Ventisei.

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I am changing, trying every way I can

I am changing, I'll be better than I am

But I need a friend, to help me start all over again

Jennifer Hudson


Alessia osservò, sconfortata, gli armadietti traboccanti di provviste.

<<E' ufficiale: abbiamo esagerato. Dove metteremo tutta quella roba?>> chiese, indicando con la mano le tre buste sul tavolo, ancora piene.

<<Dovrai iniziare subito a cucinare qualcosa>> suggerì Aleksandar.

Lei lo fissò con gli occhi spalancati.

<<Io? Scusa, che fine ha fatto il "sei in buone mani"?>>

L'amico si passò una mano sulla nuca e distolse lo sguardo.

<<Dai, pensavo che avessi capito che era solo un modo di dire. E poi...>> tornò a fissarla con un mezzo sorriso. <<Credimi, è molto meglio se cucini tu>>

La ragazza sbuffò divertita.

<<Va bene>> rispose, afferrando un grembiule da cucina che aveva trovato sul mobile accanto a lei. <<Ma ti avviso, non so cosa farmene del tofu>>

L'altro non si perse d'animo.

<<Chiederò qualche consiglio a Manuel>>

<<Il tuo palleggiatore?>>

<<Proprio lui>>

<<Ma non è impegnato coi Campionati Sudamericani?>>

<<Non quest'anno. Si è preso un'estate di pausa per sposarsi, qui a Perugia. Ed è un patito di cibi strani e salutari>> così dicendo, Aleksandar uscì dalla cucina per recuperare il cellulare, che aveva buttato sul divano non appena rientrato.

Alessia iniziò a lavare le verdure per preparare un'insalata; la temperatura era, infatti, molto elevata e fare un pranzo leggero era la cosa migliore. Aveva quasi terminato, quando udì i passi del giovane, che entrò in cucina subito dopo.

<<Allora?>>

<<Mi manderà qualche ricetta col tofu>> rispose il giocatore.

Lei si tolse il grembiule e lo ripiegò, appoggiandolo sul piano della cucina. Osservò l'amico e le sembrò che dovesse dirle ancora qualcosa. Rimase in attesa, lanciandogli uno sguardo di incoraggiamento.

Aleksandar giocherellò col cellulare, poi si decise a parlare.

<<Manuel mi ha detto anche un'altra cosa. Se vuoi, puoi venire al matrimonio>> sparò. Doveva avere colto la sua espressione sbalordita, perché si affrettò ad aggiungere: <<Ma non sentirti obbligata! E' che, quando mi ha invitato, mi ha detto che avrei potuto portare qualcuno con me. Solo che non ho nessuno e, sapendo che sei qui, ha invitato anche te>>

Alessia si riprese dalla sorpresa e incrociò le braccia al petto.

<<Vuoi farmi credere che non c'è nessuna tua ammiratrice disposta ad accompagnarti?>>

<<Non lo so, forse. Ma non voglio andarci con una qualunque. Mi farebbe piacere se venissi tu, però non voglio metterti pressione>> concluse, serio.

<<Posso pensarci qualche giorno?>> si informò.

Il sorriso tornò sul volto dell'opposto.

<<Certo! C'è ancora tempo>>


La temperatura si era alzata ancora, ma nulla li avrebbe fermati. Quel giorno, Aleksandar aveva deciso di portarla in giro per quella che, ormai, considerava la sua città. La gamba gli doleva, ma non così tanto da costringerlo a letto. Inoltre, avrebbe dovuto stringere i denti solo per pochi giorni ancora, poi lo avrebbero operato. Anche zoppicando, e facendo qualche pausa ogni tanto, le avrebbe mostrato il centro storico. Non avevano fretta, potevano prendersi tutto il tempo necessario.

Mentre aspettava che Alessia finisse di prepararsi, si stupì di come gli sembrasse un'altra persona rispetto a quella che aveva lasciato a Cuneo. Certo, era passato un po' di tempo, ma credeva che sarebbe stato più difficile farla distrarre e ridere. Invece, lei sembrava a suo agio e tranquilla; probabilmente il cambio d'ambiente aveva avuto un effetto positivo e lui si sarebbe impegnato affinché lei si divertisse il più possibile durante quelle settimane in Umbria.

La comparsa dell'amica interruppe i suoi pensieri.

<<Pronta?>> le domandò, offrendole il braccio.

<<Pronta>>

Con un sorriso, Aleksandar le fece strada, chiudendo la porta alle sue spalle, impaziente di trascorrere con lei quella giornata.

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