CAPITOLO 15

32 4 0
                                    

<<Quindi tu mi stai dicendo che li hai trovati letteralmente avvinghiati?>> mi domanda incredulo Robin, gli sorrido:<<Al culmine della passione>> rispondo e lo vedo rabbrividire. <<Quel bastardo la pagherà cara>> sussurra:<<No, ascoltami Rob. L'avrei lasciato comunque, il fatto che mi ha tradito ha semplificato il processo>> termino, addentando l'ultimo trancio di pizza rimasto nel piatto. Robin mi ha portato in una pizzeria quasi al centro della città, per trascorrere una serata tra fratelli ha detto quando gli ho chiesto il perchè. A me non dispiace passare del tempo con il mio moro preferito.

<<Piuttosto, perchè tu e Meghan non state ancora insieme?>> domando davvero curiosa:<<Io...cioè...ehm>> temporeggia Robin e davanti alla mia fermezza si abbandona ad una confessione:<<Io sono timido Jen! Mi piace tantissimo ma il solo pensiero di stare da solo con lei, mi innervosisce al punto tale che le mie mani iniziano a sudare>> dice, mostrandomi i suoi palmi - molto sudati - tornando al discorso:<<Lei vuole certezze e le avrà appena riuscirò a capire come gestire le mie emozioni>> termina, concedendosi un sorso di Coca Cola. <<Non che sia più esperta di te... ma hai pensato all'eventualità che lei possa scocciarsi di te e del tempo che impieghi? Cazzo Robin, svegliati! Hai un problema? Parlane con lei. Sfogati con lei. Dille tutto. Non troverai un muro, te lo assicuro. Non avere paura e rischia anche a costo di farti male. Solo allora potrai dire di aver vissuto a dovere un'esperienza come questa>> dico e Robin mi guarda sorpreso:<<Mi sei mancata>> mi risponde e non posso fare altro che sorridergli.

~○~

Alzo la testa e mi perdo nell'infinito blu che ci sovrasta. <<Sono un'ottima osservatrice e sostengo che il cielo cambi colore ogni giorno. Non è sempre blu, ci sono miliardi di variazioni che lo rendono stupendo ogni giorno. Ecco forse io sono come il cielo, sembro uguale e intoccabile ma solo chi mi osserva attentamente  riesce a captare tutto ciò che emano. Mi vesto d'ironia ogni giorno, creo questo muro insormontabile e pochi selezionati riescono a scavalcarlo. Solo quei pochi mi osservano e mi spogliano di ogni tipo di corazza possibile. Sono le uniche persone alle quali affiderei la mia vita sicura di essere protetta. Andrew eri una di quelle e con te la mamma. Credo tu sappia che non vuole più sapere niente di me. Le ho tolto l'unica ragione per la quale il matrimonio con papà sopravviveva. Non so cosa si aspettasse da me quando mi ha messa al mondo, ma tu c'eri quando mi urlava di essere stata uno sbaglio, tu c'eri quando i singhiozzi di pianto mi impedivano di respirare e c'eri anche quando avrebbe fatto di tutto per farmi essere al tuo posto. Non la biasimo. Come potrei? Se potessi cambiare il passato, vorrei poter scegliere di vivere la tua vita così almeno tu... ora...>> vengo interrotta dalla suoneria del mio cellulare e allora parto alla ricerca dello stesso ma uno sbuffo mi esce spontaneo quando leggo il nome di chi mi sta chiamando. <<Victoria? Cosa vuoi? Ho da fare>> dico confusa da questa chiamata inaspettata:<<Sei meno sveglia di quel che credevo! Sono l'unica ad avere il cellulare carico altrimenti non ti avrei chiamata...>> spara a raffica:<<Ok, gentile da parte tua ma potresti farmi il piacere di arrivare dritta al punto?>> domando stufata da questa conversazione del tutto indesiderata:<<Tra 10 minuti abbiamo la prima prova con la compagnia, ricordi lo show? Evidentemente no>> mi comunica e balzo in piedi. Stacco la chiamata e mi avvio verso l'uscita del luogo, iniziando una vera e propria guerra contro il tempo che scorre veloce.

~○~

Come posso aver dimenticato la prima prova? Sono una stupida senza giustificazioni! Stamattina sono uscita prestissimo approfittando del giorno di riposo in Accademia per compiere una delle mie visite che stanno diventando giornaliere ed ho completamente perso la cognizione del tempo. Sono una sbadata.
Corro veloce sul marciapiede, urtando qualche passante ai quali urlo di scusarmi. Mancano 2 minuti all'inizio e restano 800 metri da percorrere, penso di potercela fare. Se solo avessi dei fulmini sotto ai piedi, ah che gioia sarebbe!
<<Anderson ma che cazzo? L'obiettivo di oggi è sconfiggere il male diventando Flash?>> dice Adam che mi tiene il passo stando comodamente in macchina. <<Non è il momento>> comunico ansimante:<<Salta su e muoviti>> offre e mi fermo accettando immediatamente la proposta.

Adam preme sull'acceleratore e in men che non si dica arriviamo fuori l'edificio che ospita la compagnia prestigiosa della quale si è tanto parlato. Prima che possa uscire dalla macchina, Adam mi prende per un braccio:<<Stai tranquilla>> mi rassicura quasi come se potesse avvertire la mia agitazione e sentire il mio battito cardiaco:<<Ci provo>> gli sorrido ed esco, aprendo la portiera. Il primo viso che incontro è quello di Victoria che mi osserva o forse sarebbe meglio dire che mi brucia con uno dei suoi sguardi assassini.
<<Che ci fate insieme voi due?>> domanda con aria superiore e sprezzante:<<Brutto vedere gli ex con altre vero? Ti sconsiglio vivamente vederli scopare con quelle altre, spettacolo orribile>> rispondo, colpendo l'obiettivo. Mai farmi la guerra, mai.

~○~

<<Signori, accomodatevi. Siamo della Joffrey Ballet School e il nostro obiettivo è quello di donare emozioni alle persone che pagano per vederci. Se siete riuniti qui  è perchè voi tutti avete le carte in regola per dimostrare che la danza prima di essere uno svago è un'arte. Un'arte che va rispettata e protetta come se fosse l'unica cosa che merita l'attenzione generale. Se siete qui è perchè state facendo della danza il vostro lavoro e meritate che vi sia data la possibilità di trasmetterlo a tutti coloro che vorranno>> sentenzia e respira una signora di mezza età, con capelli biondi e trucco perfettamente in ordine. Mi sento così tanto sotto pressione che non riesco nemmeno a spiegarlo. Queste persone sono piene di aspettative ed io non sono certa di poterle adempiere a dovere.

<<Ad ogni gruppetto verrà assegnato un professionista della nostra compagnia che vi seguirà e vi insegnerà le coreografie, ci ritroveremo qui una settimana al mese fino a maggio, mese nel quale lo show prenderà vita. Grazie per la vostra  attenzione e buona fortuna a tutti>> conclude definitivamente la donna bionda e tiro un sospiro di sollievo che mi libera dalla pressione che avevo accumulato.
<<Ragazzi che ansia!>> esclama Meghan attirando la nostra attenzione:<<Già>> rispondo con pochissimo entusiasmo, alzandomi e iniziando ad esplorare la sala, allontanandomi dal gruppetto della mia accademia.
Non voglio incupirmi, non è questa la mia intenzione. Credo solo di essere di nuovo nel posto sbagliato. Insomma non riuscirò mai ad essere all'altezza delle loro aspettative! A chi voglio prendere in giro?
<<Ciao, tu sei?>> mi domanda un ragazzo sconosciuto fornito di una lista piena di nomi che mi sottrae dal vortice dei miei pensieri:<<Jennifer Anderson, San Francisco Ballet School>> mi presento e gli mostro anche il badge che ci avevano precedentemente consegnato. <<Beh c'è un problema, non esiste nessuna Jennifer Anderson>> mi comunica, alzando lo sguardo dalla lista e gettandomi nel panico:<<Come scusa? Esiste eccome>> domando super preoccupata. Il ragazzo mi osserva di sottecchi:<<No, non esiste>> ripete e non fa che confondermi maggiormente. <<Che sta succedendo?>> domanda Adam che è corso in mio aiuto:<<Dice che non esisto sulla lista>> rispondo e Adam mi osserva stranito:<<Non esiste nessuna Jennifer Anderson, mi dispiace devo chiederti di uscire>> sentenzia, afferrandomi per il braccio e trascinandomi verso l'uscita:<<Amico giù le mani>> gli urla Adam e il ragazzo arresta la dua camminata:<<Ora>> aggiunge Adam:<<Altrimenti? Cosa mi fai?>> domanda con tono provocatorio lo sconosciuto. Adam afferra la sua lista e parte alla ricerca del mio nome:<<Hai un secondo nome?>> mi domanda ed io annuisco:<<Sophie>> dico e Adam scoppia a ridere. <<L'unica cosa che posso farti è insegnarti a fare il tuo lavoro>> termina, liberandomi dalla presa del ragazzo che nel frattempo si stava intensificando, incastrando in seguito le nostre mani. <<La prossima volta non ti insegnerò solo il tuo lavoro, te lo assicuro>> dice, portandomi fuori dall'aula sotto agli occhi di tutti.

Until your last breath.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora