Capitolo 9.

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<< hai conosciuto la Riccia? >> domandò una volta che avevi finito di raccontare.

Ricordasti come era stato traumatico ma davvero piacevole (con il senno di poi) avere Zulema così vicina, anche se ti stava minacciando con un pezzo di vetro.

<< già, e devo dire che all'inizio non mi stava particolarmente simpatica. >> confessasti ridacchiando, accendendo la sigaretta che si era spenta durante la chiacchierata.

<< diciamo che è una ragazza leggermente invadente... >> sussurrò Macarena, come se avesse paura di farsi sentire direttamente dall'interessata.

Annuisti vigorosamente aspirando l'ennesima boccata di fumo.

<< Dio Santissimo, Zulema è sempre la solita: anche con me l'ha fatto, si è accovacciata sul mio letto mentre dormivo, ma fortunatamente non mi ha minacciata. - rise Macarena ricordando di quando le aveva raccontato il motivo per il quale era finita in carcere la prima volta - e comunque, fattelo dire, non ti stacca gli occhi di dosso, se non ti vede per dieci secondi ti cerca. Mi spieghi come hai fatto? >> domandò la donna con uno strano rissino sulle labbra, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Ringraziasti mentalmente che la mora non ci fosse in quel momento, era andata contro voglia a fare la spesa per la settimana, nel frigorifero portatile non era rimasto praticamente più nulla e la carta igienica scarseggiava già da qualche giorno.

<< non è vero, dai. >> ridesti leggermente imbarazzata, grattandoti il capo e attorcigliandoti un ciuffo attorno al dito, la sigaretta spenta tra le labbra.

<< invece sì, fidati. Neanche con Saray, una ex detenuta, forse l'unica che considerava amica, aveva questo rapporto, mentre con te.. Cazzo, sembra che tu la faccia calmare ogni volta. Da quando sei nei paraggi, sembra un'altra persona. Ti vuole bene, capisci che non ti odia? Zulema che non odia qualcuno è un evento più unico, che raro. >> continuò Macarena, gesticolando leggermente per sostenere la sua tesi.

<< non mi vuole bene, si è solo abituata alla mia presenza. Come alla tua, credimi. - sogghignasti accendendo ancora la sigaretta. - Cristo, quanto odio i drum, non ci sono delle paglie normali in questo posto? >> piagnucolasti poi decidendo di abbandonare il mozzicone all'interno del posacenere, alzandoti dalla sdraio.

Apristi la porta del caravan, sbirciando all'interno solo con la testa.

<< l'ultima volta, le ho viste in mano a Zulema, prova a vedere in una delle sue felpe. >> ti suggerì la bionda, agguantando da un'astuccio colorato tutto l'occorrente per crearsi un'altra sigaretta.

Entrasti nella roulotte, trovando i vestiti dell'araba posati alla bene e meglio nel letto, nel vostro letto.

Sbuffasti, togliendoti qualche pensiero dalla testa, non era decisamente il momento di fantasticare.

Agguantasti la giacca nera, con la zip centrale, infilando le mani nelle tasche.

<< bingo! >> sussurrasti, estraendo due pacchetti di Marlboro rosse praticamente pieni e un accendino mezzo scassato.

Imboscasti le sigarette nelle tasche dei jeans per poi indirizzarti verso l'uscita del caravan: una volta alla porta ti fermasti, girandoti ancora verso i capi di abbigliamento gettati sulle lenzuola.

Prendesti la prima felpa che ti venne in mano, tra il mucchio, per poi indossarla.

Ti stava almeno tre volte, alzasti lo sguardo verso l'alto rimproverando Zulema per essere così alta, a malapena ti spuntavano le mani dalle maniche.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora