Capitolo 40.

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<< questo non mi piace per niente... Disturbano le frequenze: in questo modo siamo senza telefono, niente polizia. Zero, nulla. >>

La voce cristallina della bionda ti fece alzare lo sguardo dal terreno sabbioso di quella specie di patio, dove giacevano dimenticate due sedie e un tavolino rovinato.
Posasti gli occhi sulla sua figura slanciata, mentre rimanevi seduta con le gambe incrociate sul quel muretto di cemento bianco che circondava e racchiudeva quel piccolo spazio raccolto.

Accarezzasti la superficie irregolare con le dita, ricordando distrattamente le gradinate del carcere, dove ti fermavi a fumare con Zulema, ogni volta che ne avevi occasione.

Macarena era ritornata da voi, o meglio, dopo aver rassicurato Zulema, proprio quest'ultima era andata a salvarla, accettando la negoziazione di Ramala in cambio della sposa.
Sembrava andare tutto per il verso giusto, la biondina di nuovo con voi, mentre Kati tra le braccia di suo padre.

Sembrava andare tutto per il verso giusto...

Peccato per la sposa, che in un momento di tristezza e dolore assoluto, dopo che Ramala le aveva confessato che si, aveva ammazzato Diego, aveva deciso di farla finita e raggiungerlo, piantandosi un proiettile in testa.

Rabbrividisti ancora, ricordando le parole apatiche e senza sentimento di Zulema quando te l'aveva raccontato, rapidamente, dopo averti raggiunta e stretta ancora una volta tra le sue braccia, e aver rimproverato con durezza il comportamento sfrontato e assolutamente infantile di Macarena.

"<< prepariamoci... Preparati, perché per uscire vive da qui dovremo combattere con le unghie e con i denti... e anche con qualche arma. >>"

E allora capisti, capisti che avevate ora come mai, gli uomini di Ramala alle spalle, dietro al collo, come avvoltoi pronti a fiondarsi sulla prima carcassa.

<< mi faresti un favore? - chiese la tua regina mora a Maca, lasciando che le parole di quest'ultima rimanessero sospese nell'aria, lasciate a quel rivolo di vento che si era alzato a scompigliarvi i capelli - Me lo devi. >>

Guardasti con occhi interrogativi quello scambio di parole, quella conversazione civile ma che di civile aveva ben poco: come quando in carcere tornavi a riscattare quel favore che avevi concesso.

<< certo... >> le rispose Maca, alzando le spalle e preparandosi al peggio, conoscendo alla perfezione il comportamento schivo e rancoroso della regina mora.

<< bene. Bambolina, anche tu, forza. >> annuì, per poi rivolgersi a te, lasciandoti sorpresa quando ti porse una mano, invogliandoti a prenderla e a stringerla.

Ti alzasti dal muretto, raggiungendola e incrociando le tue dita con le sue, in un intreccio forte e indissolubile che ogni volta ti lasciava senza fiato.

<< cosa hai in mente, Zulema? >> le domandò la bionda, mentre la osservava sedersi su una di quelle sedie abbandonate con te in braccio, mentre ti accarezzava il capo.

Maca incrociò i tuoi occhi, sorpresi e ignari di quello che stava accadendo, sollevando le spalle dubbiosa: quando si era accomodata, trascinandoti sul suo corpo, eri rimasta assolutamente sconvolta, certamente impreparata a quella mossa tanto intima, quanto amorevole.

<< rubia, vai a prendere un po' d'acqua e dello shampoo, ho bisogno di qualcuno che mi lavi i cappelli. >> annunciò infine, dopo qualche istante di silenzio, continuando ad accarezzarti come un ossesso, facendoti sentire quasi un gatto.

<< come "qualcuno che mi lavi i cappelli"? >> ripetè Maca, entrando nel vostro campo visivo e alzando le spalle incredula.

<< si, esatto. Non fare domande. >> ribatté la regina mora, passandoti una mano sul fianco e prendendo a sfiorarti la pelle calda al di sotto della maglietta.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora