Sento pronunciare quelle parole da mio padre e subito mi chiudo nei miei pensieri e nei miei ricordi. Riesco a sentire le urla, riesco a sentire ancora la fitta al cuore quando avevo finalmente scoperto la verità, riesco a sentire un tonfo fortissimo e lo sguardo di mia madre mentre sono piegata in ginocchio per aiutare.
Il suo sguardo era pieno di odio, rancore, risentimento, disprezzo, disgusto, delusione, misto a preoccupazione.
Credo che i nostri sguardi siano rimasti mescolati per qualche minuto, finchè le sue urla ci hanno riportato alla realtà.
<<Non voglio più vederti>> mi disse ed io l'ho accontentata. Non l'ho più vista da allora, nemmeno quando ci fu l'udienza di divorzio tra i miei genitori, nemmeno quando tornò a riprendere le sue ultime cose. Sono passati quattro anni e mi va bene così. Non ho nessuna intenzione di rivederla.Mio padre mi scuote per il braccio e solo allora mi rendo conto di aver tenuto lo sguardo fisso nel vuoto per troppo tempo, mentre le lacrime solcavano il mio viso.
<<Stai bene?>> mi chiede, ma non riesco a parlare, nemmeno ad emettere un suono. Il groppo che è cresciuto in gola è troppo grande e ostruisce il passaggio. Mi limito ad annuire per tranquillizzarli mentre Rob mi offre dell'acqua che accetto senza pensarci due volte.<<Non so cosa voglia>> dice mio padre, grattandosi la nuca:<<Devi aprirla per scoprirlo>> gli risponde Meredith con un tono acuto. Non l'ha mai ammesso ma so che teme il confronto con mia madre, sbagliando. Diamine se sbaglia. Quanto vorrei fosse lei mia madre.
<<Sì credo che la aprirò>> afferma mio padre, afferrando il tagliacarte pronto per aprire la busta. Il panico sale dentro di me, non so come ma trovo la forza di fermare il suo braccio:<<No>> dico con voce flebile. Mio padre mi guarda confuso:<<No>> ripeto con più decisione ed il groppo in gola sembra assottigliarsi. <<Jennifer non credo sia una scelta saggia>> mi dice:<<Pensaci, cosa potrebbe volere da noi?>> mi chiede, convinto di avere avuto la meglio sulla mia curiosità. <<Non mi interessa, papà>> dico con fermezza:<<Non dovrebbe interessare nemmeno a te. Non aprirla, ti prego. Non permettere che il passato ritorni nelle nostre vite>> mi rivolgo a lui come un assetato in cerca di acqua. <<Se vuoi fallo, ma non voglio saperne niente. Se devo stare bene, riprendermi e buttarmi alle spalle gli ultimi quattro anni, non devo saperne nulla. È per il mio bene>> dico alzandomi, avviandomi verso il salone, salgo le scale ed entro in camera.
Prendo il cellulare, le cuffie e faccio partire la musica. Conosco mio padre, so quanto sia curioso, ma sono altrettanto certa che mi ascolterà. Nemmeno lui vuole sapere - molto in fondo - cosa vuole quella donna da noi. Chiudo gli occhi e mi lascio andare ai pensieri, ormai il mio passatempo preferito.
La musica si ferma e spalanco gli occhi, pronta a capire il perchè di questo problema. <<Pensavo non ti avrei mai convinta a parlarmi, ho usato le maniere forti>> mi dice sorridendo Ryan.
Mi fa nascere il primo vero sorriso delle ultime ore:<<No, hai ragione>> dico tirandomi su, pronta a sapere di cosa vuole parlare il biondo:<<Dimmi>> lo invoglio a parlare, sperando siano buone notizie.<<Voglio chiederti scusa>> dice a testa bassa:<<Mi sono soffermato su quello che volevo - e che voglio - con tutto me stesso, ma non ho capito te>> dice guardandomi negli occhi. Il mio cuore fa un balzo, non mi spiego nemmeno io il perchè, ma avverto la sua sincerità:<<Non so nemmeno cosa tu abbia provato, non lo immagino! Quella notte, quando hai...>> lo interrompo:<<Non parliamo del passato>> gli dico quasi supplicante e lui sembra afferrare la mia richiesta:<<Jen dico solo che quando sei venuta da me, io non ci ho capito più niente. Mi piaci già da un po' e il fatto che la cosa non sia reciproca dopo quello che abbiamo fatto... beh... mi fa più male di quel che credevo possibile>> conclude, spezzandomi in mille pezzi.Non mi ha mai parlato così apertamente senza rinfacciarmi il fatto che io l'abbia usato. Non l'ho mai fatto, vorrei potergli dire. Sospiro:<<Ogni volta che ti guardo mi rendo conto di quello che sto perdendo, Ryan>> dico catturando il suo sguardo:<<Vorrei poterti dare ciò che cerchi>> gli dico appoggiando una mano sulla guancia:<<Mi dispiace>> concludo triste. Prende la mia mano e lascia un bacio, si alza e si avvia verso la porta:<<Non l'ha aperta>> dice, uscendo dalla porta. Un sospiro esce dalle mie labbra, felice che mio padre mi abbia ascoltato.
~○~
La sveglia segna le 6.30, decido quindi di alzarmi dal letto. Mi guardo allo specchio e noto che stamattina ho davvero bisogno di una sistemata.
Dopo una doccia, decido di truccarmi ma niente di troppo eccessivo. Ho trascorso la notte più tra i pensieri che tra i sogni. Esco dal bagno e ritorno in camera, decidendo l'outfit di oggi. Non sono la tipa che spende ore e ore davanti all'armadio, ma se devo uscire di casa preferisco essere un minimo presentabile. Opto per dei jeans a vita alta, una maglietta nera un po' troppo corta per i miei gusti, ma me la faccio andare bene. Termino con gli anfibi, una cinta e un giacchetto di jeans nero. Afferro l'occorrente per le lezioni in accademia e vado in cucina.
<<Buongiorno>> dice Robin, spaventandomi a morte:<<Ma che diavolo...>> dico riprendendomi dallo spavento:<<Ti fai bella per Adam?>> mi provoca il moro. Alzo gli occhi al cielo e per l'ennesima volta preciso:<<Rob ma di cosa ti fai esattamente? Sono uno zombie! Devo per forza prepararmi per qualcuno?>> chiedo in tono sarcastico:<<Hai ragione>> dice, allora sorrido convinta che il discorso sia finito:<<Però il suo passaggio l'hai accettato>> mi dice e sputo il succo che stavo bevendo.
<<Robin!>> lo rimprovero amaramente:<<Oh sorellina, è la seconda volta che quasi muori parlando di lui...>> osserva il moro:<<Fossi in te starei attento a non innamorarmi>> conclude con un ghigno soddisfatto:<<Non corro il pericolo, puoi stare tranquillo>> lo guardo, assottigliando gli occhi e uccidendolo con lo sguardo.
~○~
<<Sì ragazzi, vi dico che è così!>> sorride Meghan, mentre racconta cos'era successo al professore il giorno prima. Siamo nell'ora di break e molti ne approfittano per parlare tra di loro. Io, invece, prendo le cuffie e il cellulare e prima che possa iniziare ad ascoltare la musica, mi arriva un messaggio da Ryan:"Non ti ho chiesto scusa per averti staccato la musica, spero potrai perdonarmi"
Sorrido a quel messaggio, pronta a scrivere una risposta ma una voce mi interrompe:<<Disturbo?>>mi chiede Adam, sedendosi sulla panca dove sono da qualche minuto:<<Fai pure>> dico alzando gli occhi al cielo, per poi concentrarmi a rispondere a Ryan:
"Dovresti trovare un modo per farti perdonare"
Invio il messaggio, chiudo il cellulare e dedico il mio tempo al ragazzo di fianco a me:<<Volevi dirmi?>> chiedo curiosa, cercando di scoprire di più:<<Diciamo che Robin potrebbe avermi scoperto ieri sera>> dice stringendo i denti, provocando una risata sincera:<<Sì, non fa altro che rinfacciarmelo>> gli dico con un sorriso rilassato. <<Non sei arrabbiata, vero?>> domanda con aria davvero preoccupata, come se una cosa del genere possa farmi male:<<È tutto okay, Adam>> appoggio la mia mano sulla sua, stingendola quasi come se fosse una cosa naturale. Perchè dovrebbe esserlo? Appena nota il contatto, alza lo sguardo al mio ed io ritraggo subito la mano. <<Ci vediamo, Anderson>> mi dice sorridendo e andandosene via.
Cosa mi è preso? Perchè gli ho stretto la mano? Ma che problemi ho?
Mi porto la mano alla testa, sospirando:<<Questa sì che era bella>> dico a me stessa, scuotendo la testa.
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Until your last breath.
ChickLitJen, ironia fatta persona, all'apparenza forte ma fragile a causa di una perdita che ha drasticamente cambiato la sua vita. Adam, inguaribile romantico e ragazzo di principi, diffidente nei confronti delle persone e del mondo. La vita è quella cosa...