Adam's Pov
Quanto sono monotone le giornate senza punzecchiare Jen? Oh beh, sarei ipocrita se dicessi che mi piace solo darle fastidio...
È tutto ciò che normalmente mi attira in un ragazza e se non fosse per il fatto che sono un bugiardo senza scrupoli mi sarei già fatto avanti come si deve. Non riesco a starle lontano, è più forte di me, non posso ignorare ciò che sento. Non posso più farlo.Prendo il cellulare e digito il suo numero.
<<Hey>> sento dire e sorrido istintivamente.
<<Mi domandavo come stesse la ragazza più fortunata di questo mondo>>
<<Come stavo ieri, stamattina e cinque minuti fa quando per l'ennesima volta Robin me l'ha domandato. Piuttosto dimmi, perché cavolo siete tutti con il cellulare?>> domanda, sbuffando alla fine.
<<Deena fa ritardo di un'ora, a quanto ho capito ha avuto un problema con il padre. Non mi interessava più di tanto e ho smesso di ascoltare Romero praticamente subito>> rispondo, sedendomi su una panca in corridoio. Mi appoggio al muro e incrocio le gambe davanti a me. Ora sono comodo.
<<Io Romero non l'ho mai ascoltato>> soffoca una risata. <<Adam posso farti una domanda?>>
Tossisco e annuisco. Poi capisco che lei non può vedermi annuire e allora mi maledico internamente per quanto mi stia innervosendo senza motivo.
<<Spara>> le dico, come se non fossi per nulla agitato.
<<Credi davvero che riuscirò a ballare? Voglio dire... credi che ce la farò a tornare in tempo?>> termina con voce flebile, probabilmente perché teme la mia risposta. Non ne ha motivo.
<<Sarai in piedi in men che non si dica e ballerai molto meglio di prima. Questi infortuni sembrano disgrazie e per un po' lo sono, ma poi risultano essere una benedizione. Ti riposi psicologicamente e fisicamente parlando. Non esiste cosa migliore>> termino, respirando a fondo.
<<Grazie, ti vo->> si interrompe, simulando un attacco di tosse.
Cosa stava dicendo?
Ti voglio bene? Ti voglio? Ti vorrei qui? Cazzo Jennifer.
<<Ecco, devo... cosa devo... ah sì... la crema. A dopo Adam>><<Contaci>> dico e attacco prima che possa rispondere. Mi alzo dalla panca e faccio avanti e indietro. Lei non prova lo stesso. Ecco perché mi ha rifiutato subito dopo il bacio, ecco perché non vuole parlarne più di tanto. Una parte di me dice che sono solo paranoico e forse è così. La realtà è che ho bisogno di certezze il prima possibile.
<<Morris, giusto?>> mi giro subito verso la donna che mi ha rivolto la parola. Elizabeth Hudson. Annuisco e le sorrido lievemente, avvicinandomi a lei.
<<Oggi assisterò alle prove, mi interessa sapere a che punto siete. Mi aspetto un figurone a maggio, lo sapete>> aggiunge portando i capelli dietro le orecchie. Osservandola non posso fare a meno che pensare che lei e Jennifer sono due gocce d'acqua. Gli stessi lineamenti, gli stessi lunghi capelli mori. È assurdo come allontani la figlia senza nessun tipo di problema.
<<Lei è la benvenuta signora>> rispondo, sorridendo ancora una volta.
<<Morris, sa dirmi perchè siete così in pochi? Cioè, so che ne siete in sei e ne vedo solo quattro>>
Ci siamo. Vuole sapere perché sua figlia non è qui.
<<Ne è sicura? Ero certo ci fossimo tutti... che strano>> mi gratto la fronte alla ricerca di una scusa plausibile.
<<Ma non si preoccupi, vedrà che arriveranno a breve. Saranno in giro per la scuola>> aggiungo, cercando di essere il più convincente possibile. Lei annuisce convinta .
<<Mi avvio in aula, a dopo>> sibila infine, gira i tacchi e svolta il corridoio.
Rispondo profondamente. Che ansia.~°~
Le lezioni sono state sfiancanti. Con questo ritmo tornerò a casa con la sola voglia di dormire. Il pensiero va spontaneo a Jennifer. Deve farcela. Deena non è per niente convinta del ritorno della ragazza e ha già chiesto a Lily di allenarsi con noi.
Molto brava certo ma non al livello di Jen. Eravamo davvero in sintonia e adesso sono obbligato a ballare con una persona della quale conosco il nome solo perché me l'hanno detto qualche ora fa. Sbuffo sonoramente e mi avvio verso la macchina. Saluto con un cenno Robin e Meghan che mi passano davanti mano nella mano. Sorrido al pensiero. Sono davvero carini e giusti insieme.Lungo la strada mi fermo in un bar per bere qualcosa. Devo ricaricare le mie energie specialmente perché ho intenzione di andare a casa Anderson. Quel posto mi rievoca sensazioni e ricordi che cerco di dimenticare invano. Purtroppo per quanto cerchi di ignorarlo, il passato ritorna nella mia vita come se sapesse che non l'ho ancora superato. Chissà se lo farò mai.
Entro nel locale e mi siedo al bancone. Una ragazza bionda si avvicina e mi chiede cosa voglio. Ordino una birra e non posso fare a meno di pensare a quanto sia troppo fine e di conseguenza inadatta per stare in un posto come questo. Alzo le spalle e mentre aspetto la mia ordinazione, mi guardo attorno.
<<Mason! Sei tu?>> rimbalzo dalla sedia. Solo mia madre mi chiama con il mio secondo nome. Oh, sì. Anche Mike. Cazzo ma che ci fa Mike qui?
<<Si... Tu devi essere Mike se la memoria non mi inganna>>
Mi dà un pacca sulla spalla. Mi fai male Mike...
<<Certo fratello! È passata una vita>> dice, prendendo posto di fianco a me.
La dolce barista mi porge la birra e mi offre un sorriso. Alzo le sopracciglia e inizio a sorseggiare ciò che ho ordinato.
<<Sono stato pochissimi mesi a New York eppure ti ricordi>> denoto, portando la birra alle labbra.Già. New York.
Ci sono stato tre anni fa, stavo conducendo una vita decisamente sbagliata. Ero fuori controllo. Dopo l'arresto di Simon ho avuto paura che in qualsiasi momento sarebbe toccato a me, eppure non facevo nulla per cambiare abitudini. Fino a quando decisi di sparire, inizialmente credevo per sempre ma poi mi sono reso conto che era sufficiente che gli altri credessero che me ne fossi andato. Fin quando potevo scappare da me stesso? Sapevo benissimo che non sarebbe durata e allora meglio piantarla subito. Tornato da New York, feci l'audizione per l'accademia all'oscuro dei miei genitori ed entrai. Da due anni non ho il coraggio di dirgli dove vado la mattina e qualche pomeriggio. Credono ancora che mi alleni intensamente in palestra.<<Come fai a dimenticare il vicino più rompipalle mai esistito? Incredibile, ogni sera una ragazza... non eri stanco?>> domanda, sottraendomi dal vortice dei miei pensieri. Quasi sputo la birra.
<<Non portavo nessuna ragazza... Mike non ricordi un cazzo>> sorrido e scuoto la testa.
Il rosso porta una mano alla testa.
<<Ah sì! Quello era John>> si corregge, soffocando una risata e scusandosi per il malinteso.
Appoggio il cellulare sul bancone per comodità e Mike mi guarda con un fare strategico.
<<Se riesci a farti dare il numero dalla barista, ti offro un'altra birra>>
<<Perchè dovrei?>> chiedo del tutto contrario a questa sua idea pazza.
<<Perchè hai tutta l'aria di uno che ha il cuore spezzato e che di conseguenza ha bisogno di una bella sveltina>> sussurra e sgrano gli occhi. Ora ricordo perché non sopportavo più di tanto Mike.
<<Non ho il cuore spezzato e non ho bisogno di nessuna sveltina. Sto benissimo così>>
<<Non si dice mai no a sfide del genere, ciò significa che il tuo cuore è occupato. Mi sbaglio?>>
Scuoto la testa e sorrido.
Nello stesso momento mi arriva un messaggio. Sbircio un po' e noto che si tratta di Jennifer."Mi sto annoiando, mi chiami?"
<<Sei perso>> aggiunge Mike.
Alzo lo sguardo al suo. Annuisco.
<<E non ho nessuna intenzione di ritrovarmi>>.
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Until your last breath.
ChickLitJen, ironia fatta persona, all'apparenza forte ma fragile a causa di una perdita che ha drasticamente cambiato la sua vita. Adam, inguaribile romantico e ragazzo di principi, diffidente nei confronti delle persone e del mondo. La vita è quella cosa...