Capitolo 44.

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(Piccola nota a inizio capitolo, per un'esperienza completa vi consiglio l'ascolto della canzone qui sopra)


"Cara Zulema,

Non sono mai stata brava a scrivere, lo sai, e non so neanche il motivo per il quale lo sto facendo.

Non riesco a smettere di pensarti, ti odio, ti amo, e ti odio ancora.

Fuori sta piovendo, sembra che anche il cielo stia piangendo con me, con me che non riesco a fermare queste lacrime salate che non mi permettono di vedere, che non mi permettono di andare avanti.

Cosa mi sta succedendo, Zulema?

Tutto, ogni cosa che mi circonda mi ricorda te, i tuoi capelli neri, i tuoi occhi verdi, il tuo sorriso sfrontato.

Tutto.

Ieri al tuo funerale pensavo di morire, e mi sarebbe andato bene. Lo sai?

Forse, dentro di me, speravo di chiudere gli occhi per sempre, per raggiungerti, per starti affianco anche in quel momento.

Non sono riuscita a stare in piedi, mi sono accasciata al suolo, per terra sulla ghiaia bianca, la stessa che ti si incastrava nelle suole degli anfibi e che odiavi cosi tanto.

Ho pianto, Zulema, e continuo a farlo anche ora che ti scrivo queste parole che non leggerai mai.

Che non leggerai mai più.

Ti amo, Regina Mora.

Ti odio, Zulema.

Ma ti amo davvero così tanto.

Forse non ci saremmo mai dovute incontrare quel giorno, in quell'autolavaggio.

A quest'ora non starei così.

Dilaniata dentro, morta, un fiore appassito.

Ma se non ci fossimo viste, probabilmente ti avrei pensato per tutta la vita, come facevo, come faccio, e forse non avrei accettato quanto ti amo.

Ce l'hai fatta alla fine a fottermi la vita, hai visto?

Ci sei riuscita alla grande, cazzo.

E adesso?

Sai cosa mi piacerebbe adesso?

Abbracciarti, sentirti cantare... te l'ho mai detto che amavo vederti e ascoltarti cantare?

Non lo so, non me lo ricordo.

E ora, non ho comunque più occasione per fartelo sapere.

Sono un guscio vuoto, Zulema, non mi riconosco.

Non mangio, non dormo.

Mi guardo allo specchio come se mi vedessi da fuori, come se fossi spettatrice passiva della mia stessa esistenza che scorre, lenta, tutta uguale.

Mi manchi, Zulema.

Ogni fottuto secondo, ogni istante.

Mi manchi così tanto, Zulema.

Zulema.

Ti amo, Zulema.

Ti odio, Zulema.

Ti odio perché ora non posso più amarti.

Ti odio perché senza di te non posso andare avanti.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora