Capitolo 28.

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Possessiva.
Amavi quando Zulema diventava possessiva.

<< merda! >> imprecasti, quando le sue dita libere raggiunsero il tuo seno sinistro, stringendolo piano e giocando con il capezzolo, portandoti a richiedere più contatto con un movimento fluido del corpo.

Notasti la mano destra, che ancora giaceva sul tuo ventre, scendere verso il basso, in una carezza lenta e straziante, che ti portò a gemere di disperazione e di aspettativa, quando le sue dita abili cominciarono a sfiorarti il monte di venere e la sua lingua tracciare una linea immaginaria dalla spalla all'orecchio.

Le gambe cominciarono a cedere, per questo motivo portasti i palmi sul marmo della cucina, in un vago e maldestro tentativo di sorreggerti, sentendoti sempre più accaldata e reclamando quel contatto speciale che Zulema aveva deciso di negarti per il momento.

Cominciasti ad essere esausta di quella carezza eccessivamente superficiale, per questo la chiamasti con tono estremamente sottomesso.

<< Zule... >> supplicasti, sentendo la necessità di essere scopata dalla regina mora, sentendo la frustrazione di quei mesi esplodere in maniera irrecuperabile in quel preciso momento.

Posasti un bacio bagnato sulla mascella dell'araba, che la portò a socchiudere gli occhi, e una tua mano prese il suo polso, per cercare di avvicinare quelle dita al centro del tuo piacere.

Eri convinta di esservi riuscita, di aver convinto la regina araba a darti quello che volevi, quando con un movimento fin troppo rapido, ti fece girare su te stessa, tra le sua braccia forti, portandoti ad appoggiare un poco il sedere sul marmo della cucina, guardandoti intensamente negli occhi.

Un suo ginocchio fu presto tra le tue gambe, per allargarle quanto le serviva, mentre si avvicinava pericolosamente alle tue labbra, per iniziare un bacio che di casto non aveva neanche l'idea: iniziò uno scontro di lingue e denti, rendendo quell'incontro di bocche un accrocchio bagnato di saliva.

Per quanto ancora sarebbe andata avanti quella tortura?
Per quanto ancora ti avrebbe negato quello che volevi di più?

<< sei stata una cattiva ragazza, a Capodanno. >> ti sussurrò nell'orecchio, quel diavolo tentatore, dopo averti lasciato le labbra gonfie e la possibilità di respirare, anche se con affanno, tranquillamente.

Capodanno?
Cosa cazzo c'entrava in quel momento Capodanno?

Sbarrasti gli occhi, con una vaga idea di quello che avrebbe potuto fare, rendendoti conto di non sapere con esattezza se esserne spaventata oppure completamente eccitata.
Aveva tirato in mezzo la bionda, per orgoglio, ne eri consapevole, per dimostrarti che lei era migliore, e che Macarena poteva solo baciare la terra dove camminava.

<< ti ho perdonata, ma non ho dimenticato. >> continuò, abbassando sempre di più il tono della voce, facendoti rabbrividire vistosamente.

All'improvviso, la osservasti spostarsi dal tuo corpo e sentisti immediatamente freddo.
La sua vicinanza, oltre che scaldarti nel senso fisico del termine, ti portava a sentire caldo anche a livello del cuore, nonostante vi trovaste in una situazione che di romantico aveva ben poco, guidate entrambe da un istinto primordiale, che vi stava portando a non riconoscervi quasi più.

Stavi per commentare contrariata il suo allontanarsi, quando con un movimento brusco, si sedette sulla sua sedia, quella che prima la ospitava per gustare la torta, e ti trascinò su di lei tirandoti per un polso.

I tuoi occhi si allargarono ancora di più, accorgendoti solo in quel momento della posizione che ti aveva fatto assumere Zulema: completamente esposta, sdraiata sulle sue ginocchia e il sedere per aria, che non perse tempo ad accarezzare.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora