Trentadue.

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Don't know what to expect

My mind is racing, I can barely feel my breath

Like a dream I can't escape

I wanna run, but I'm still here when I awake

Ruelle


La sera, a tavola, Alessia ebbe modo di conoscere un po' meglio Vera e Igor; non poterono comunicare molto, nonostante la mediazione di Aleksandar, ma riuscì comunque a farsi un'idea dei loro caratteri osservando il loro rapporto col figlio. Igor era un uomo di poche parole, riservato, ma i suoi occhi lasciavano trasparire tutto l'amore e l'orgoglio che provava per Aleksandar. Vera, invece, era molto più espansiva e non si faceva problemi a dimostrare il suo affetto anche tramite i suoi gesti. Erano una bella coppia, affiatata, e si erano rivelati gentili nei suoi confronti.

Dopo la cena, la ragazza si offrì di sistemare e lavare i piatti, in modo da concedere all'amico un po' di tempo in loro compagnia. Mentre armeggiava con spugna e detersivo, si rese conto, con sorpresa, di quanto si sentisse tranquilla. Nell'ultimo paio d'ore era persino riuscita a non pensare troppo a Nikola. Il suo cuore soffriva ancora tremendamente, ma era come se fosse riuscito a prendersi una piccola pausa da tutto quel dolore. La compagnia di Aleksandar la distraeva e, nonostante sentisse la mancanza di Betty e, soprattutto, di Goran - con cui nell'ultimo periodo aveva vissuto in una specie di simbiosi, si accorse di essere più serena di quanto si sarebbe mai aspettata.

Quando tutto fu in ordine, si apprestò a tornare in soggiorno, sostando per un istante sulla porta della cucina e cercando di capire se, raggiungendo gli altri, avrebbe interrotto un discorso delicato o privato.

<<Je lepa>> sentì Vera dire, ma non riuscì a tradurre quelle parole.

Così decise di entrare lo stesso in soggiorno, attirando subito gli sguardi dei tre. Notò un lieve rossore sulle guance dell'opposto, ma non vi diede peso. Il breve silenzio che si era creato fu interrotto da Vera, la quale si alzò e fece cenno al marito di seguirla. Disse poche parole al figlio e poi i due le passarono accanto salutandola con la mano, per ritirarsi quindi in camera da letto.


Aleksandar seguì i suoi genitori con lo sguardo mentre scomparivano dietro la porta della stanza. Erano stanchi per il viaggio e avevano bisogno di riposare. Poi osservò Alessia, ancora ferma vicino alla soglia della cucina: sua madre aveva ragione, era bella. Ma non era solo quello che l'aveva attirato. Era la sua anima buona e corretta, la sua forza, la sua intelligenza, la sua ironia. Aveva smesso da tempo di mentire a sé stesso e aveva ammesso, almeno interiormente, di essere innamorato di lei. Tuttavia sapeva che non avrebbe mai potuto esserci nulla tra di loro, almeno fin quando la giovane non avesse chiuso con Nikola. E sospettava che questo non sarebbe accaduto tanto presto.

<<Tutto bene?>> la sua voce lo riscosse.

<<Sì, certo>> riuscì a rispondere in qualche modo.

<<Sembravi perso nei tuoi pensieri>>

<<Sono solo stanco. Forse è ora anche per noi di andare a dormire>>

Alessia annuì e lui racimolò tutto il suo coraggio per affrontare la notte. Si chiuse in bagno per cambiarsi; dato il caldo che non mollava la presa neanche nelle ore notturne, aveva preso l'abitudine di dormire solo in boxer, ma pensò che, per quelle sere, sarebbe stato più saggio indossare anche un pantaloncino e una maglietta a maniche corte. Guardò il suo riflesso nello specchio sopra il lavandino e, con un sospiro, si impose di rallentare i battiti del suo cuore.

Lasciò poi libero il bagno per Alessia, distendendosi nella sua metà del letto. L'amica si assentò per prepararsi e lui mise in pratica tutti gli esercizi di respirazione che conosceva nel tentativo di calmarsi. Dopotutto, dovevano solo dormire e, una volta spenta la luce, non avrebbe più dovuto vederla.

Tutte le sue speranze e tutti i suoi sforzi naufragarono nell'istante in cui la ragazza riapparve, pronta per coricarsi. Evidentemente, a causa del caldo, anche lei aveva scelto una tenuta leggera e comoda: la canottiera e i corti pantaloncini che indossava lasciavano scoperti molti centimetri di pelle leggermente abbronzata e i capelli sciolti, che profumavano di shampoo alla pesca, la rendevano ancora più bella del solito. Inoltre, il fatto che non si rendesse conto del suo effetto sui ragazzi la faceva apparire, agli occhi di Aleksandar, dolce e... pericolosamente sexy.

Il giovane si immobilizzò nel letto, sperando di nascondere il suo turbamento all'amica. Non appena lei si fu distesa, lui allungò una mano verso l'interruttore per spegnere la luce; confidava che il buio l'avrebbe aiutato.

<<Buona notte, Alek>> mormorò lei a pochi centimetri di distanza.

<<Buona notte>> rispose il giocatore, ben sapendo, però, che quella sarebbe stata tutto tranne che una notte serena.

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