CAPITOLO 20

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"Vestiti nel modo più comodo che conosci" somo state le ultime parole dette da Adam prima di staccare la chiamata. Che diavolo ha in mente?
Sono in piedi davanti all'armadio riflettendo sul senso filosofico del termine "comodo". Anche dei tacchi possono essere comodi, come un vestito con uno spacco vertiginoso o una maglia super scollata. Sto seriamente dicendo che tutti i vestiti che mi mettono a disagio possono diventare comodi perchè devo uscire con Adam? Sto impazzendo è abbastanza chiaro. Alzo gli occhi al cielo maledicendo la mia insicurezza e la mia indecisione e decido di optare per una tuta nera con qualche dettaglio in bianco. Non è il massimo del comfort perchè è formata da un top abbastanza corto e scollato il giusto e poi da un leggings stile pinocchietto abbastanza aderente. Decido di non farmi troppe paranoie e di indossare quanto appena scelto.

Pronta per uscire, scendo in salone per passare il tempo che mi separa dall'arrivo di Adam. Noto la presenza di Meredith e un senso di repulsione mi assale lo stomaco, faccio una smorfia per trattenere la mia voglia di iniziare ad insultarla e mi siedo sul divano a distanza di sicurezza da lei.

<<Tesoro dove vai?>> mi chiede con la sua solita gentilezza. La guardo e mi domando come sia possibile che lei sia stata capace di tradire non solo mio padre ma tutta la famiglia alla quale ha promesso fedeltà.

<<In giro>> rispondo secca, dopo qualche minuto. Lei annuisce e torna a guardare il programma che sta seguendo in televisione. <<Lucie mi ha detto che Ryan sta molto male per la fine della vostra relazione, tu non mi sembri soffrire più di tanto>> dice, all'improvviso, spegnendo la televisione.

<<Strano stia male, è stato lui a tradirmi>> replico prontamente.
<<E tu a non averlo amato>>  completa come se sapesse tutto e avesse come unica intenzione quella di ferirmi. <<Nessuna delle due è in grado di dettare legge su come ci si comporta durante una relazione. Ora scusami ma devo proprio andare>> dico avviandomi verso la porta ed uscendo, decidendo quindi di aspettare il moro fuori.

Dopo qualche minuto sento un campanello suonare ed inevitabilmente attira la mia intenzione. Mi giro e guardo verso la strada e con un misto tra piacere e divertimento vedo Adam con quelle biciclette a due posti di color nero, munito di casco e un sorriso assolutamente contagioso. <<Signorina non abbiamo tutta la giornata, venga>> mi invita e mi incammino verso di lui sull'orlo di una crisi di risate. <<Ma che cosa hai in mente?>> chiedo ovvia.

<<La sua è una domanda lecita ma mi sembrano altrettanto ovvie le mie intenzioni. Salti su>> dice ancora una volta e subito mi impanico. <<Ho alcune domande. La prima, perchè mi dai del lei? La seconda, hai rotto la macchina? La terza, più che una domanda una confessione ma prometti di non ridere di me>> sussurro come stessimo rapinando una banca. Adam slaccia il casco e mi osserva curioso.

<<La prima, per cordialità. La seconda, no la macchina sta molto bene e terza, prometto solo di non usarlo contro di te>> termina e mi esorta a parlare. <<Non so guidare la bicicletta. Non ne sono mai stata capace! Credo di averne anche un po' paura>> confesso, fidandomi ciecamente del moro che sorride appena. <<Ti insegno io, non vedo il problema>> si offre e il panico aumenta ancora.
<<No, no e ancora una volta no. Prendo la mia macchina, puoi posare la bicicletta sotto al portico nessuno oserà toccarla>> organizzo senza cercare l'autorizzazione del moro. Lui scende dalla bicicletta e esegue il mio ordine.

<<Scappa quanto vuoi, prima o poi faremo un giro sulla bicicletta. Su quella bicicletta>> mi fa sapere, ma sono troppo impegnata ad accendere la mia macchina adorabile. Era da tanto che non guidavo a causa del fatto che spesso prendiamo quella di Robin e che il mio caro fratellastro non mi permette di guidarla. La mia vettura è piccola ma comunque molto accogliente, a cinque posti e molto fresca. Sull'esterno è colorata di un rosso scuro e ci tengo particolarmente che non si rovini. Probabilmente è per il legame affettivo che mi lega a questo suo stato. È il primo acquisto che ho fatto da diciottenne, il primo importante dopo la morte di Andrew. Sognavamo spesso di avere le nostre auto personali, eravamo consapevoli che non sarebbe stato solo un sogno. Il fatto è che molte delle cose che sto vivendo avrei voluto viverle con lui, tutto avrebbe avuto un'importanza e un valore diverso.

Scuoto la testa e scaccio la nostalgia almeno per stamattina, oggi è un altro moro ad occuparmi la mente. Non che mi dispiaccia.

Abbasso il finestrino e lo invito a salire e lui, reattivamente, si accomoda al mio fianco. <<Prima di andare dove hai intenzione di portarmi, facciamo un salto alla stazione di servizio. Ha bisogno di mangiare>> dico, indicando il manubrio e alludendo al carburante. Adam mi sorride e annuisce, così parto per la stazione più vicina.

~○~

Svolto sulla sinistra dopo dieci minuti di viaggio, questo posto mi è troppo familiare. Mi evoca ricordi che mi spezzano il cuore in due. È incredibile quanto possa cambiare con il tempo. Vorrei poter cambiare ma ormai andiamo di fretta. Scendo dall'auto, invitando Adam a fare lo stesso. Dopodichè avvicino un ragazzo che è fuori il locale della stazione. <<Ciao, scusa mi fai il pieno?>> chiedo cordialmente e il ragazzo annuisce e inizia a fare ciò che è di dovere.

<<Dimmi che ti piace l'odore della benzina>> mi dice Adam e scoppio a ridere. <<Certo che sì, sarebbe una pazzia non amarlo>> rispondo, aspettando di sniffare quel fantastico odore.
<<Amin! Cosa stai facendo? Attento alla valvola! Sei maldestro, ci ucciderai tutti prima o poi>> sentiamo urlare al ragazzo che si sta occupando della mia macchina. Ci giriamo insieme e noto che il proprietario della voce non è uno sconosciuto. Il ragazzo, che sembra il capo,  appena mi nota mi osserva e resta confuso quanto sbalordito.

<<Tu sei... Luis?>> gli domando, cercando di ricordare dove l'ho visto l'ultima volta. Ma certo! Lavora per mio padre ed è l'investigatore "segreto". Luis annuisce. <<Non mi aspettavo di vederti qui>> ammetto sinceramente al ragazzo. <<Signorina, con tutto il rispetto, suo padre paga bene ma non quanto vorrei. Questo mi aiuta ad avere più soldi>> risponde con tutta sincerità e mi sembra inizialmente abbia anche senso. Ma poi ricordo le parole di mio padre, "Possiamo fidarci di Luis, lavora solo per me, non lo trovi da nessuna parte. È molto scrupoloso e attento". Non è stato sincero del tutto questo investigatore. Annuisco all'affermazione di Luis. <<Adam vieni? Devo parlarti>> attiro la sua attenzione, quasi preoccupandolo. Decido di portarlo sul retro del locale per appartarci un po' , al sicuro da occhi e orecchie indiscrete perfino per un investigatore. Osservo lo sguardo troppo confuso di Adam e inizio a parlare. <<Non so se posso parlartene, non so se fidarmi di te ma non posso fare altrimenti. Quel Luis lavora per mio padre, è un detective segreto che raccoglie informazioni e prove per mio padre in caso di perplessità o altro. Ecco, quel ragazzo ha scoperto che Meredith, la moglie di mio padre e madre di Robin, lo tradisce con il suo ex marito. Io ne sono rimasta sconvolta e ho subito messo in dubbio la provenienza di queste immagini e testimonianze. Papà mi ha assicurato di poterci fidare di Luis e che non avrebbe mai parlato a nessuno di questo suo lavoro. Ho pensato fosse una copertura quella di poco fa ma non avrebbe dovuto nominare mio padre. Capisci il senso di ciò che dico vero?>> domando, sperando che Adam mi stia seguendo. Lo vedo annuire. <<Sì ha senso ma non si è messo a saltellare dicendo di essere un'investigatore. Tranquilla>> dice, accarezzandomi la spalla. Guardo Adam negli occhi e mi sforzo di credere alle sue parole. Non riesco a rispondere che sentiamo Luis parlare animatamente al cellulare. Mimo ad Adam di stare zitto e mi avvicino quanto più possibile per ascoltare ciò che sta dicendo. <<Le dico che Jennifer è qui! Per quale assurdo motivo? Cosa vuole che ne sappia? Signora Hudson deve credermi, non posso più fingere. Sono stanco! Sono in mezzo a due fuochi e non so quali dei due mi possa bruciare di più. Sono calmo le dico, certo! Allora c'è un ragazzo con lei... l'ha chiamato... come... ah sì! Adam. Da quando esistono le accademie? Jennifer l'ha portato sul retro. Ora vado a controllare, va bene! Le farò sapere>> chiude la chiamata e si incammina verso di noi.
<<Ora che facciamo? Non possiamo scappare! Adam ha detto signora Hudson! Mia...>> il ragazzo mi interrompe, fiondandosi sulle mie labbra. Mi bacia, inizialmente voracemente e poi dolcemente. Si stacca leggermente e non mi da il tempo di respirare che ritorna di nuovo e ci unisce ancora una volta in un bacio caotico quanto inaspettato.
<<Ehm ragazzi? Scusate non vorrei disturbarvi. La macchina è pronta>> dice Luis e questo permette a me di respirare e ad Adam di staccarsi.
Ora capisco perchè l'ha fatto, la domanda piuttosto è un altra...
Perchè non mi è per nulla dispiaciuto?

Until your last breath.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora