BONUS.

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6 mesi dopo.

<< Dios, Zule! Siamo in ritardo, in un ritardo spaventoso! >>

<< vorrei ricordarti che ho fatto in tempo a vestirmi, fumarmi due sigarette e riordinare il salotto. Tu eri ancora indecisa su cosa metterti... Come se servisse un dress code per recarsi dal proprio psichiatra. >>

Girasti il viso solo in quel momento, il finestrino leggermente abbassato per permettere al fumo cancerogeno della tua paglia di non rimanere fermo e sospeso nell'abitacolo.
Alzasti un sopracciglio quasi annoiata, osservando il profilo perfetto della tua... fidanzata.

Fidanzata...

Ancora ti meravigliavi e ti stupivi nel definirla tale, ma così era diventata: dal nulla, la notte della vigilia di Natale, il primo che avevate passato insieme, il primo vero Natale che avevate passato insieme, con estremo imbarazzo ti aveva chiesto se volevi essere la sua compagna, senza guardarti negli occhi.
Trasmettevano un film a tema, e tra le canzoni natalizie e la neve, l'avevi baciata, sigillando quell'unione che finalmente poteva essere considerata tale.

<< siamo gelose? >> le domandasti qualche secondo di silenzio dopo, sorridendo leggermente e spegnendo la sigaretta dentro il tuo posacenere portatile, che imboscasti subito in borsa, per evitare che te lo fregasse.

<< assolutamente no. >> rispose semplicemente, stringendo però le dita sul volante, un movimento impercettibile, ma che avevi imparato a conoscere.

Era un libro aperto per te, lo era sempre stato.

Aprile era finalmente arrivato e tu, dopo settimane, ti eri decisa finalmente a parlare con Rafael, di quello che era successo, di snocciolare con lui, ogni possibile significato del viaggio che avevi vissuto, e sembrava che il destino avesse deciso di mettere mano alla tua vita anche in quel momento.

Avevi preso il coraggio a due mani proprio quando il tuo sogno, era giunto al termine, e ti sembravano passati anni dal risveglio dal coma, quando in realtà erano trascorsi solo sei mesi.

Sei mesi al fianco di Zulema.
Sei mesi al fianco di Zulema per davvero.

<< sei gelosa di Garcia. >> continuasti il tuo discorso, notando con estremo piacere, come i suoi occhi verdi rimasero fissi sulla strada, mentre la sua mano libera dal cambio, si fermò sulla tua coscia, stringendo leggermente le dita.

<< quale parte di assolutamente no, non hai capito? >> ti chiese di rimando, alzando un sopracciglio e cominciando quasi a ringhiare.

Allo scorpione non piaceva quando le facevi notare l'evidenza, non lo sopportava, e mai lo avrebbe accettato.
Odiava come riuscissi a leggerla così bene, ma la consapevolezza che solo tu potessi capirla in quel modo, rendeva la sua stessa vita meno difficile da sopportare, rendeva i suoi pensieri meno distruttivi.
Perché bastava solo guardarti negli occhi, e Zulema sapeva benissimo che avresti capito.
Era anche per questo motivo che ti amava, che ti amava così tanto.

<< la parte in cui emetti lo stesso verso di un animale selvatico quando provano a rubargli il cibo. >> le spiegasti, acconciandoti i capelli con le dita in una coda alta, giusto quel poco per tenerli in ordine.

All'interno della vettura cadde all'improvviso silenzio: nessuna frecciatina, nessun insulto e neanche nessun rimprovero.
Poteva essere davvero così semplice?
Che avesse accettato la provocazione?
Che non sapesse come rispondere alla tua frase pungente?

Sorridesti quasi soddisfatta, mordendoti l'interno guancia per non ridere apertamente della tua piccola ed insignificante vittoria, sentendoti estremamente in pace con te stessa per quello che avevi appena fatto.
Non era di certo da tutti i giorni zittire la tua compagna, la stessa compagna che aveva sempre la battutina pronta e di certo non accettava di non avere l'ultima parola in ogni discorso.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora