Il ticchettio dei miei stivaletti neri mi accompagna lungo l'ufficio del signor Derek.
Cerco di distrarmi, di pensare ad altro, di scaricare l'ansia che provo su qualcosa, ma proprio non riesco. Oggi finalmente ci sarà il resoconto del mio lavoro annuale da direttore esecutivo nella Juilliard School.
Indosso una gonna bianca che scende dolce fino a metà coscia e un maglioncino blu a ripararmi dal freddo. Piuttosto ironico visto che le mie gambe sono praticamente scoperte, ma non importa più di tanto. Da un po' di tempo a questa parte, ho iniziato a vedere il mio modo di vestire inadatto rispetto al ruolo che impiegavo e proprio per questo ho buttato via il mio guardaroba e l'ho riempito con vestiti eleganti alla moda e tacchi di ogni genere. Ho 22 anni ormai, non sono più una ragazzina o almeno, non quella che ero fino a qualche mese fa e ne sono felice. Vivere a New York mi ha fatta maturare molto, dimenticare e archiviare altrettanto. Di San Francisco mi manca solo visitare il cimitero. Negli ultimi mesi lì, diventò un'abitudine che fu vista e definita dalla mia psicologa ossessione. Stavo ricadendo nello stesso circolo vizioso ed è per questo che mi obbligai a ricordarmi i veri motivi per i quali ne sono uscita: la mia famiglia e la danza. Infatti oggi, a distanza di due anni, sono la mia unica priorità.<<Come va signorina Anderson?>> mi domanda un Nick sorridente, prendendo posto accanto a me nella sala d'attesa. Lui era nella Joffrey e ballammo insieme nello show finale. Adesso entrambi lavoriamo per la Juilliard. Fu una casualità, un gradita e inaspettata casualità. Non è mai piacevole proiettarsi in una città nuova e grande da sola e sapere che qualcuno che conoscevo, seppur superficialmente, mi avrebbe accompagnato fu un sollievo. Ora siamo grandi amici, oserei dire complici.
Ricambio il sorriso e alzo le spalle.
<<Sono talmente in ansia che penso che anche le piante se ne siano rese conto>> ammetto, semplicemente. Con lui mi riesce, forse perché so che lui non può aspettarsi nient'altro da me.<<Non puoi essere più in ansia di un co-direttore esecutivo gay in New York>> ironizza, facendomi scoppiare in una fragorosa risata. Gli tiro un pugno sul braccio possente.
<<Sei sempre il solito>>
<<Se non ci fossi io, saresti persa nuvoletta>> mi risponde, pizzicandomi leggermente il naso. Di tutta risposta, gli lascio un bacio sulla guancia e mi accoccolo sulla sua spalla.<<Nick, due anni fa ero una ragazza che ballava per dimostrare al mondo che non era più depressa, inconsapevole del fatto che lo sarebbe tornata subito dopo. Adesso? Lavoro per far brillare di luce propria i nostri ragazzi. Pensi ne sia valsa la pena?>> domando sinceramente. Ormai è abituato alle mie riflessioni improvvise e alle mie domande senza senso. Lui sa tutto quello che ho dovuto superare più e più volte.
Annuisce energicamente.
<<Jennifer, non sarebbe lo stesso. Probabilmente penserai che io stia dicendo una stronzata, ma questa scuola..>> attorciglia il naso. <<Emana diversità da quando hai messo piede qui dentro. Credimi, so di cosa sto parlando>> continua, facendo riferimento alle mille ricerche e al suo sogno di lavorare qui da tutta una vita. Gli sorrido e sospiro. Avevo bisogno di sentire quelle parole.
~°~
L'ufficio del signor Derek è sgargiante. Pieno di bandiere, poster, colori e medaglie. È un uomo alto, dai capelli bianchi e un solo ciuffo viola, indossa una delle sue solite camicie particolari tendenti al rosso e un pantalone nero. Ai piedi dei "semplici" mocassini con qualche dettaglio dorato.
<<Le perle che completano la mia favolosa collana>> ci annuncia, invitandoci a sedere.
<<Cosa pensate che io possa dirvi? Due anni fa vi ho visto ballare ed oggi sono solo un uomo fortunato che ha scommesso su due cavalli vincenti. Sono fiero del lavoro che state svolgendo e la contabile Maddie sta preparando un contratto quinquennale per voi due. Prevede che prepariate le vostre classi e che vi esibiate come ogni anno. Io voglio rinnovare con voi. Sarei un pazzo a non farlo>> termina, sorseggiando una tisana.
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Until your last breath.
Literatura FemininaJen, ironia fatta persona, all'apparenza forte ma fragile a causa di una perdita che ha drasticamente cambiato la sua vita. Adam, inguaribile romantico e ragazzo di principi, diffidente nei confronti delle persone e del mondo. La vita è quella cosa...