capitolo 44

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Inutile dire che le settimane che trascorsero fossero più facili.. ero ritornata da solo due giorni a New York ed ero riuscita a scatenare ovviamente l'ira di Trevor.

" Perché hai proposto a Carlos di andare fuori a cena? Potrebbero esserci migliaia di varianti se andasse male e non posso neanche agire visto che sanno che sono morto. Dovevi parlarne prima con me cazzo" disse Trevor innervosito mentre eravamo in camera da letto che disfavo le valigie.

" Senti Trevor io non lo voglio nel mio appartamento e non voglio nemmeno andare nel suo dove c'è suo fratello che ci tiene d'occhio. Se devo lavorarmi Carlos lo faccio in un posto in mezzo a della gente anche se tu lo reputi meno sicuro. Visto che è facile incazzarsi se non si fa come dici tu, ma quella che ci deve aver a che fare sono io come sempre in ogni tuo cazzo di problema. Va bene?" Gli dissi ormai stanca.

Lui mi guardò in cagnesco " sarà meglio che vada bene ella il tuo piano." Rispose solamente irrigidendo la mascella.

" Perché sennò Trevor? Che vuoi fare? Dirmi su come stai facendo ormai da quando sei ritornato magicamente in vita? Dovrei ringraziarti perché neanche questa volta posso starmene in pace con te perché c'è sempre una qualsiasi complicazione che ci mette in pericolo? Sono al limite e piena di tutto ciò." Gli risposi gettando i vestiti che avevo in mano sul letto.

Sapevo solamente guardandolo in viso che stava per dire qualcosa che avrebbe fatto male. E anche tanto.

" Tranquilla ella, appena tutto sarà finito mi toglierò via dai coglioni e ti lascerò vivere la tua vita tranquilla come avrei dovuto fare da tempo." Rispose guardandomi negli occhi seriamente.

Lo guardai incredula a ciò che aveva appena detto.

" Il problema non sei tu Trevor, e come cazzo mi tratti ogni volta e della vita che non fai altro che complicare con cose illegali. Io non ho scelto di amarti, io l'ho voluto e se tu non avessi avuto quel passato autodistruttivo che hai avuto perché volevi fare il boss di un clan ora non saremmo qui. Ma nonostante tutto ciò che odio io ti amo comunque. Quindi finito tutto questo se non vuoi farmi vivere davvero tranquilla non sarà andandotene ma restando con me ed iniziare per davvero un nuovo capitolo che non includa clan, pallottole e tutto questo." Gli risposi calmandomi e onesta.

Lui rimase in silenzio e mi guardò.
Avrei voluto essere nella sua testa per quei pochi istante e capire cosa avrebbe voluto dirmi ma invece disse solamente
" Vedremo Ella.. preparati ora"

Non gli risposi e lo guardai mentre se ne usciva spedito dalla stanza per poi chiudere la porta.

Mi asciugai svelta le lacrime che mi scesero dalle guance e feci un respiro profondo.

Quella sera avrei dovuto vedere Carlos e uscire fuori a cena con lui. Dopo aver passato fino al mio ritorno qui a new York a messaggiare con lui, dovevo essere anche pronta mentalmente e fargli credere di essere una semplice vicina di casa per cui lui aveva un interesse e niente di misterioso.

***
Dopo che Trevor mi mise una collana al collo con un diamantino che in realtà era un microfono, mi passò un auricolare praticamente inesistente da mettere all'orecchio.

Mi passò un anello da mettere che aveva un localizzatore in caso fosse andata male la cena in modo che mi avrebbe sempre localizzata.

" Sentirò tutto e tu sentirai me in caso ci fossero delle novità.. scendo giù prima che lui possa venirti a prendere e vi seguo." Disse lui mettendosi un capello con la visiera e portandosi dietro uno zainetto, indossava una t-shirt bianca e dei jeans neri insieme a degli anfibi dello stesso colore, non sarebbe mai assomigliato ad un agente..

"Va bene.." dissi solamente sistemandomi il vestitino e prendendo la borsa dal tavolo.

Lui mi guardò ancora una volta prima di aprire la porta.

" Mi raccomando ella.." disse solamente aprendo la porta e andandosene.

Okey ora i miei nervi erano davvero tesi ed ero in ansia..

Se le cose si mettono male e mi scopre, io devo ricordarmi ciò che ho imparato per difendermi e correre più che posso lontano da Carlos.

***
Eravamo seduti in un ristorante italiano e Carlos era impeccabile si era messo in tiro un bel po'. Fin da subito venendo a prendere era stato gentile e aveva mostrato la sua felicità appena vide.

" Allora come hai passato il tuo tempo a Los Angeles?" Domandò lui curioso.

Sapendo bene che ero stata spiata dovevi essere sincera.

" Bene diciamo. Ho passato tutto il mio tempo a casa della mia migliore amica, tra studiare per gli esami di inizio corso, in piscina e a rilassarmi.. ho rivisto i miei genitori dopo un bel po' di tempo ed è stato strano ma bello.. te invece?" Gli risposi bevendo un po' di vino.

" Chiedigli dopo qualcosa sulla sua famiglia ed insisti per sapere qualcosa di più sui suoi affari." Chiese Trevor duramente dall'auricolare.

" Meglio così allora a parte per lo studio.. sei davvero ambiziosa ella. Io invece ho lavorato e ho pensato un bel po' a quando saresti ritornata." Rispose lui sorridendomi furbo.

"Davvero? " Dissi sorpresa.

" Si davvero... Ho gestito male dei lavori prima che potessi sentirti quando eri lì dalla tua famiglia. Sarei davvero interessato a frequentarti ella." Disse sicuro di sé mentre mangiava un pezzo di bistecca.

Trevor non mi disse niente per l'auricolare ed ero sicura che avesse sentito.

" Anche io ti ho pensato sai? E voglio anche io frequentarti Carlos.. però devo essere sincera con te prima che tu mi conosca meglio." Gli dissi entrando in modalità manipolatoria.

Lui mi guardò serio ed annuì ascoltandomi " la mia ultima storia si è conclusa perché è morto il mio ex ragazzo. È stato un anno difficile dopo la sua morte e quando sono ritornata a casa dalla mia famiglia mi è servito.. quindi se vuoi davvero frequentarmi voglio che tu sappia che voglio andarci piano e con i giusti tempi se per te va bene. Voglio evitare che ci sia ogni minimo problema."

Lui sorrise contento " ma certo ella. Io non ho nessun problema a riguardo anzi ne sono felice che anche tu voglia.."

Annuì contenta e mangiai mentre continuammo la cena a parlare e mentre gli facevo delle domande che per quanto lui rispose fu sempre svievole.

Quando pagammo il conto fu la mezzanotte.

" Tu vuoi tornare a casa o vuoi fare qualcos'altro?" Domandò Carlos curioso mentre mi prendeva per mano.

Io cercai di non guardare quel gesto e prendergli la mano tranquillamente.

" Cosa proponi se non andiamo a casa?" Domandai sorridendogli.

Lui mi guardò furbamente " ti porto in un locale di cui mi occupo insieme ad altri soci. Ti piace ballare?"

" Sii ma preparati perché sono davvero brava" gli dissi ridendo.

" Non ne dubito ella.." disse lui avvicinandosi a me e chiamando un taxi.


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