Capitolo 8.

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<< posso farti una domanda? >> ti chiese Macarena, seduta comodamente sul divanetto creato con dei bancali di pallet, appena fuori dalla porta della roulotte.

Accendesti per l'ennesima volta il drum con il clipper nero dell'araba, che gli avevi rubato qualche giorno prima, per poi aspirare una boccata di tabacco bruciato.

Erano passate un paio di settimane dal loro primo colpo, e sia i soldi contanti che quelli ricavati dalla vendita dei gioielli, erano stati nascosti gelosamente in punti strategici della carovana.

Ti stirasti leggermente sulla sdraietta di plastica, affianco alla bionda, emettendo un mugugno sottile e alzando le braccia al cielo.

<< certamente, Maca, dimmi pure. >> sorridesti nella sua direzione, ancora incredula di andarci d'accordo, ma dovevi ammettere a te stessa che era una compagnia per niente malvagia.

<< come hai conosciuto Zulema? Mi ha raccontato che vi siete incontrate per la prima volta in carcere, ma non è andata avanti nel discorso. So solo che tu sei stata la prima persona a cui ha pensato quando ha ideato questo colpo. >> ti domandò la bionda, portandosi una mano a spostasti un ciuffo di capelli dal viso, e gesticolando leggermente.

Ah, la prima?
Non era un posto "vacante" il mio?

<< come ho conosciuto Zulema... Bella domanda, posso dire per certo che ho avuto approcci migliori... >> rispondesti sorridendo leggermente.

Flashback
Ti trovasti davanti ad una porta blindata di metallo, una tuta gialla e delle scarpe all'interno d'una bacinella di plastica dura e bianca.

Osservasti come la secondina che ti faceva strada tra i cancelli stava bisbigliando qualcosa con le labbra attaccate ad una ricetrasmittente, per poi prendere dalla cinta un mazzo di chiavi e selezionarne una soltanto.

L'uscio di fronte a lei, dove si era fermata e dove di conseguenza avevi atteso, si aprì: ti fece segno di avanzare all'interno di quella stanza spoglia, e posare quei pochi averi sul tavolino basso affianco all'entrata.

Agganciò l'apparecchio elettronico alla cintura, dopo aver salutato una collega dall'altra parte della vetrata,  posta esattamente sul lato sinistro di quel quadrato di cemento armato.

<< spogliati, anche dell'intimo. Gambe divaricate sulla linea gialla a terra, mani al muro. Non opporre resistenza, hai capito? >> ti sbraitò contro la governante, infilandosi due paia di guanti di latex bianchi e attendendo che procedessi con quanto comunicato.

Alzasti un sopracciglio, sbuffando poi ed eseguendo l'ordine della donna.

Ti spogliasti della maglia a stampa azzurro pastello, gettandola a terra: non avevi certamente intenzione di ripiegare quegli quattro stracci, dopo che avevi capito a cosa serviva quella perquisizione.

Cazzo, solo ieri avevi compiuto diciotto anni, e fino a qualche ora prima ti trovavi in riformatorio, non avresti (neanche volendo) avuto il tempo di portare dentro Cruz del Norte della droga all'interno della vagina.

Ti slacciasti le Converse nere per abbassarti i jeans insieme alle mutande, spingendoli con un piede affianco alla t-shirt.

<< non ho tutto il sacrosanto giorno. >> ti rimproverò la secondina, picchiettando la scarpa sul pavimento di laminato in un movimento scocciato.

Alzasti le mani in segno di resa, sganciandoti con un solo movimento il reggiseno e girandoti verso il muro alle tue spalle.

Posizionasti le piante dei piedi divaricate sulla riga di scotch gialla, per poi chinarti leggermente verso la parete, posizionando i palmi sulla superficie fredda.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora