Cosa si prova, quando vedi l'amore della tua vita morire?
Cosa si prova, quando vedi l'amore della tua vita perire, inerme, al suolo?
Cosa si prova...?Nulla, o meglio tutto, così tanto, così tante emozioni che poi... beh, poi non provi più nulla.
Non hai il tempo di provare un sentimento solo, unico, perché il tuo cervello elabora così tante informazioni da non permetterti di scegliere un'emozione.Si provano, si sentono, tutte.
E questo "tutto" diventa poi nulla.Da quanto tempo eri sdraiata su quel letto, freddo, asettico, con il viso rivolto verso l'enorme finestra di quella stanza che ancora non riconoscevi come tua?
Da quanto tempo ti trovavi in quella casa sperduta in mezzo ad una spiaggia marocchina, in attesa di... cosa esattamente?Morire?
Lasciarti andare?
Soccombere?Non lo sapevi nemmeno tu, forse non volevi neanche saperlo.
Da quando quel pomeriggio, quel maledetto pomeriggio, avevi visto Zulema sacrificarsi per voi, per te, non eri più la stessa.
Non eri più tu.
E non volevi neanche esserlo.Un fantasma, ecco cosa eri diventata: l'ombra di te stessa, lo scheletro inanimato di un tuo lontano ricordo.
Inerme, succube del tempo che passava, senza mangiare, senza dormire.Macarena ti costringeva a bere almeno un po' d'acqua, e ogni due giorni ti portava di peso nella vasca del bagno della tua stanza, lavandoti come se fossi una bambola di pezza.
Se l'era imposto come obiettivo personale, una promessa da non infrangere per nessun motivo; si sarebbe presa cura di te, come aveva giurato a Zulema quel giorno.Spostasti lo sguardo verso il lato della finestra, dove le tende si incrociavano spinte dal vento tiepido di Maggio.
La bestia, la Zulema vestita di giallo, aveva deciso di venirti a trovare troppo spesso in quegli ultimi giorni, non voleva andarsene dal tuo fianco neanche con gli psicofarmaci, neanche aumentando la dose.Alla fine avevi ceduto, ed eccola lì, che rideva di te, che batteva le mani, mentre socchiudevi gli occhi per non vederla in viso, perché nonostante tutto, nonostante fosse lei, non era la tua metà, non era la tua persona.
E ti dava fastidio, la odiavi, avresti preferito che si mutasse, che prendesse le sembianze della tua donna, con i suoi lunghi capelli neri e lo sguardo dolce solo per te.Ma anche il tuo cervello aveva deciso che, no signore, avresti sofferto ormai per sempre.
Fino a che non avresti chiuso gli occhi definitivamente.Sentisti distrattamente bussare alla porta della tua stanza, chiusa, sigillata, non a chiave quello mai, anzi, i mazzi erano stati nascosti dalla bionda appena entrate in casa, in questo modo non avresti compiuto cazzate.
Il viso di Macarena spuntò dallo stipite, scarno, più bianco del solito.Non le piaceva vederti in quello stato, così spenta, così immobile, incurante della vita che stava trascorrendo davanti ai tuoi occhi, che avevano perso tutta la loro luce.
Con un sospiro posò l'ennesimo vassoio con un po' di cibo sul comodino, per ritirare quello della colazione, pieno, neanche toccato.<< dovresti mangiare qualcosa. Stai perdendo peso a vista d'occhio. >> ti rimproverò la bionda, con tono sconfitto ormai, neanche più intenzionata ad arrabbiarsi veramente, come faceva i primi tempi, quando ancora pensava che saresti uscita da quello stato di apatia perenne che ti stava accompagnando da ormai troppi giorni.
Dopo che avevi finito anche le lacrime, oltre che aver perso le forze per andare avanti.
Continuasti a fissare il cielo scuro, coperto dalle nuvole, dalla finestra senza tapparelle, per poi osservare il mare e le onde alte che cozzavano contro il bagnasciuga di quella spiaggia privata che accostava la vostra casa.
Insomma, quelle quattro mura di cemento così fredde e così vuote.
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Domani tornerà Sereno
Fanfiction"Sono solo lacrime È solo scienza e la si può spiegare È solo un po' di acqua con il sale È solo un'occasione per cantare a bassa voce una canzone d'amore Di quelle che ti fanno un male cane Ma che la scienza non ti può spiegare Non c'è niente da ca...