Ottantasei.

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Show me the meaning of being lonely

Is this the feeling I need to walk with?

Tell me why I can't be there where you are

There's something missing in my heart

Backstreet Boys


Alessia aprì gli occhi con fatica, afferrando il cellulare per controllare l'orario. Aveva dormito più del previsto, ma era stanchissima dopo essere rimasta al giornale fino a tardi. Si coprì il viso con un braccio per sfuggire alla luce del sole che filtrava dalle tapparelle e, lentamente, le sovvenne tutto quello che era accaduto negli ultimi giorni: Nikola, Goran, l'aver finalmente chiarito quello che provava.

Si ritrovò a sorridere al pensiero dello schiacciatore. Il bacio della sera precedente era stato pazzesco: non solo aveva eliminato ogni dubbio, ma l'aveva riempita di quelle sensazioni che pensava di non poter provare mai più.

Goran era rimasto talmente di sasso da non riuscire a reagire in alcun modo. E lei non vedeva l'ora di potergli confessare i suoi sentimenti.

Non era certa di quale sarebbe stata la sua reazione: c'era la possibilità che lui non fosse innamorato di lei, che volesse continuare a essere semplicemente il suo migliore amico. In fondo, nell'ultimo periodo le sembrava che fosse riuscito a mantenere le distanze senza particolari problemi. Forse, quello che li aveva legati fisicamente si era spezzato. Sospirò, dubbiosa.

Cosa avrebbe fatto se lui non l'avesse ricambiata? Rischiava di compromettere la loro amicizia? 

Ripensò a tutto quello che avevano superato insieme negli anni: lui le era stato accanto fin da subito, coinvolgendola e aiutandola. Goran le aveva regalato il bellissimo vestito per il ballo di beneficienza; l'aveva accompagnata in ospedale quando era stata accoltellata; era stato il suo confidente durante i primi mesi della sua relazione con Nikola; l'aveva aiutata più di chiunque altro quando il palleggiatore se ne era andato.

Lei gli era stata vicina quando la storia tra lo schiacciatore e Sara era terminata, e poi durante le ultime settimane di vita di suo padre. 

Spalancò gli occhi, di scatto. Forse lo aveva sempre saputo, ma lo aveva realizzato davvero solo in quel momento: Nikola era stato il suo primo, grande amore, ma era Goran quello che non l'aveva mai lasciata sola. C'era sempre stato, per lei. E lei per lui.

Alla luce di quei pensieri, i suoi sentimenti per lo schiacciatore le sembrarono quasi inevitabili. E si domandò come mai ci avesse impiegato tanto a capirlo.

Ora, doveva fare solo una cosa: parlare con i due giocatori.


Si organizzò per poter andare a Milano il giorno successivo, senza attendere il fine settimana.

Voleva mettere la parola fine a quel capitolo della sua vita il prima possibile. Non sapeva come sarebbe evoluto il suo rapporto con Goran, ma di una cosa era sicura: ormai l'amore per Nikola apparteneva al passato. Le dispiaceva ferire il palleggiatore: gli doveva molto, lo aveva amato follemente ed era stato il miglior primo amore che avesse mai potuto desiderare. Ma non poteva restargli accanto per compassione o per senso del dovere. Soprattutto se nel suo cuore c'era un'altra persona. Nikola stesso ci aveva provato, e non era andata a finire bene. Lei non avrebbe commesso lo stesso errore.

Per poter parlare con calma, Alessia si era fatta dare dal giocatore il suo indirizzo; vi arrivò con un taxi e poi cercò il suo cognome tra i campanelli. Una volta scovato, si fece forza e citofonò.

Mentre attendeva l'ascensore, si impose di respirare regolarmente. Era nervosa, nonostante fosse certa della sua scelta. 

Quando lo vide apparire dietro la porta di ingresso, le si formò un nodo allo stomaco: davvero farlo soffrire era l'ultima cosa che voleva, ma si rese conto che sarebbe stato inevitabile. 

Lo seguì all'interno dell'appartamento, senza fare caso all'arredamento; era troppo concentrata su ciò che avrebbe dovuto dirgli.

<<Ciao, Nik>> esordì con più calma di quella che avrebbe immaginato possibile.

<<Ciao, Ale. Sei venuta per parlare dell'altra sera, vero?>>

Come sempre, Nikola andò dritto al sodo, non gli piacevano i giri di parole. 

Alessia osservò il suo volto, era teso.

<<Esatto. Ti devo una spiegazione>>

Erano rimasti in piedi in mezzo al soggiorno, a parlarsi con gli sguardi, carichi di parole ancora inespresse.

Fu Alessia a spezzare quell'attesa.

<<Da quando sei venuto a Cuneo quella sera, non ho fatto altro che pensare a ciò che mi hai detto. Nelle ultime settimane ci ho riflettuto giorno e notte, ho analizzato le mie emozioni e i miei pensieri, ho tentato di affrontare le mie paure. Ero confusa e spaventata, lo ammetto>>

Fece una pausa e lo scrutò, alla ricerca di una sua reazione. Nikola rimase immobile, solo un lieve movimento del petto indicava che fosse ancora vivo.

<<L'altra sera, fuori dall'hotel... Avevo deciso di fare un ultimo tentativo per capire se ti amassi ancora. Quel bacio...>>

<<Ha funzionato?>> la interruppe lui, impaziente.

<<Sì, ha funzionato>> gli confermò la giornalista. Tentò di proseguire con un tono neutro. <<Non sono riuscita a baciarti. In quell'istante ho capito che i miei sentimenti per te non erano più quelli di prima>>

Lo vide contrarre la mascella, poi Nikola espirò tutta l'aria che aveva trattenuto e si appoggiò, sconfitto, allo schienale del divano. 

<<Hai capito che ami Goran>> la sua voce era debole, ma sicura.

Alessia esitò, non sapeva se fosse meglio tacere o confermare. 

<<Mi dispiace, Nik>> disse in un soffio.

Dopo alcuni istanti, il giovane riprese a parlare. 

<<Lo sospettavo, sai? Da quando vi ho visto insieme a casa sua, quella sera. Conoscendoti, non poteva essere altrimenti>>

I suoi occhi la stavano guardando con amore e sofferenza insieme, e Alessia sentì il bisogno di confortarlo. Ma niente di quello che poteva fare o dire sarebbe servito. 

<<Nik, io ti voglio bene, e ci sarò sempre per te. Ci vorrà del tempo, credimi, lo so. Ma un mattino ti sveglierai e capirai che il tuo amore per me è svanito, lasciando solo dei bei ricordi. Da quel giorno, potremo essere amici>>

Un sorriso amaro apparve sul volto di Nikola.

<<So che non ne ho il diritto>> riprese Alessia. <<Ma devo chiederti un favore: non allontanarti da Goran. Non ti sto dicendo di fare finta che sia tutto come prima, sarebbe assurdo. Ma lui sta soffrendo per questa situazione, gli manca il suo migliore amico, suo fratello>>

Nikola abbassò lo sguardo sulle mani intrecciate.

<<In tutta onestà, Ale, non so se ne sarò capace. Anche a me lui manca, ma pensare di vedervi insieme... Non so se ce la faccio>>

<<Adesso è così, ma in futuro, quando ti innamorerai di nuovo, non lasciare che orgoglio e imbarazzo rovinino la vostra amicizia. Ci proverai?>> chiese, speranzosa.

<<Ci proverò>>

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