Quarantuno.

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La cerimonia era stata molto intima e toccante: gli sposi si erano scambiati gli anelli e delle promesse personalizzate e, tutti intorno a loro, parenti e amici si erano emozionati ascoltandoli.

Alessia non era mai stata una fan dei matrimoni, ma doveva ammettere che era stato piacevole assistere alla nascita di una nuova famiglia. Per un momento la sua testa era stata invasa dall'immagine di Nikola; lui era l'unico uomo con cui, in tutta la sua vita, aveva pensato di poterne formare una; l'unico che avrebbe sposato senza pensarci due volte. Ma le cose erano andate diversamente.

Fortunatamente, ci aveva pensato Aleksandar a distrarla da quei tristi pensieri, prendendola sottobraccio e accompagnandola all'auto, con cui si erano poi spostati in una bellissima villa rinascimentale fuori città per i festeggiamenti.


La cena era stata abbastanza rapida, ma comunque gradevole: la location era stupenda e romantica, tutta addobbata con fiori e candele, il personale era gentile e il cibo squisito.

Nonostante non conoscesse molta gente, si era sentita a suo agio e si era divertita.

Gli unici momenti negativi erano stati quelli in cui aveva colto la solita giornalista dai capelli rossi, appostata in qualche angolo, intenta a fissarla. Infatti, gli sposi avevano imposto il massimo riserbo durante la cerimonia, ma, sapendo che i fan avrebbero voluto qualche dettaglio, foto o indiscrezione, avevano permesso alla stampa di curiosare durante il ricevimento.

Anche in quel momento la donna la stava scrutando e Alessia avrebbe voluto diventare invisibile per non essere costantemente l'oggetto delle sue attenzioni.

//Perché è così fissata con me? Dovrebbe interessarsi al matrimonio e agli sposi e lasciarmi perdere!//

Sbuffò, stanca e irritata da quella situazione.

Subito, Aleksandar, che era seduto al suo fianco, si sporse verso di lei.

<<Qualcosa non va? Ti stai annoiando?>> si informò.

La ragazza si rese conto che il suo comportamento avrebbe potuto essere frainteso, così si affrettò a negare:

<<No, mi sto divertendo. Credo solo di avere mangiato un po' troppo>> improvvisò. <<Probabilmente dovrò rotolare per arrivare fino a casa>>

L'amico scoppiò a ridere.

<<Conosco un ottimo modo per smaltire qualche caloria>> così dicendo, si alzò e le tese una mano, accennando con il capo verso un'area del giardino in cui, sotto decine di piccole luci, si era radunata un po' di gente per ballare.

Anche Manuel e Paola stavano ondeggiando in mezzo alla pista, sulle note di un intramontabile e romantico classico.

Alessia si lasciò convincere e prese la mano del giovane, che la fece alzare e la guidò tra i tavoli, fino allo spiazzo; quando arrivarono, l'orchestra attaccò con un nuovo pezzo. Aleksandar appoggiò entrambe le mani sui suoi fianchi e iniziò a ballare. La musica era lenta e dolce e lei si sentì leggermente a disagio a ballare in quel modo con lui. Tuttavia l'amico non sembrò farci caso e continuò a sorriderle; così, la ragazza gli circondò il collo con le braccia e seguì il suo ritmo.


Aleksandar si stava godendo quel momento, in cui poteva tenerla fra le braccia senza risultare fuori luogo. Sarebbe stato fin troppo semplice dimenticare la promessa che aveva fatto a sé stesso e sperare in qualcosa che sapeva non sarebbe potuto accadere. Le sorrise ancora una volta e fece un paio di battute, per metterla a suo agio.

Intanto, in sottofondo, la canzone dava voce ai suoi pensieri e ai suoi desideri, destinati a vivere solo dentro di lui.

'Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections

Give your all to me
I'll give my all to you
You're my end and my beginning
Even when I lose I'm winning
'Cause I give you all, all of me
And you give me all, all of you

La guardò negli occhi e capì che si era finalmente rilassata. Era felice che negli ultimi giorni si fosse ripresa; dopo l'ultimo attacco di panico, aveva temuto il peggio. Invece, sembrava essere abbastanza tranquilla. Almeno finché non si trattava di vedere Nikola o Nataša.

How many times do I have to tell you
Even when you're crying you're beautiful too
The world is beating you down, I'm around through every move
You're my downfall, you're my muse
My worst distraction, my rhythm and blues
I can't stop singing, it's ringing, in my head for you
My head's under water
But I'm breathing fine
You're crazy and I'm out of my mind
'Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I'll give my all to you
You're my end and my beginning
Even when I lose I'm winning
'Cause I give you all of me
And you give me all, all of you
Give me all of you

Senza rendersene conto, si trovò più vicino a lei di quanto avesse pianificato. Alessia aveva spalancato gli occhi e smesso di ballare; lo guardava sorpresa e confusa. Lui strinse leggermente la presa sui suoi fianchi e, per un istante, mentre la musica svaniva nell'aria, fu tentato. Tentato di baciarla, di scoprire cosa si provava sfiorandole le labbra con le proprie, rivelandole così i suoi sentimenti. Era dannatamente difficile averla davanti e non poterla toccare, guardandola amare un altro e soffrire per lui.

Lentamente, chinò ancora di più il capo e, approfittando dell'immobilità della ragazza...


Alessia non capiva cosa stesse succedendo: inconsciamente, si era immobilizzata e si era ritrovata a pochi centimetri dal viso dell'amico.

Aleksandar si avvicinò ulteriormente e, dopo una brevissima esitazione, le posò un bacio sulla fronte. Poi si allontanò senza dire una sola parola.

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