da un sentimento più profondo di quello che loro stessi erano disposti ad ammettere. 

La coppia era felice che i due si fossero finalmente dichiarati e avessero iniziato la loro vita insieme, questa volta ufficialmente. Betty era soprattutto sollevata nel vedere che la sua migliore amica sembrava rinata. Dopo tutta la sofferenza e il dolore che aveva patito, ora era felice e sorridente. Ed era certa che Goran si sarebbe preso cura di Alessia nel migliore dei modi.


Il campionato era terminato; Cuneo aveva perso lo Scudetto in favore di Modena, contro cui aveva giocato una finale al cardiopalma. Tutta la determinazione dei piemontesi non era riuscita purtroppo ad avere la meglio sul gioco dei gialloblu, che avevano potuto contare anche su un pizzico di fortuna in un paio di frangenti importanti.

Nonostante tutto, la società aveva riconfermato quasi in toto la squadra per l'anno successivo. Anche Juan e Goran avevano rinnovato il contratto per un'ulteriore stagione.


Era così arrivata l'estate, e con essa il caldo torrido e la laurea di Betty. Juan e gli amici avevano presenziato alla discussione della tesi e le avevano organizzato una piccola festicciola, durante la quale il brasiliano le aveva fatto una nuova proposta di matrimonio, con musica di sottofondo e un bellissimo mazzo di fiori.

Betty aveva subito accettato, baciando il fidanzato con entusiasmo davanti a tutti e scatenando urla e cori tra i presenti.


Era agosto, ormai. Alessia e Betty erano sedute al fresco nella piccola stanza adiacente alla cappella e le loro voci, pur basse, rimbombavano tra i muri in pietra. 

Alessia si lisciò per l'ennesima volta la gonna del vestito, mentre l'amica le controllava il trucco leggero.

<<Non posso credere che sia tu la prima a sposarti!>> esclamò Betty, sistemandole la casta scollatura dell'abito da sposa.

Alessia sorrise. In realtà, non ci credeva neanche lei. Era stata una decisione presa d'impulso: una sera, Goran glielo aveva chiesto, guardandola dritto negli occhi e senza esitazione, e lei non aveva potuto fare altro che dirgli di sì.

Avevano deciso di sposarsi in Serbia, nella stessa chiesa in cui era stato celebrato il funerale di Milos, in modo che tutti i parenti e gli amici di Goran rimasti in patria potessero assistere. La sua famiglia si era occupata dell'organizzazione, dei documenti, delle decorazioni; la coppia aveva lasciato loro carta bianca, consapevole che la cerimonia avrebbe rispettato i canoni di sobrietà della religione cristiana ortodossa.

L'amica la fece alzare e la rimirò da ogni direzione. Alessia si era voluta preparare da sola, ma lei era comunque soddisfatta del risultato, nonostante avesse provato a convincerla a comprare un abito più alla moda, aderente, magari anche un po' sexy. Ma la giornalista non aveva ceduto e, per vari motivi, aveva scelto un semplice vestito color avorio, stile impero, con una scollatura non troppo pronunciata e un taglio morbido. I capelli, non coperti dal velo, erano raccolti in una treccia laterale e adornati da sottili nastri di raso in tinta con la stoffa del vestito e ai piedi portava delle semplici ballerine.

<<Sei radiosa>> fu il commento finale della sua migliore amica.

<<Grazie, Betty. Sono sicura che lo sarai anche tu, quando verrà il momento>>

<<Oh, ci puoi giurare!>> le fece l'occhiolino.

Qualcuno bussò alla porta della piccola stanza e la bionda si affacciò per vedere chi fosse. La sorella di Goran le porse una lettera e lei si affrettò a consegnarla alla sposa. Alessia l'aprì, curiosa di scoprirne il contenuto. Un paio di righe scritte a mano, una calligrafia che aveva imparato a riconoscere molto tempo prima. 

"Non potevo assistere di persona, ma vi voglio bene. Siate felici."

Nikola.

Goran lo aveva invitato al matrimonio, ma il palleggiatore aveva risposto fin da subito che non sarebbe stato presente. Gli ultimi mesi erano stati tesi tra loro, in bilico tra il senso di colpa di Goran e il dolore di Nikola. Ma quelle poche parole lasciavano intravedere una speranza per il futuro. 

Alessia sorrise e chiese a Betty di fare avere il biglietto allo sposo, in modo che anche lui potesse leggerlo. 

Mentre la ragazza esaudiva la sua richiesta, lei si diede un'ultima occhiata allo specchio e si preparò per l'inizio della cerimonia.


Juan l'aspettava fuori dalla porta, sarebbe stato lui ad accompagnarla all'altare. Alessia prese il braccio che l'amico le offriva e respirò a fondo. Attese che in sottofondo si udissero le prime note della canzone che aveva scelto. Era stata la sua unica richiesta: invece della classica marcia nuziale, una canzone che esprimesse il suo amore per Goran come lei non era stata capace di fare. 

Quando sentì l'intro, fece un cenno a Juan e, lentamente, si avviò.



Mentre percorreva la navata a piccoli passi, cercò di ignorare l'imbarazzo e i presenti, focalizzandosi solo sull'uomo che l'aspettava davanti a lei. 

Goran indossava un completo blu scuro fatto su misura, la corta barba era curata e i capelli perfetti. 

Alessia sentì un vuoto allo stomaco, era bellissimo. Ed era solo suo. E lo sarebbe stato da lì in avanti, per sempre.

Non poteva sapere quali sfide la vita avrebbe imposto loro, ma era certa che le avrebbero affrontate insieme, come avevano sempre fatto.

Quando gli arrivò vicino, lui le offrì la mano e lei la prese senza esitare, con un sorriso stampato sul volto. Gli occhi scuri di Goran non la abbandonarono neanche per un secondo, finché il Pope non diede inizio alla cerimonia. 


By your SideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora