capitolo 18

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" non puoi salire." Mi fermò uno dei ragazzi di Trevor.

" Sono ella, Trevor ti ammazza se non mi fai passare" lui annuì e mi fece salire.

" Fermala cazzo" gli urlò Bryan mentre salivo veloce le scale, quando arrivai sul nel privè ciò che vidi superava tutte le mie aspettative.

Prima di scontrarmi con Trevor che mi teneva per le spalle per non farmi vedere, vidi che c'erano due corpi stesi a terra e del sangue, uno era di una donna e l'altro di un ragazzo.

Scesi uno scalino e poi lo guardai in faccia.

Lui mi guardava con freddezza ma i suoi occhi.. vedevano il mio più sdegno e repulsione.

" Tu risolvi così le cose.. ora ho capito come intenti occuparti degli Snakes o di chiunque si metta in mezzo con i tuoi affari" gli dissi cercando di liberarmi.

Lui non mi rispose " andiamocene a casa ne parliamo li."

Io gli diedi le spalle ed iniziai a scendere le scale senza degnare Bryan e gli altri mentre me ne andavo.

Andai verso la jeep e quando aprì la portiera e vi salì sopra Trevor mi prese un braccio.

" Scendi. Vieni con me." Disse lui freddamente ed incazzato.

" Vuoi liberarti anche di me perché ho visto?" Gli dissi furiosa.

Lui mi guardò negli occhi in un modo che poteva incutere paura a chiunque "vieni con me e smettila di dire cazzate porca puttana ella" disse furioso.

Presi la giacca e scesi dalla jeep togliendo la presa della sua mano sul mio braccio, chiusi la portiera e mi incamminai.

" Vengo con te, solo perché almeno se mi devi ammazzare non voglio essere nel tuo locale del cazzo, visto che a quanto pare chissà quante altre persone ti sei occupato li." Risposi sprezzante.

Lui non fiatò, quando arrivammo alla sua macchina salì e lui quando mise in moto uscì da quel parcheggio come uno spericolato.

Guidò ad una velocità allucinante che quasi mi faceva paura.

" Rallenta Trevor" gli dissi tenendo la mano sana sulla cintura.

" Perché? Non ti piace anche te guidare come una fuori di testa mentre i miei uomini ti inseguono? Pensavo fossi abituata no? A non fare un cazzo di quello che gli altri ti chiedono. A non farmi stare cazzo in pace e fidarti di me per una fottuta volta?" Sbraitò andando a non so quale velocità.

"Smettila cazzo Trevor" gli dissi esausta e mentre avevo sempre più paura di come fosse e di come guidava.

Lui mi guardò e quando fummo quasi arrivati iniziò a rallentare.

Quando entrammo dentro il cortile e si fermò io mi sganciai la cintura ed uscì subito dalla macchina sbattendo la portiera e correndo verso l'entrata che aveva già la porta aperta stranamente.

Quando Trevor mi afferrò e mi tappò la bocca mi fece il segno di stare zitta.
Mi mise dietro di sé e tirò fuori una pistola dai jeans, cosa che non gli avevo mai visto fino ad ora avere con me affianco.

" Nasconditi in cucina e resta lì finché non te lo dico io" mi sussurrò.

Io annuì e senza accendere la luce andai in cucina, sul mobile dal porta coltelli ne presi uno con la lama bella grossa e mi misi contro il mobile nell'oscurità mentre vedevo l'atrio illuminato con luce soffusa.

Sentì dei tonfi al piano superiore e delle voci.
Trevor urlò..

Uscì subito dalla cucina e salì le scale in mezzo al corridoio vidi un tizio incappucciato che stava  strozzando Trevor con un filo mentre lui cercava di spingerlo con forza contro il muro e liberarsi, per terra c'era la sua pistola.

Non potevo starmene ferma.. iniziai a piangere e quando il tizio si accorse di me io mi fermai e corsi subito verso la pistola.

L' afferrai in mano e lui si fermò nel strozzare Trevor che cadde sulle ginocchia mentre riprendeva il respiro.

Quando il tizio a falcate mi raggiunse premetti il grilletto chiudendo gli occhi e sentendo un tonfo pesante a terra.

Quando aprì gli occhi vidi il suo corpo a terra e del sangue che si espandeva sul parquet.

Crollai a terra a piangere a guardare quel tizio inerme.
Avevo appena ucciso una persona.. io avevo appena interrotto la vita di un'altro umano, proprio come aveva fatto Trevor.

Guardai la pistola tra le mie mani e subito sentì salire più persone le scale, quando mi girai impaurita puntai la pistola verso le scale mentre mi alzai da terra.

Bryan, Luke e altri uomini mi guardarono spiazzati.

Sentì il corpo di Trevor contro il mio mentre le sue mani cercavano di prendermi ed abbassarmi la pistola che stringevo tra le mani.

" Ella tranquilla.. è tutto finito. Questa dalla a me" disse gentilmente e con calma mentre i ragazzi mi guardarono.

Ascoltai Trevor mentre piangevo come non mai e mi nascondevo il viso tra le mani mentre lui mi abbracciava e mi stringeva a se.

" È tutto finito.. sei stata coraggiosa, mi hai salvato la vita e lui non ti ha fatto del male. Siamo salvi grazie a te piccola" disse lui dolcemente accarezzandomi la testa e stringendomi.

"L'ho ucciso.. ho ucciso una persona" dissi tra le lacrime..

Dopo non so quanto tempo mi staccai, e Trevor mi portò in camera e chiuse la porta.

Mi sedetti sul letto e tirai su con il naso mentre mi esplodeva la testa e la mano faceva malissimo, mi sentivo un mostro.

Lui avvicinò la poltrona e si sedette lì e mi prese la mano che mi faceva male e che tenevo stretta nell'altra mano.

Anche il panno era pieno di sangue.

Mi tolse via tutto e mi tamponò la ferita a cui erano saltati i punti.

" Resta così che arrivo subito." Disse alzandosi e andando in bagno.

Aprì il mobile e prese la cassetta per le medicazioni.
Tirò fuori il disinfettante che bruciò un sacco e prese delle bende pulite.

" Rimettimi i punti" gli dissi mentre le lacrime scorrevano sul mio viso in automatico.

Lui mi guardò con espressione straziata quasi come la mia.

" Ti faranno troppo male El. Li mettiamo domani" disse lui dolcemente.

" No mettili ora sopporterò" risposi insicura.

Lui annuì e prendendo ago e filo iniziò a cucire ancora la ferita.

Piansi e nonostante i miei lamenti logoranti fece più veloce che riusciva. Mi appiccicò un cerotto gigante di quelli impermeabili.

" Andiamo a fare una doccia, dopo ti metto le bende e dormiamo va bene?" Disse lui baciandomi la mano ferita ed alzandosi.

Annuì e mi alzai seguendolo verso il bagno.

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