Ti eri rintanata sul tetto della carovana una volta che le altre ragazze della banda, a metà pomeriggio, avevano deciso di lasciarvi tornando nelle loro abitazioni.
Una sigaretta mollemente stretta tra due dita della mano destra e le cuffiette alle orecchie, l'ennesima canzone triste, accompagnavano i tuoi pensieri fin troppo distruttivi.Sperasti che ad un certo punto comparissero le allucinazioni, così avresti avuto altro a cui dedicarti, distogliendo l'attenzione da quelle ore che sembravano non passare mai, sola, seduta sulla prima sdraio che ti era capitata alla vista.
Ma a quanto pare era anche la tua testa a prendersi gioco di te.Da quella specie di litigata, dove quella scottata eri rimasta ancora tu, con Zulema, non avevate avuto modo o voglia di parlarvi.
Odiavi il modo in cui ti trattava, il suo essere così differente anche con se stessa.
Prima quasi dolce, apprensiva.
Poi una stronza con i fiocchi.Il problema era che in un modo o nell'altro, quella che ci rimetteva sempre eri tu.
La tua mente già malata, non riusciva a sopportare tutti gli sbalzi dell'araba, la sua incostanza, il suo mutismo selettivo.Cominciasti a morderti il labbro inferiore con i denti, portando il viso al cielo che stava piano piano diventando sempre più scuro, le prime stelle accompagnavano la comparsa della luna.
Da quanto tempo eri lì, indisturbata, lontano da tutto e tutti?Guardasti lo schermo digitale del telefono, facendo uscire una mano dalle tasche del cappotto, esponendola al freddo di Dicembre: le 17:03.
Goya e compagnia se n'erano andate da un paio d'ore, prima che cominciasse a fare buio, che scendeva fin troppo rapidamente d'inverno.
Nè Macarena, né Zulema, erano venute a disturbarti, c'era la pace intorno a te.
Ogni tanto scorgevi la bionda fumare una sigaretta, lontano dalla roulotte, vicino al lago.
Della mora neanche l'ombra.Imprecasti interiormente.
Nonostante tutto, ti rendesti conto che la cercavi.Sbuffasti una risata non divertita, quasi nervosa.
Avresti mai smesso di amarla?No.
Mai.Chiudesti gli occhi, aspirando una boccata di tabacco bruciato della sigaretta, buttando poi l'eccesso fuori, lentamente.
Quanto ancora avresti retto?
Poco, pochissimo, giusto il tempo della rapina ai Ramala.
E poi chi si è visto, si è visto.Avresti convissuto con il suo ricordo per tutta la tua restante vita, il ricordo del tuo amore mai corrisposto.
Ti accorgesti di non essere da sola quando, con poca grazia, Macarena si lasciò cadere sull'altra sdraio, affianco alla tua, e cominciò ad osservarti.
Portasti una mano all'orecchio sinistro, togliendo la cuffia wireless e facendo interrompere immediatamente la canzone in riproduzione.
Le sorridesti senza gioia, mentre lei continuava guardarti con i suoi occhioni verdi chiaro, non erano come quelli di Zulema, quelli dell'araba erano più espressivi.
<< fa freddo, cosa ci fai qui? >> ti chiese in un sussurro, per non darti troppo fastidio, lo apprezzavi.
<< penso. >> le rispondesti portando gli occhi sul lago increspato dal leggero vento freddo che si era alzato in quegli attimi, l'inverno arrivato tutto all'improvviso.
<< alla cena recuperata dagli avanzi del pranzo? >> continuò la bionda, consapevole di cosa stessi pensando, o meglio a chi, ma non volendo per nulla intavolare quella discussione, consapevole che non ti avrebbe fatto piacere.
<< no, alla mia futura vita, sola e soletta, sdraiata in topless su una sdraio in riva al mare a Mindanao, la mia megavilla con piscina alle spalle e un drink super alcolico in mano. >> ridacchiasti, sapendo che la tua scusa non era per nulla convincente e alludendo alla quantità di soldi che avreste ricavato dalla vendita dei diamanti.
STAI LEGGENDO
Domani tornerà Sereno
Fanfiction"Sono solo lacrime È solo scienza e la si può spiegare È solo un po' di acqua con il sale È solo un'occasione per cantare a bassa voce una canzone d'amore Di quelle che ti fanno un male cane Ma che la scienza non ti può spiegare Non c'è niente da ca...