Ventinove.

177 15 3
                                    

Can you see me?

I can barely see myself

Are we only empty frames up on the shelf

It's like we're dreaming wide awake

Everything bends until it breaks

Can we recover?

Can we get over this?

Are we too deep in the night to see the day?

Can we recover?

Can we get over this?

Are we too frozen inside to feel the flame?

Ruelle


Era seduto ai piedi del letto, chino in avanti, i gomiti poggiati sulle ginocchia, come a sostenere il peso del suo corpo e del suo dolore. Fissava un punto imprecisato davanti a lui, senza vederlo veramente. Aveva lo stomaco chiuso e la gola gli bruciava dalla voglia di urlare. Le mani si aprivano e si chiudevano di continuo, nella vana speranza di eliminare un po' di tensione.

Si ritrovò a pensare che chiunque avesse inventato il motto "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" avesse ragione, almeno in parte. Non passava giorno in cui non soffrisse, ma quello era un dolore sordo, costante, con cui aveva quasi imparato a convivere. Invece, quella fotografia di Alessia in compagnia di Aleksandar lo aveva distrutto. Sebbene sapesse dove si trovava la giovane, vederlo coi suoi occhi era tutta un'altra cosa. Stava male perché era lontana da lui e sapeva che non avrebbe mai più potuto essere sua; stava male perché era geloso, ma era anche cosciente di non poter fare nulla al riguardo; infine, nonostante fosse felice di vederla sorridere di nuovo, soffriva nel sapere che la causa di quel sorriso non era più lui.

Mentre sospirava per l'ennesima volta, tentando di ritrovare quel minimo di tranquillità necessaria a dormire qualche ora, udì la porta alle sue spalle aprirsi e intuì che qualcuno era entrato nella stanza.

<<Nik>> lo chiamò suo fratello.

Il palleggiatore non rispose, ma girò leggermente la testa verso il nuovo arrivato. Percepì il materasso abbassarsi alla sua destra, dietro di lui. Con la coda dell'occhio vide un'altra figura posizionarsi nell'angolo a pochi metri da lui: Goran.

Era grato a entrambi per il sostegno che gli stavano dando in quel periodo, ma non aveva per nulla voglia di parlare. Nessuna parola avrebbe potuto mitigare la sua sofferenza, o quella di Alessia. Solo il tempo avrebbe potuto riuscirci. O almeno, questo era quello che si ripeteva di continuo per trovare la forza di andare avanti.

<<So che non vuoi sentirlo, ma lo dirò comunque>> continuò Vladimir con tono deciso, seppur gentile. <<Non è troppo tardi per cambiare idea>>

Nikola non mosse un muscolo, ma rispose a suo fratello.

<<Sì, invece>>

Lo disse in un modo che non ammetteva repliche, tuttavia sapeva che l'altro non era tipo da demordere facilmente. E infatti fu ancora la sua voce a sfidare il silenzio.

<<Non sarà troppo tardi finché non dirai di sì sull'altare. O finché Alessia non si innamorerà di qualcun altro>>

Nikola sentì le viscere contorcersi al solo pensiero e ingoiò la bile che gli era risalita lungo la gola.

<<Nataša sta ancora aspettando il divorzio>> si intromise Goran dal suo angolo. <<Puoi ancora trovare un'altra soluzione>>

Il palleggiatore scosse il capo, poi trovò la forza di mormorare:

<<E' finita>>


Goran e Vladimir tornarono in soggiorno e si sedettero sul divano. Erano preoccupati, potevano leggerlo uno negli occhi dell'altro. In primis, per Nikola e la sua salute: dormiva poco e male, era pallido e non aveva molto appetito. In più, temevano che si prospettasse, per lui, una vita senza amore e senza felicità. Avevano paura che il rimpianto sarebbe tornato a tormentarlo - forse non tra un mese, o tra un anno, ma prima o poi si sarebbe pentito della sua scelta.

E c'era dell'altro.

<<Credi che ce la farà?>> chiese il maggiore dei fratelli Kiljc all'amico. <<Non possiamo permetterci di non averlo in campo>>

Goran sospirò e si lasciò andare contro i cuscini.

<<Credo di sì. Quando è in campo sembra quasi tornare quello di sempre. Probabilmente, concentrarsi sulla pallavolo lo aiuta a non pensare troppo alla sua vita>>

<<Speriamo>> Vladimir fissò il compagno per un po', prima di riprendere a parlare. <<Non c'è proprio nulla che possiamo fare per fargli cambiare idea, vero?>>

Il silenzio di Goran fu una risposta sufficiente.

By your SideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora