capitolo 36

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Quando aprì gli occhi mi svegliai di colpo ricordando tutto..
Guardai davanti a me la porta della camera spalancata e guardai fuori dalla finestra dove il sole era bello alto.

Mi stroppicciai gli occhi sentendomi uno straccio finché non mi resi conto di non essere da sola.

Mi voltai di lato e vidi Trevor che mi guardava e mi sorrideva leggermente.

Io sbattei gli occhi diverse volte.

" Okey non sono più drogata.. come è possibile che io ti veda ancora? Non sei reale.. e non voglio diventi come il film Ghost." Dissi io scendendo dal letto e guardandolo seriamente.

Lui si alzò e venne verso di me.
La pelle d'oca mi ricoprì ogni strato di pelle corporeo.

" Io sono reale ella. Non sono la tua immaginazione o un fantasma io sono vivo." Disse lui mettendomi una mano sul volto.

Io andai in panico era impossibile era morto Trevor. Lo avevo seppellito insieme agli altri, io c'ero al suo cazzo di funerale.

" No no.. è impossibile te sei morto" dissi scostando subito la mano e andando sempre più in ansia. Indietreggiai uscendo dalla camera.

" Ti dico io come stanno le cose, ho ancora le allucinazioni per colpa di quella droga che ho preso o forse ho fritto il cervello non lo so ma sono sicura che tu sia morto Trevor. Non ci credo che sto parlando da sola di sicuro neanche esisti in questa stanza.." dissi senza neanche voltarmi e andando in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

" Ella girati. Guardami io sono reale. Sono vivo non sono mai morto. Ieri sera sono venuto qui perché c'è un motivo. Sei in pericolo e devo portarti via da qui." Disse lui levandosi via la maglia e mostrandomi il petto.

Delle cicatrici rosee sul petto in mezzo a tutti quei tatuaggi, segni di quando quei colpi lo hanno ucciso.

"Che cosa? Cosa stai dicendo Trevor" inizia a respirare sempre peggio..

" Lo so che è difficile da capire ma devi credermi ella ti spiegherò tutto non sono morto a caso ma per una ragione e rimpiango ogni giorno per tutto ciò che ti ho fatto passare davvero. Ma io ti amo e ho bisogno che tu mi creda e mi ascolti." Disse lui serio e prendendomi il viso tra le mani.

Io andai in panico.
Mesi e mesi di traumi mentali e fisici per niente.
Mi toccai la cicatrice vicino al cuore ed iniziai a non respirare.
Mi tolsi subito dalle mani di Trevor e aprì l'anta dove avevo tutte le mie pastiglie, ne presi una e la buttai giù con l'acqua.

" Che cosa stai facendo?" Domandò lui confuso e preoccupato.

" Ho bisogno di dormire.. quello che ho preso ieri forse non mi è ancora sparito.." dissi titubante ed insicura.

Non potevo crederci che era davvero vivo, perché se era così lui mi aveva portato giù in un cazzo di incubo per niente e non potevo e volevo accettarlo, oltre che era impossibile che tutto ciò che era successo fosse una finzione messa su da lui come in un fottuto film.

" Ella..." Disse lui prima di chiudermi in camera.
Misi giù le serrande e quando fu buio mi misi nel letto aspettando di addormentarmi.

Pov's Trevor
Non avevo idea di ciò che avevo provocato ella con la mia morte, non pensavo arrivasse a questo punto per colpa mia, di drogarsi e bere e prendere tutte quelle medicine per colpa di quell'incidente e per la mia morte.
Mi sentivo un incredibile idiota per tutto il male che le avevo fatto sopportare.
L'avevo cambiata, sembrava un'altra persona fragile, impaurita, fredda e distaccata.

Avrei fatto di tutto per farla stare bene e non farle più passare la merda che avevo fatto in questi 9 mesi.
Non sarei più sparito se significava che  dovevo lasciarla sola. Non sarebbe più successo.

Dopo non so quante ore ella si svegliò ed uscì dalla camera.

Quando mi vide scoppiò a piangere.
Non l'avevo mai vista così stravolta nemmeno quando aveva passato tutto ciò che aveva passato con il clan.

" Sei un fottuto e maledetto bastardo Trevor" disse lei tra le lacrime mentre crollava a terra.

Andai verso di lei e mi inchinai.

" Lo so.. ti devo spiegare tutto.. ti prego ella dobbiamo andarcene prima è troppo pericoloso qui." Le dissi accarezzandole i capelli mentre lei mi fissava con occhi rossi.

" Io non me ne vado da nessuna parte cazzo. Tu devi prima spiegarmi tutto Trevor. Ma tu ti rendi conto di ciò che ho passato? Di.." disse lei interrompendosi quando sentì qualcuno bussare alla porta...

Le feci segno di stare zitta e che io non c'ero.

Presi la pistola dai pantaloni e lavai via la sicura seguendola alla porta, prese una coperta dal divano e sa la mise intorno alle spalle per coprirsi il corpo.
Quando lei aprì mi nascosi dietro la porta e guardando dalla fessura chi fosse.

" Ciao ella stai bene? Scusami se ti ho svegliato ma sta notte mi hai fatto preoccupare quando ti ho vista così in corridoio.." disse uno dei Martinez facendomi digrignare i denti.
Dio se l'avrei fatto fuori all'istante...

" Lo so.. scusami davvero Carlos ma sono giorni difficili.. " rispose lei imbarazzata e asciugandosi le guance.

" Come mai ella? Se posso chiedere ovviamente..." Domandò lui sospettoso.

" Un po' di tutto, è appena morto un famigliare ed in più è quasi l'anniversario della morte del mio ex fidanzato, sono cose pesanti da sopportare.. in questi giorni tornerò a casa dalla mia famiglia per essere aiutata a gestire un po' tutto questo fardello.. ma te davvero non ti devi preoccupare" rispose lei da brava attrice più che mai...

Se c'è una cosa che non cambiava in ella era il saper gestire le situazioni di questo genere.. era sempre incredibile anche se compariva il suo ragazzo defunto che aveva chiamato ex con un suo vicino.

La rabbia era al culmine direi.

" Va bene, spero tu ritorna presto e sappi che io ci sono se hai bisogno davvero" disse il bastardo prendendole una mano e stringendogliela.

Feci per muovermi ma il controllo mi pervase.

" Si starò via una settimana.. va bene Carlos.. grazie davvero" disse lei gentilmente prima di chiudere la porta.

Quando la chiuse mi guardò attentamente e scosse il capo incazzata.

Si tolse la coperta buttandola sul divano e andò verso la camera.

" Ella... " La chiamai seguendola e mettendo la sicura alla pistola che rimisi nei pantaloni.

" Inizia con il dirmi tutto prima che mi venga una crisi o io prova ad ucciderti per davvero." Disse lei togliendosi il reggiseno e le mutandine buttandoli nel cesto della roba da lavare e andando verso il bagno.

Prese un' asciugamano e mi guardò seriamente..

" Trevor" mi sollecitò facendomi riprendere, ella era la mia distrazione anche dopo quasi un anno lei era l'unica che mi facesse perdere la cognizione di tutto.





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