CAPITOLO 1

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Non ho mai capito perchè le ragazze trovano normale svegliarsi presto la mattina per piastrarsi i capelli con quell'aggeggio che non fa altro che bruciarli. Questo per cosa? Per cammuffare i capelli che madre natura ci ha gentilmente concesso? Magari esistesse qualcosa che possa cammuffare qualsiasi cosa non sia di nostro gradimento; magari si potesse tornare indietro...ma notizia dell'ultimo secondo: è impossibile! Allora perchè ostinarsi a cambiare? Non capirò mai le donne, nonostante io sia una di loro. Sono diversa e mi va bene così. Mi piaccio con i miei capelli mossi e li piastro solo in occasioni speciali, solo per sembrare più contenuta.

Afferro dei jeans e una canotta, indosso le sneakers e preparo l'occorrente che mi servirà per il primo giorno di accademia.
Non mi sembra vero: tornerò a ballare ufficialmente... sento la pressione premere su di me come se stessi sorreggendo ventimila pietre. Ma devo farcela, l'ho promesso a mio padre e mantengo sempre la parola data.

Faccio le scale di corsa e mi fiondo in cucina, notando con piacere che la mia famiglia siede e imperterrita ha già iniziato la colazione senza di me.

<<Buongiorno tesoro, come stai?>> chiede mio padre preoccupato. Sa che sto compiendo un passo molto importante e sa che per me è stato difficile. Decido di donargli un sorriso rassicurante:<<Buongiorno, va tutto bene>>.
Meredith mi sorride e stringe la mano di mio padre che per un momento si gira a guardarla. Decido, quindi, di sedermi e aggiungermi alla colazione.

~○~

<<Sì mamma, quante volte devo ripetertelo? Jen è con me, di fianco a me con precisione... e se prestassi un po' di attenzione potresti perfino sentirla ridere sotto ai baffi!>> esclama Rob che è attualmente al cellulare con la madre. Scoppio a ridere, sistemando il giacchetto di jeans che ho indossato appena uscita di casa. Da quando mio padre ha sposato Meredith, è letteralmente entrata luce pura e una ventata di aria fresca in casa. Robin è suo figlio e, da due anni a questa parte, mio fratello. Siamo molto legati, più di quanto potessi immaginare, più di quanto il mio stupido carattere potesse concedere. Ma Rob non mi fa pressioni, anzi, mi capisce e mi aiuta, mi lascia spazio quando sa che ne ho bisogno e non mi fa domande se non sono io a parlargli per prima.

 <<Hey Rob, posso guidare?>> chiedo gentilmente, facendo il labbruccio. Lui si ferma, si gira e mi guarda perplesso: <<Sei fuori Jennifer>>. Lo uccido con gli occhi e inizio: <<Ma dai! Non ci credo che mio padre ti abbia influenzato così tanto… ti dico che ne sono capace, sono spericolata, ma capace!>>  continuo colpendolo sul braccio: <<Sai che i fratelli si aiutano a vicenda? Soprattutto si fidano dell’altro…>> concludo con aria affranta. Rob continua a fissarmi perplesso: <<Jen non si tratta di fiducia, tantomeno di sapere come essere fratelli>> appoggia le mani sulle mie spalle: <<Si tratta di avere amor proprio e credimi, ne ho abbastanza da non farti guidare!>> conclude con un ghigno soddisfatto.

Rassegnata mi avvio verso la macchina e Rob fa partire il motore. Lo guardo e studio il suo volto, ha una mascella tagliente, una barba molto sottile, labbra carnose e occhi di un azzurro molto profondo. Devo riconoscere che è un bellissimo ragazzo, sincero, altruista e iperprotettivo.

Si gira a guardarmi e mi sorride - sorriso che ricambio - e rompe il silenzio:<< Sei nervosa, dovresti calmarti>> si rivolge a me con un tono autoritario. Sospiro:<< Rob ti ringrazio e so che lo fai per il mio bene, ma davvero ho un vuoto nello stomaco e mi sento di vomitare>>. Scatta verso di me e capisco il perché, decido quindi di continuare il discorso dicendo:<< Tranquillo, non vomiterò, non adesso>>. Sospira tranquillizzandosi poi mi parla:<< Puoi vomitare e farti prendere dal panico, ma non nella mia auto>> sorrido divertita alla sua puntualizzazione e preciso:<<Se non ti conoscessi ti darei del superficiale>>. Lui mi guarda e mi dona un sorriso rilassato:<< Mi conosci, per fortuna>>.

~~

 <<Allora siamo arrivati?>> chiedo impaziente. Siamo da meno di mezz’ora in auto ed il tragitto era più o meno breve, ma il traffico di San Francisco lascia poco a desiderare, tantomeno la mia ansia che mi divora viva… <<Si, almeno credo… come diceva l’opuscolo?>> accolgo la sua richiesta e parto ad una caccia alla cieca dell'opuscolo nella mia borsa:<< Uhm, non so dirti Rob non ci capisco niente di strade...>>.
Il moro sbuffa e sosta sulla sua sinistra, mi strappa l'opuscolo dalle mani:<<E tu volevi anche guidare?>>  dice tenendo lo sguardo sulla piccola mappa inserita su quei fogli. <<Sì che volevo! Mi avresti aiutato>> esclamo irritata, incrociando la braccia e volgendo gli occhi verso il finestrino. <<Credo che dovremmo chiedere aiuto a qualcuno, non ci capisco niente>> afferma insoddisfatto, allora ne approfitto per cantare vittoria:<< E tu volevi anche guidare?>> ripeto la frase di qualche minuto fa, scimmiottando la sua voce.

Decido di uscire dall'auto e proprio in quel momento mi scontro con una chioma rossa.
<<Ma guarda dove cazzo vai!>> mi esclama la ragazza sconosciuta, spostando l'interrettore dei miei nervi su ON. Con sguardo omicida la fisso :<<Scusami? Non so se in questo quartiere la vita è diversa, ma nel mio non si corre al limite tra il marciapiede e la strada>> replico, incrociando le braccia al petto. <<Carina, se corro sarà perchè vado di fretta>> dice sbuffando e prima di poter risponderle, sbuca Rob che esordisce dicendo:<< Jen, l'accademia sarà per forza da queste parti, mettiamoci in cammino. Chiederemo lungo la strada>> . Si illuminano gli occhi della ragazza di fronte a me, forse per la visione celestiale del mio fratellastro o forse per ciò che aveva appena detto:<<State andando all'accademia di danza?>> chiede rivolgendosi a Robin. Lui nota la rossa solo adesso e riesco a notare un'espressione di stupore... mi sta decisamente innervosendo.
<<Sì, tu saresti?>> chiede curioso. La ragazza si avvicina:<<Sono Meghan, e voi due?>> ringrazio mentalmente quest'antipatica per essersi ricordata della mia presenza, ma appena apro bocca per parlare, ecco che mio fratello mi precede:<<Siamo Robin e Jennifer, fratellastri che cercano di arrivare in tempo per la selezione dell'accademia>>. L'enfasi utilizzata per marcare la parola "fratellastri" mi fa nascere un sorriso spontaneo che muore appena Rob continua dicendo:<<Se anche tu sei diretta lì, puoi aiutarci ad arrivare? Ti diamo un passaggio>> Meghan sorride e accetta la proposta, Robin gli fa spazio nei sedili posteriori, tra le nostre borse. Prima che il moro potesse entrare in macchina, lo fermo per un braccio:<< Mhh, dimmi sei diventato pazzo??>> attiro la sua attenzione ed inizia a guardarmi con sguardo confuso:<<Se fosse una pazza omicida? Non sappiamo niente oltre al fatto che si chiama Meghan e che è una fottuta spocchiosa!>> continuo.
Robin si avvicina, mi prende per il naso e sussurra:<<Rischieremo, potrebbe essere o la nostra salvezza o la nostra condanna>> termina ridendo, quindi decido di voltargli le spalle e di rientrare in macchina sperando, almeno, di arrivare in tempo per la selezione.

<<Guardate qui!>> esclama Meghan dopo poco tempo, subito alzo gli occhi al finestrino e noto l'immenso edificio che si erge sulla mia destra. Sento le lacrime salire agli occhi ma subito reprimo l'istinto di piangere. Non ora. Non posso rovinare questo momento. Non davanti alla rossa.
<<Cazzo che ansia!>> urla emozionato Rob. Parcheggia e decidiamo di uscire. <<Mi avvio ragazzi, vi ringrazio per il passaggio e se aveste bisogno di aiuto questo è il mio numero>> Meghan prende un bigliettino e prima di allontanarsi, lo affida a mio fratello, che non si aspettava tale azione. Decido di ignorare la scena e di rinchiudermi nei miei pensieri che non sono per niente rassicuranti.

Rob mi stringe la mano e mi osserva: <<Jen ci siamo, possiamo farcela. Non farmi quella faccia, so che è difficile per te ma stai per realizzare il tuo sogno>> mi dice preoccupato. Mi asciugo una lacrima che non mi era resa conto fosse caduta:<<Sì, lo so. È stato un momento>> dico con fare rassicurante. Rob incredulo:<<Parlami, so che non è così>>. Mi maledico internamente, mi conosce troppo per potersi bere una bugia inventata al secondo:<< Rob, cosa vuoi che ti dica? Ci sei tu e sei l'unico motivo per il quale ho deciso di ritornare sui miei passi. Non te lo nascondo, non è più lo stesso>> abbasso la testa e inizio a guardare le mie mani. Rob mi prende per il mento e pianta i suoi magnifici occhi nei miei:<<Andiamo>> mi sorride.
Rob è così, non mi fa pressione e ha evitato l'argomento perchè sa che non sarebbe servito a nulla, non avrebbe alleggerito il peso che ho sullo stomaco da tanto tempo.

Tiro su la borsa, la sostengo con decisione e inizio, con Rob al mio fianco, ad incamminarmi verso l'entrata di questo sontuoso edificio.
Mi fermo e leggo ad alta voce:<<San Francisco Ballet School>> sospiro tremolante:<<Diamo inizio alle danze>>.

Until your last breath.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora