capitolo 41

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" ho sempre accettato il motivo del perché tu mi evitassi, ma non l'ho mai capito fino infondo. Io avevo bisogno di te ella e non mi meritavo di non sapere come tu stessi. La sera in cui John mi ha mollato dopo che era sparito e tutto ciò che ne è venuto dopo.. ti ho chiamata non so quante volte e anche scritto ma mai una risposta. Sono arrabbiata e anche tanto con te ella." Confessò Carol mentre liberavo la valigia mettendo le cose sul letto.

Sospirai in colpa ma anche innervosita.
"Mi dispiace Carol e non posso dirti altro oltre le mie scuse e che davvero mi dispiace. Ma non potevo parlarti, ogni volta mi ricordavi ciò che avevo lasciato qua la vita che facevamo con Trevor e gli altri. Non potevo capisci? Per mesi sono andata da una psicologa, per mesi ho preso psicofarmaci per combattere attacchi di panico o di ansia improvvisa che fossi all'università o a casa. Non sono mai uscita se non al college e a casa o a fare la spesa.  Negli ultimi mesi ho iniziato a riprendermi, a frequentare i miei compagni di studio ad andare in palestra e a prendere sempre meno di questa merda." Le dissi tirando fuori dalla borsa i flaconi di psicofarmaci.

Lei mi guardò in silenzio " e non voglio rinfacciarti nulla credimi ma ho avuto i miei motivi per essermi comportata così. Quando tre giorni fa mi si è materializzato Trevor nel mio appartamento e dopo avermi detto tutto, al fianco a dove abito io ho scoperto che c'era pure uno di quel bastardi del cartello. È una situazione del cazzo e siamo sempre da capo ma in una merda differente e sono stanca, davvero. Stanca quando te" le dissi mentre mi sedevo affianco a lei.

" Mi dispiace per tutto ciò che hai dovuto sopportare. Cosa hai intenzione di fare ora? Tu e travor avete chiarito?" Domandò lei prendendomi una mano.

" Non lo so, voglio chiudere sto problema è ritornare all'università potresti venire anche tu sai? Ci sono un sacco di possibilità lavorative se non ti interessa il college.. e per quanto riguarda Trevor abbiamo parlato ma sono ancora arrabbiata anche se non sembra, ma sono felice che sia vivo e che stia bene, mi ha tolto maggior parte della sofferenza con cui convivevo, era lui per me chi volevo al mio fianco in tutto e per tutto e quando abbiamo creduto che fosse morto ho sentito di perdere tutto di me stessa. Quindi adesso è un po' difficile capire cosa voglio fare o dirgli.. te con John invece?" Le domandai guardandola negli occhi.

Lei sorrise prima di diventare seria.

" L'altro ieri è venuto davanti casa mia dopo quasi 4 mesi che mi aveva lasciata. Mi ha detto di andare via con lui e che mi avrebbe spiegato. Quando mi ha raccontato la situazione e ho pensato davvero fosse surreale e pazzo.. niente ho capito che stava succedendo e che come sempre era colpa del tuo ragazzo coglione, senza offesa.. mi aveva fatta credere che mi mollava per un'altra quando invece era occupato a lavorare per l'agenzia insieme a Trevor.. quando mi ha detto che stavi tornando ho pensato a tremila cose ella davvero. Mi sei mancata" disse sorridendo e asciugandosi un'occhio.
Sorrisi e mi appoggiai con la spalla alla sua.

" Anche tu mi sei mancata Carol.."  le dissi mentre lei sorrideva.

****
Pov's Trevor

" Ella è arrivata? Carol dove è?" Domandò John appena entrò alla villa sporco dalla testa ai piedi e con l'uniforme piena di fango.

" Si è su a parlare con Carol. Ma te che cosa hai combinato? Pensavo stessi tenendo occhio i pezzi grossi del clan e Bryan" gli dissi corrugando la fronte confuso.

Lui mi guardò in silenzio e seccato.

" Infatti l'ho fatto. Ma quel coglione di Freddy ha avuto la straordinaria idea di andare di farmi piazzare a me i microfoni. Per poco non mi scoprivano quelli del clan.. l'unica era nascondermi in mezzo ai cespugli.  Guarda lasciamo perdere. Io vado a farmi una doccia che oggi non ne posso più." Spiegò innervosito facendo mi ridere a crepa pelle.

Lui mi lanciò un occhiataccia mentre si toglieva il giubbotto antiproiettile e saliva le scale.

" Ah trevor?" Domandò poco dopo fermandosi al primo gradino.

" Ella come l'ha presa?" Domandò guardandomi serio.

" Sto ancora cercando di capirlo.. sai come è fatta" gli dissi pensieroso.

" Cerca di non andarci pesante Trevor.. io l'ho vista dopo che eri morto.. e non è stato facile." Disse lui seriamente.

Lo guardai ed annuì mentre lui si voltava e saliva le scale.

Andai in sala dove c'erano i tavoli pieni di armi e la stanza tappezzata di foto e documenti per trovare e collegare il clan ed i Martinez.

Mentre smontavo una Glock per pulirla vidi ella avvicinarsi al mio fianco e guardare ciò che facevo.

" Come è andata?" gli domandai guardandola per vedere come stesse.

" Bene.. è tranquilla ora.. volevo dirti che mi serve la tua macchina. Vado a trovare i miei" mi disse tranquillamente.

" Va bene ma aspetta che vengo anche io che ti tengo d'occhio da lontano con un Lens " dissi appoggiando l'arma sul tavolo e mettendo la sicura.

" Va bene allora vado a prepararmi, ho bisogno di farmi una doccia" mi disse poco dopo.

Io la guardai e annuì.

Mentre lei se ne andava verso le scale, mi venne in mente il flashback di quando si è spogliata e si è fatta la doccia davanti a me, dopo un anno che non la vedevo, i sentimenti e l'attrazione non ero diminuiti per nulla.

Sospirai e mi feci coraggio, avrei dovuto andarci con calma dopo il trauma che le avevo inflitto, ma ero io quello che amava, ed io la amavo come non mai. Corsi verso le scale e mentre le salivo di velocità andai nella camera dove c'era la roba di ella.

Chiusi la porta e la vidi in bagno davanti allo specchio mentre si toglieva la maglia mentre l'acqua della doccia scorreva.

Appena mi vide si voltò presa di sorpresa.

" Che succede trev?" Domandò confusa.

" Ho bisogno di dirtelo ella." Le dissi camminando verso di lei.

" Che cosa trev?" Domandò voltandosi verso di me.

" Che ti amo e che ti voglio." Le dissi sicuro.
Lei mi guardò stupita e non le diedi neanche il tempo di rispondermi che le presi il volto e la baciai.

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