capitolo 43

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" ella svegliati.." mi chiamò la voce di Carol.

Aprì gli occhi spaventata e la guardai non capendo che ore fossero.

" Tranquilla ella.. è tutto okey. Volevo solo svegliarti visto che è tardi ed i ragazzi sono in agenzia.. andiamo in piscina che ho preparato la colazione, okey?" Disse lei appoggiando la sua mano sulla mia prima di alzarsi dal letto.

Annuì e presi il telefono per guardare che ore fossero.

Erano a malapena le 10 del mattino.. e sentivo tutta la stanchezza dei giorni prima pesarmi addosso nonostante le ore di sonno.

Scesi dal letto e andai in bagno.
Dopo essermi lavata i denti e pettinata i capelli presi il telefono e guardai di non aver nessun messaggio.

Ne avevo tre più una chiamata persa.
Un messaggio era di mia mamma e la chiamata persa di mio padre.
Un messaggio era di Sabri che mi chiedeva come stavo e l'ultimo messaggio mi fece rabbrividire.

Era di Carlos.

" Ciao ella.. come sta andando a Los Angeles, stai bene? Spero di rivederti presto a new York."

Dopo aver letto quel messaggio presi l'altro telefono che mi aveva dato inizialmente Trevor e lo chiamai.

Neanche due squilli dopo e mi rispose subito.

" Ella stai bene? Cosa succede?" Disse lui con voce preoccupata e nervosa.

" Si sto bene.. non succede nulla a parte che Carlos mi ha scritto un messaggio.. " gli dissi pensierosa e spazientita.

" Cosa? Tra un'ora sono a casa spero di riuscire anche prima.. te e Carol non uscite per nessuna ragione capito?" Si raccomandò duramente ed in malo modo. Era incazzato ormai lo conoscevo.

" Si." Gli dissi prima di riattaccare innervosita quanto lui.
Che stronzo, io che centravo con la sua rabbia?

Cercai di lasciar perdere per un po' e mi cambiai mettendomi in costume e prendendo un asciugamano.

Scesi le scale e andai in giardino.
" Buongiorno dormigliona!" Disse sorridente e raggiante Carol, il fatto che fossimo segregate in casa sembrava non toccarla minimamente.

" buongiorno a te.." le dissi sedendomi dalle sdraio, in mezzo ad esse vi era un tavolino pieno di cibo e con una caraffa di succo piena.

" Hai cucinato tutto te?" Domandai incredula, guardando le ciambelle glassate, le fragole con la Nutella, gli waffle e i pancakes.

Mi versai un po' di succo in un bicchiere e lo traccanai sotto il sorriso di Caroline.
Non era affatto del semplice succo, feci una smorfia dopo essermelo seccata tutto.. era mimosa.

" Certo che si ma vacci piano con il mimosa che sennò a pranzo non ci arrivi" disse lei prima di ridersela.

Iniziai a mangiucchiare mentre lei messaggiava al telefono.

" John è incredibile.. da quando ho saputo la verità di tutto quanto non smette di tenermi informata su tutto.. tra 30 minuti arrivano comunque" disse lei soddisfatta e guardandomi contenta.

Io feci una smorfia per niente soddisfatta della mia situazione quanto lei.. non era minimamente paragonabile ovviamente.

" Perché quella faccia? Le cose tra te e trev non vanno bene?" Domandò lei sorpresa mentre mangiava un waffle ripieno.

" Non lo so Carol. Ci siamo baciati e l'abbiamo fatto ed è stato tutto wow come una volta, il problema è quando non facciamo ciò. Io mi sento così diversa dopo l'incidente in spiaggia e lui lo è completamente. Sembra di aver un muro davanti a me che mi guarda con occhi diversi da prima. Ed io ovviamente mi sento così fragile ed impaurita che possa accadere ancora di nuovo il disastro di un anno fa.. è difficile Carol, tutto ora. Vorrei potermene uscire o essere a new York. Ma sia qui che lì non è sicuro per me, neanche la nuova vita che mi ero cercata di costruire non va bene con questo casino del cartello. È tutto assurdo che non mi capacito di tutto questo." Le spiegai finendo il pancake.

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