Cinquantadue.

147 8 6
                                    

Now that we're through

I just don't know what to do

The White Stripes


I giocatori di Cuneo scesero dal pullman uno dopo l'altro, affrettandosi a prendere i propri borsoni e a entrare nella hall dell'albergo che li avrebbe ospitati per quel week end. Il leggero nevischio che li aveva accompagnati durante il tragitto si era trasformato in una fitta nevicata, che aveva imbiancato strade, campi e marciapiedi, facendo sembrare sonnolenta persino la città più operosa d'Italia.

Goran seguì i compagni all'interno e poi si diresse con Juan nella loro camera. Era piuttosto taciturno e il brasiliano, accorgendosene, non insistette troppo con i tentativi di conversazione. Lo schiacciatore gliene fu grato.

Quel clima rigido e ovattato amplificava la sensazione che aveva iniziato a provare quella mattina al momento della partenza: un leggero disagio, quasi una preoccupazione. Non ne aveva però compreso il motivo.

Forse era dovuto al fatto di rivedere Nikola in una situazione difficile come quella che si era venuta a creare tra lui e Alessia; non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi se l'amico gli avesse chiesto notizie sulla ragazza.


Voleva scrollarsi di dosso quella strana inquietudine il prima possibile, così, una volta arrivato al palazzetto per il riscaldamento, raggiunse Nikola a bordo campo.

Si salutarono con un sorriso e un abbraccio; poi Goran chiese:

<<Come stai?>>

Nikola tentò di mascherare la sua sofferenza, rispondendo troppo velocemente:

<<Bene. E tu?>>

Lo schiacciatore immaginò che l'amico volesse, in realtà, avere notizie di Alessia, ma fece finta di nulla.

<<Anche io sto bene. Chissà quanto è cresciuto Matija!>>

Nikola annuì.

<<Più tardi te lo faccio vedere>> il sorriso sul suo volto raccontava più di mille parole, ma lasciò presto il posto ad un silenzio carico di domande inespresse.

Goran attese, lasciando al palleggiatore la possibilità di domandare quello che gli stava a cuore. Lo osservò mentre distoglieva lo sguardo e serrava la mascella, indeciso.

<<So che non ho nessun diritto di chiedertelo...>> alla fine, Nikola ruppe il silenzio. Tornò a guardarlo e proseguì: <<Alessia sta meglio?>>

Goran annuì lentamente.

<<Meno male. Voglio che sia felice. E se può esserlo insieme ad Aleksandar, allora...>>

<<Nik, lei e Aleksandar non stanno insieme>> lo interruppe, intuendo il dolore nelle parole dell'altro.

<<Ma quelle foto...>>

<<Non vogliono dire nulla>> lo tranquillizzò. <<Lei ti ama ancora>>

Nikola sospirò. Proprio mentre stava per ribattere, furono raggiunti da Vladimir.

<<Se avete finito di confessarvi, avremmo una partita da giocare>>scherzò col suo solito fare sornione.

Nikola se ne andò senza aggiungere altro, iniziando subito il riscaldamento.

Goran seguì il suo esempio, voltandosi verso la sua metà campo.

<<Vladi, non cambierai mai>> rimproverò bonariamente l'amico, allontanandosi.

<<Perchè? Che ho detto?>>


Dopo quattro parziali estremamente equilibrati, le due squadre presero posizione in campo, pronte a darsi battaglia per l'ultimo e decisivo set. Tutti i giocatori erano concentrati e, nonostante la stanchezza iniziasse a farsi sentire, nessuno voleva cedere.

Goran osservava attentamente il gioco di Nikola, tentando di capire in anticipo a quale degli schiacciatori avversari avrebbe alzato la palla. Non era affatto semplice, nonostante lo conoscesse bene. In più, il pubblico milanese che aveva gremito il palazzetto stava facendo un tifo infernale, desideroso di sostenere la squadra di casa fino alla vittoria.

Alla fine di una battaglia durissima, in cui sia Goran che Juan avevano speso tutte le loro energie, Milano si era aggiudicata la partita. La differenza era stata minima, solo due punti di scarto, ma era bastata a decretare la sconfitta dei cuneesi. Il risultato era che le due compagini si trovavano appaiate al secondo posto in classifica, dietro Modena, a pari punteggio.


Durante il lungo viaggio di ritorno verso Cuneo, Goran si ritrovò più volte a riflettere su quello che aveva detto a Nikola.

Inizialmente aveva pensato di restare sul vago, senza sbilanciarsi con dettagli che, vista la situazione, sarebbero stati inutili. Tuttavia, quando aveva letto la sofferenza negli occhi dell'amico, non era riuscito a trattenersi: spiegargli la natura del rapporto tra Alessia e Aleksandar era stato più forte di lui. Aveva avuto conferma - non che ce ne fosse bisogno - che il palleggiatore, nonostante le scelte fatte, era ancora innamorato della giornalista. E non se l'era sentita di lasciargli credere qualcosa che non era vero. Sperava ancora che i due potessero tornare insieme, in qualche modo, ma era anche consapevole che sarebbe stato molto complicato.

By your SideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora