Capitolo 37.

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(Ad un certo punto del capitolo, troverete l'indicazione per iniziare ad ascoltare questa meravigliosa canzone: ve la consiglio vivamente)

Ti accendesti l'ennesima sigaretta della nottata, seduta a gambe incrociate su d'una sdraio a bordo piscina, una birra a tuo lato e il viso rivolto verso le stelle.
Sbuffasti il fumo grigio abbassando gli occhi sull'acqua leggermente increspata della piscina, illuminata quasi a giorno dai faretti posti sul fondo, di un bianco quasi ottico.

Avevi appena terminato di piangere, Zulema che non era ancora comparsa e ti aveva lasciato da un paio d'ore scarse lì, sola a riflettere su quello che ti aveva appena confessato.

"L'ho fatto per proteggerla, perché non ho potuto farlo con te quando ne avevi bisogno."

Quella che continuavi a provare era una sensazione strana, a volte soffocante, in certi momenti ti tremavano le mani.
Non sapevi neanche tu a cosa collegare questo sentimento di paura, e angoscia, ma sicuramente era tutto cominciato quando avevi notato qualcosa in Zulema che non andava, e l'ennesima discussione che avevi avuto con lei precedentemente ne era la prova.

Ti ritrovasti a pensare indistintamente al suo comportamento, al suo essere così diversa, immersa nel silenzio della piscina, accompagnata solo dallo scrosciare dell'acqua mossa appena dal vento primaverile.
Era scostante con le altre, più del solito almeno, e sembrava mangiare meno.
Il vero problema era quando ti guardava, quando ti accarezzava, il contatto fisico era aumentato, nell'ultimo periodo (tralasciando gli ultimi giorni di rapina) nei tuoi confronti, e questo non ti rendeva felice... cioè, si, ma non come volevi.

Ti preoccupava, ti rendeva irrequieta, perché quando lo faceva i suoi occhi si illuminavano di qualcosa che non comprendevi.
E il suo non risponderti alle tue insistenti domande sul motivo del suo comportamento, ti portava ad irritarti e ad innervosirti ancora di più.

Spegnesti il mozzicone contro la suola della tua scarpa, prendendone dal pacchetto un'altra, quando sentisti all'improvviso qualcuno muoversi alla tua sinistra e una figura comparire.

<< merda! >> imprecasti a mezza voce quando sia la sigaretta che l'accendino ti caddero dalle mani, spaventata dall'improvvisa interruzione dei tuoi pensieri.

<< io.. scusami tanto (t/N)! >> si scusò la persona che si era avvicinata, permettendoti di guardarla in viso finalmente, illuminata dalla luce della piscina: Cepo era esattamente vicino al tuo sdraio, con le mani in grembo, e un'espressione costernata sul viso.

Sospirasti, facendo comparire un sorriso sulle labbra, e recuperando da terra il clipper e la paglia, che ti apprestasti a disinfettare, sopratutto il filtro, con la fiamma calda appena scattata.

<< non ti preoccupare Cepo. Ero io persa tra me e me! >> dicesti nella sua direzione, portandoti la bionda alla bocca e accendendola, asciugando il residuo di una lacrima ancora incastrata tra le ciglia.

Il ragazzo annuì, continuando ad osservarti attentamente, sembrava studiarti, come facevi di solito tu.
Ti venne un po' da ridere, nel vederlo così concentrato sulla tua figura.

<< posso aiutarti in qualcosa? >> domandasti, espirando il tabacco verso la tua destra, girando appena il capo.

<< sei davvero bella quando... quando fumi. >> si complimentò lui, imbarazzato e con le guance rosse.

Che dolce!

Il tuo sorriso si ampliò, trovandolo estremamente tenero, lì in piedi, quasi tremante, che non riusciva a reggere il tuo sguardo.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora