Settantuno.

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Trying hard to get away

But I can't seem to fight the way I feel

Even though you're not for real

Your touch is driving me crazy

And when you smile

It's just making me want you more and more

Madonna



Il clima primaverile l'aveva spinta a indossare un vestitino azzurro con un leggero giubbino di pelle nero. Aveva raccolto i capelli nella solita coda di cavallo e ora era pronta. Poco dopo, Goran suonò il campanello.

Quando aprì la porta, se lo ritrovò di fronte vestito con jeans e maglietta aderente nera; poteva percepire il profumo del suo bagnoschiuma pervaderle le narici e d'un tratto sentì le ginocchia cederle. Si aggrappò alla maniglia e lo fissò senza parlare. Non aveva più pensato a ciò che era successo tra di loro in Serbia, credendo ingenuamente di poter dimenticare quello che aveva provato tra le sue braccia. Ma le era bastato vederlo dopo alcuni giorni per capire che non sarebbe stato così facile.

//Sarà così anche per lui?//

Si accorse solo allora che lui non aveva ancora aperto bocca. Osservò il suo volto e vide che aveva la mascella contratta e gli occhi puntati nei suoi. Lentamente, il ragazzo entrò in casa, chiudendo la porta dietro di sè.

Erano uno di fronte all'altra, a pochi centimetri di distanza.

Goran allungò una mano e le sciolse la coda, passando le dita tra i lunghi capelli neri. Lei non si oppose, ma sussurrò:

<<Dovremmo andare>>

Piccoli brividi le percorsero il collo, giù fino alla base della schiena.

<<Sì>> concordò lui senza smettere di guardarla.

Istintivamente, senza rendersene conto, si erano avvicinati ancora di più. I loro respiri si mescolavano. Le loro labbra si sfiorarono e Alessia capì che la sua forza di volontà stava evaporando come neve al sole. Gli mise una mano sul petto e provò di nuovo a ragionare.

<<Non dobbiamo>>

Il giovane appoggiò la fronte alla sua e chiuse gli occhi, inspirando.

<<No. E' sbagliato>>

Nonostante quelle parole, le mani di Goran le avevano circondato il viso e il suo profumo l'aveva avvolta.

//Non ci riesco!//

Cedette, baciandolo di nuovo, esitante.

<<E' molto sbagliato>> ripetè Goran, ma ormai lei non lo stava più ascoltando.

La sua bocca era di nuovo su quella di lui. Si tolse la giacca e gli cinse il collo con le braccia, aderendo al corpo del ragazzo. Nonostante lo schiacciatore cercasse di trattenersi, sentì il suo desiderio e questo la spinse ad andare avanti. Gli sfilò la maglia per poi tornare a baciarlo con più decisione. Lui smise di opporsi e si ritrovarono sul divano, ormai senza vestiti.

<<Ti voglio>> riuscì a dire Alessia tra un bacio e l'altro, strappandogli un suono rauco che la fece rabbrividire.



Dopo, Goran la prese in braccio e la portò a letto, dove l'adagiò delicatamente. Le si sdraiò accanto e avvolse i loro corpi nudi nel copriletto. Non parlarono per molto tempo, semplicemente contenti della reciproca vicinanza. Sapeva, però, che avrebbero dovuto chiarire.

Nonostante quello che si erano detti in Serbia, era bastato rivedersi per venire meno al patto. Era un terreno scivoloso e dovevano stare attenti. Mentre era immerso in quei pensieri, lei parlò.


<<Come stai?>>

<<Essere molto impegnato aiuta>>

<<Posso fare qualcosa?>>

<<Hai già fatto tanto>> si girò a guardarla e le prese una mano, intrecciando le dita con le sue. <<Ale, cosa stiamo facendo? Doveva tornare tutto come prima, e invece...>> lasciò la frase in sospeso.

Lei sospirò.

<<E' davvero così terribile? Voglio dire, siamo adulti e non facciamo del male a nessuno. E anche se non siamo innamorati... Come può essere sbagliato se ci fa stare bene?>>

Goran non sapeva cosa rispondere, anche lui si era posto le stesse domande.

<<Sai di cosa ho paura>> disse piano.

<<Sì, lo so>> lei gli strinse la mano. <<Allora facciamo un nuovo patto, uno a cui terremo fede>>

La guardò e capì subito che avrebbe accettato qualunque cosa lei avesse proposto.

Alessia continuò:

<<Non ci faremo più problemi se accadrà di nuovo qualcosa tra di noi. Ma se uno dei due, ad un certo punto, non vorrà continuare per qualsiasi motivo, l'altro dovrà accettarlo. E torneremo a essere semplicemente amici>>

Goran non credeva che sarebbe stato semplice, ma acconsentì. In cuor suo, però, era ancora pieno di dubbi e di rimorsi.

La tenne stretta e, poco prima di addormentarsi, le domandò:

<<E il tuo articolo?>>

Intuì il sorriso di lei nel buio.

<<Andrò al cinema domani sera, ma sarà meglio che vada da sola>>

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