Buffo come dei ricordi strappati, bruciati, tagliati - anche se in parte - possano suscitare benessere in qualcuno.
Meno buffo se penso a perché quel qualcuno possa arrivare a rimuoverti dalla sua memoria e, così facendo, dalla sua vita. A volte mi sento un tornado: incapace di realizzare le mie abilità distruttive, inerte a trattare tutto ciò che reputo importante nella maniera più distratta e superficiale di tutte. Il peggio è che, come il tornado che sa che al suo passaggio lascia solo devastazione, so benissimo del mio effetto sugli altri. Cerco sempre di piacere e rispettare gli standard, dimenticando l'importanza dei sentimenti altrui, a tratti egoista nel cercare di proteggere - ad esempio - l'amore che Jennifer mi ha donato. Si è spogliata delle sue paure, dei suoi incubi e dei suoi demoni, si è avvicinata a me, riparandosi sotto la mia ala. Sarebbe stato meglio che lei non avesse mai visto in me ciò che purtroppo ha pensato di conoscere, con ogni probabilità ora starebbe meglio.Quella breve ma intensa chiacchierata sugli scalini di casa sua non ha fatto altro che mettere ancora di più a nudo le sue sensazioni che sono, per la maggiore, confuse e tendenti al negativo. Mi sembra ovvio, il mio cuore non può smettere di battere per lei e non c'è nulla che io possa fare al riguardo. Passerà tempo, ci perderemo di nuovo di vista, costruiremo le nostre famiglie con persone diverse, ma l'amaro in bocca mi resterà per sempre. Le briciole della sua anima le costudirò con molta gelosia dentro di me e ne farò bagaglio perché so che ormai, fra noi due, non può esserci niente se non tolleranza.
Scuoto la testa, ornando il mio viso di un sorriso tanto ironico quanto beffardo. Vorrei esistesse la possibilità di tornare indietro ma il tempo è la cosa più brutta e giusta allo stesso tempo che abbiamo a nostra disposizione. Lei sarà felice, supererà tutto come sta già facendo, con una persona che la merita molto più di quanto possa farlo io, vivendo bene, anche se non al mio fianco.La osservo, indossa una gonna attillata color sabbia che le arriva sopra al ginocchio. Sopra è fasciata da un maglioncino bianco e ai piedi ha dei tacchi che slanciano la sua figura. È sorridente, si direbbe spensierata ma in cuor mio so che è preoccupata per queste selezioni. Oggi sono terminate, dopo quattro giorni estenuanti. Al suo fianco c'è Nick, altrettanto stanco ma composto, stanno discutendo con i genitori degli ultimi candidati che, purtroppo, sono stati scartati.
<<Buongiorno, caro il mio amico Derek!>> sentiamo esclamare. Una signora, che conosco bene, fa la sua entrata in un tailleur rosso e sgargiante.
<<Salve Madaleine>> pronuncia l'uomo, avvicinando la mano della donna alle sue labbra. In seguito, le sorride, iniziando a scambiare qualche chiacchiera sul più e sul meno.
Noto da Nick una particolare agitazione e l'insuccesso di Jennifer nel calmarlo. Allora decido di avvicinarmi ai due, con un passo felino.<<Posso capire cosa sta succedendo?>> domando ai due che, contemporaneamente, mi fulminano con lo sguardo quasi come se avessi detto, o peggio commesso, un'eresia.
<<Quelle donna è la mia ex-datrice di lavoro! Non ci ho pensato due volte a piantarla in asso quando mi hanno offerto questo lavoro e in più? Mi aveva chiesto un preavviso di quattordici giorni che non ho voluto rispettare. Ti sembra abbastanza per essere nervoso, signor eleganza e compostezza?>> risponde il ragazzo, sull'orlo di una crisi di panico che scoppia inevitabilmente appena mi porto le mani alle labbra per soffocare una risata. Dopo di me, Jennifer mi segue, alzando le mani in segno di resa.
<<Fa ridere!>> si giustifica, in un modo adorabile. Mi distraggo a guardarla con ammirazione e voglia di baciare quelle labbra che si ritrova ma distolgo lo sguardo appena lei lo nota. Tossisco.Madelaine si avvicina noi, Nick riesce a scappare usando la porta del retro.
<<Fatti presentare Jennifer, una dei nostri due direttori esecutivi e Adam, rappresentante di un'azienda di azionisti che resterà con noi per due settimane>>
Il sopracciglio della donna si alza, rivolgendo la sua completa attenzione a me.
<<La Joffrey ci aveva visto lungo... eppure sei finito in quelle aziende?>>
Abbasso la testa, imbarazzato da questa affermazione.
<<E tu, Jennifer, di bella presenza e postura. Devi essere una brava ballerina se questo ragazzo al tuo fianco ha fatto il tuo nome quando gli abbiamo chiesto chi assumere al suo posto>> rivela, facendomi rabbrividire.DUE ANNI FA
Voglio uscire da qui, non riesco a respirare, mi sembra tutto così piccolo ed io troppo grande per essere contenuto in un semplice teatro. Jennifer sa tutto ora e non mi resta altro che il suo odio con il quale non posso sopravvivere. Se avessi la possibilità mi sostituirei ad Andrew, almeno avrei un po' di pace in mente e non il suo viso devastato dal dolore che gli ho procurato.
<<Lei è il signor Morris?>> mi domanda un uomo, bloccandomi per il braccio.
Annuisco, annoiato, rivolgendo il mio sguardo altrove. Ci siamo: mi propongono di entrare in una compagnia di danza, esattamente come gli ultimi due anni.
<<Non sono interessato>> annuncio, prima che possa pronunciarsi.
<<Chi possiamo inserire nelle nostre liste, allora? Ci sono posti per la Joffrey e la Juilliard, forse può esserci di aiuto>>
Un'idea mi arriva improvvisa, oserei definirla geniale.
<<Jennifer Sophie Anderson, con la Juilliard, preferibilmente. È la miglior cosa che possa capitarvi>> ammetto, sospirando.
Annota il nome e mi ringrazia, in seguito mi sorride e mi lascia lì, solo e abbandonato a me stesso.PRESENTE
Jennifer è pietrificata, confusa, mi guarda a tratti come se non mi conoscesse. Due occhi lucidi fanno da protagonista sul suo volto che è decisamente interdetto.
<<Stasera dobbiamo cenare insieme. Porta questi due ragazzi e Nick. Non lo vedo da un po' >> termina Madaleine, prima di abbandonare la stanza con il signor Derek.Mi rivolgo a lei, catturando la sua attenzione.
<<Posso spiegarti>> inizio.
<<Sarebbe anche il caso>> risponde, agguerrita, e con tutte le ragioni di questo mondo.
<<Due anni fa, non appena usciti da quel parcheggio, mi bloccarono per offrirmi un lavoro in una compagnia. Rifiutai ancor prima che riuscissero a chiedermelo, in cambio ho dovuto solo cedere il mio posto a qualcuno che sapevo ne avrebbe avuto cura>> sintetizzo, alzando le spalle.
<<Sto vivendo con il tuo lavoro, quindi?>>
Scuoto la testa e fisso i suoi occhi con sicurezza.
<<Stai vivendo il tuo sogno>> dico, con un sorriso accennato.
<<Perché? Guarda dove sei ora. È questa la vita che volevi? Perché a me non risulta, a patto che tu non mi abbia mentito anche su questo>>
Incasso il colpo, anche se amaramente.
<<No. Non era questo che volevo>> dico, afferrando i lembi della mia giacca. <<Ma è quello che merito. Non posso più ballare senza subire il peso dei ricordi che mi fanno presente quanto male io ti abbia causato. Se uno dei due, almeno per qualcosa, doveva essere felice... era giusto che quella fossi tu>> finisco, confessandomi completamente a lei che, ancora incredula, mi guarda.
<<Non è giusto>> dice semplicemente.
<<Non tutti abbiamo la stessa concezione di giustizia>> avvaloro la mia tesi che non si permette più di contraddire.
<<Per stasera, sarebbe meglio partissimo tutti e tre insieme. Fai venire Nick da te, passo a prendervi io>> comunico e lei annuisce. Le sorrido ancora una volta e lascio la stanza, dirigendomi verso la mia auto blu.D'un tratto, è come se mi sentissi fluttuare. Dopo tempo, riconosco quanto buono sia stato nel dire il suo nome. Ora è una donna realizzata, completa, indipendente e autonoma. Vive del suo lavoro e ciò la rende soddisfatta. Per me non potrebbe esserci felicità più grande.
I ricordi mi passano in mente, dalla prima volta in cui l'ho vista, tenera, indifesa e completamente alla deriva. Paragonandola ad ora, sembra addirittura essere un'altra persona. Conscenziosa di sé, del suo passato, del suo presente e delle potenzialità che ha nel costruirsi un futuro. Non ho nessuna intenzione di distruggerle questo mondo, questo piccolo magnifico mondo che con le sue forze è riuscita a crearsi. Mi costa ammetterlo: senza di me, è una persona tranquilla. Chi sono io - nonostante il nostro passato e il mio amore - per privarle di tale calma?
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Until your last breath.
ChickLitJen, ironia fatta persona, all'apparenza forte ma fragile a causa di una perdita che ha drasticamente cambiato la sua vita. Adam, inguaribile romantico e ragazzo di principi, diffidente nei confronti delle persone e del mondo. La vita è quella cosa...