capitolo 42

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Era 0:00 quando uscì fuori di casa dei miei genitori. Mi erano mancati e vedere mia madre piangere per la mia assenza continua mi aveva dato il colpo di grazia.

Quando salì sulla jeep di Trevor misi in moto e guidai fino alla safe house in cui eravamo.

Mentre guidavo ricevetti un messaggio sul telefono, vidi che era Trevor.

Presi direttamente il telefono e senza leggere lo chiamai.

" Tutto okey?" Domandai appena rispose.

" Hai una macchina dietro che ti sta seguendo da 5 minuti. Noi stiamo cercando la targa per risalire al tizio. Te guida normalmente e fai una strada più lunga per arrivare a casa, va bene?" Disse nervosamente.

" Si okey." Gli dissi prima di riattaccare.

Guardai dallo specchietto per capire chi fosse. Ma non avevo mai visto quel tizio..

Guidai e dopo 20 minuti quando arrivai alla safe house entrai dal davanti come mi aveva detto Trevor di fare.

Quando i cancelli si chiusero la macchina che era dietro di me proseguì per la sua strada.

Entrai alla villa e le luce erano tutte spente.

Le accesi e aspettai in sala che arrivasse anche trevor.

Dopo 10 minuti entrò nell'atrio.
" Allora? Si sa qualcosa?" Domandai guardandolo seria.

Annuì " è uno del clan.. sembra che non solo il cartello potrebbe tenerti sotto d'occhio ma anche il clan. Domani vado in agenzia ho bisogno di capire come muovermi. Te non resterai qui alla villa capito?"

" Si va bene.." gli dissi pensierosa, la vecchia me sarebbe stata troppo occupata a contraddirlo al momento, ma non avevo bisogno di farlo. Non volevo farne parte. Volevo solo lui e stare in pace..

" Dai andiamo a dormire, è stata una giornata pesante.." disse Trevor accarezzandomi una guancia.
Io annuì e mi distolsi da lui camminando verso le scale.
La giornata era stata fin troppo che pesante. Prima Trevor, poi Carol ed i miei, forse poteva essere benissimo l'intero anno ad essere pesante ormai.

Quando arrivai in camera mi spogliai e rimasi in intimo fiondandomi nel letto e sotto le lenzuola. Trevor non mi aveva seguita..
Poche ore prima mi viene la pelle d'oca al pensiero che ci siamo avvicinati.. baciarlo e stare sotto la doccia sembrava che non fosse cambiato mai nulla in noi, ed invece non era così.

Trevor era diventato più freddo, sembrava che il quasi morire gli avesse portato via quasi ogni briciolo di emotività, aveva rischiato davvero tanto di morire ed io con lui.. entrambi eravamo cambiati da ciò.

Mi rigirai nel letto per non so quanto tempo finché non mi arresi.. non riuscivo a dormire nonostante fossi stanca.
Mi alzai dal letto e prendendo una delle maglie di Trevor che avevo tenuto e che mi ero portata via scesi le scale.

Dopo due ore in cui avevo trovato Trevor nel salone, lui era ancora lì che guardava dei fogli.

Camminai di soppiatto verso di lui e poco dopo si voltò di scatto con la pistola puntandomela.

Lo guardai sorpresa ma priva di paura.
" Scusami.." disse lui riponendo sul tavolo la pistola e rilassandosi poco dopo.

" Che succede trevor?" Gli domandai avvicinandomi a lui e guardando i fogli davanti a lui.

Inizialmente non rispose e mi guardò quasi arreso.

" Questa volta è davvero seria la questione ella. In ballo c'è la vita di tutti, nessun escluso. Ed il pensiero che possa sbagliare non è contemplabile anche se so già che sbaglierò qualcosa con quei bastardi." Disse lui serrando un pugno sul tavolo ed irrigidendosi.

Lo guardai e forse era la prima volta che lo vedevo cosi. Lo vedevo fragile e senza difese tra le sue paure.
Avevo paura anche io tanta. Avevo paura di perderlo ancora, di perdere qualunque persona io amassi.
Ma non potevamo permetterlo.

" Trevor guardami e ascoltami." Gli dissi prendendogli il viso delicatamente.

Lui mi guardò mentre le mie mani gli incorniciavano il viso.

" Non falliremo. Faremo di tutto per uscirne vivi e con ciò che vogliamo ottenere. Ragioneremo sul serio ad ogni azione senza agire con impulsività ed io farò la mia parte Trevor. Qualunque cosa dovrò fare la farò se ci aiuterà a risolvere velocemente questo fardello anche se va contro ai miei piani. Ma io e te dobbiamo essere uniti sul serio, nonostante siamo cambiati e non ci rivonosciamo più. Devi affidarti a me perché io farò lo stesso con te hai capito Trevor? Questa volta facciamo le cose fatte bene." Gli dissi senza filtri e sentendomi sempre più fragile quanto lui.

Lui mi guardò così intensamente come se stesse cercando tutte le risposte di cui aveva bisogno nel mio sguardo.

Dopo un attimo quasi infinito annuì e mi prese le mani dal suo volto.

" Farò di tutto ella e quando tutto sarà finito avrò chiuso per davvero con queste stronzate. Lo so che te l'ho già detto in passato, ma mai mi sono sentito così sicuro nel farlo. Io ti amo ella e non ho mai smesso di farlo, neanche su quella spiaggia.." rispose lui prendendomi per i fianchi.

Lo guardai con occhi lucidi ed annuì, non riuscivo più a dire altro, quella promessa aleggiava insieme alle nostre speranze..

Mi avvicinò a lui e mi baciò.

****
Pov's Trevor.

" Dov'è? "

Mi svegliai sentendo ella muoversi nel letto e parlare mentre dormiva.

Accesi la lampada e la guardai preoccupato. Stava facendo un incubo perché il viso era bagnato dalle sue lacrime.

" No" disse scuotendo il capo.

" Ella.. svegliati.." le dissi prendendola per le spalle e scuotendola leggermente per svegliarla.

Quando aprì gli occhi di colpo si scansò dalla mia presa scendendo dal letto, per un istante non cadde..

" Ella sono io tranquilla.. stavi facendo un incubo" le dissi per tranquillizzarla.

Lei cercò di calmare il respiro e si mise una mano sul petto e una sul viso per asciugarsi le guance velocemente.

" Si.." disse lei prendendo la bottiglietta d'acqua sul comodino e aprendola.
Aprì il cassetto del comodino e prese un barattolo arancione di pastiglie.

La guardai prendere chissà quale medicina.

" Cosa hai preso?" Le domandai preoccupato.

" Quando ho episodi come questo è l'unica cosa che mi fa stare tranquilla e dormire senza attacchi. Era da un bel po' che non mi accadeva." Disse lei continuando a bere e sedendosi poco dopo sul letto.

" Cosa stavi sognando? Quando ti ho svegliata ti sei spaventata.." le dissi assonnato e preoccupato.

" Non me lo ricordo completamente, ma era come dei flashback del mare di ciò che era successo e di Carlos come se quel giorno ci fosse anche lui in spiaggia e che non fosse la prima volta che mi vedesse." Disse lei pensierosa e guardando davanti a sé.

Era impossibile.
" Carlos? È impossibile quel giorno i registri dicono che si trovasse a Rio per affari." Risposi non del tutto convinto.

" Forse è un sogno e basta Trevor.. ne ho fatti tanti dopo quell'incidente, e per quanto non voglia ricordare neanche un momento di quel giorno a volte mi vengono in mente cose che neanche penso secondo me di aver visto. Quel giorno è stato traumatico. " Spiegò lei guardandomi incerta.

Annuì e poco dopo mi misi sotto le lenzuola e coprì anche lei.
Mi si appoggiò sopra al petto.

" Scusami se ti ho svegliato.." disse lei con sensi di colpa.

" Tranquilla piccola.. cerca di riposarti che domani avremo un bel po da fare.." le dissi mentre le accarezzavo i capelli lunghi.

" Si.. buonanotte trev" disse baciandomi il petto.

Quanto mi era mancato aver questo, aver lei di nuovo con me.

" Buonanotte El" 

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