Quella mattina ti eri svegliata davvero presto, ferma davanti al lago e avvolta nel tuo cappotto pesante, osservavi l'acqua cristallina infrangersi tra i sassolini della riva, una sigaretta appena accesa in mano.
Zulema e Macarena dormivano ancora, al caldo delle loro coperte all'interno della roulotte.
Ancora non eri riuscita a capire come avevi fatto ad eludere i sensi acuti dell'araba che aveva il sonno davvero leggero, e il suo braccio destro ormai sempre ancorato alla tua vita.Sobbalzasti vistosamente, quando ti sentisti abbracciare da dietro, un peso sul tuo capo, e un profumo inconfondibile.
Dicevi? Eludere? Ah, che ridere.
Sorridesti a uno di quei piccoli gesti di affetto che da qualche giorno a questa parte, dopo la vostra litigata sul tetto del caravan, erano diventati così presenti tra di voi.
Ovviamente solo quando Maca non era nei paraggi.Ma andava bene così.
<< sono le 6:00 del mattino, cosa ci fai in piedi? >> chiese infatti Zulema, posandoti un bacio tra i capelli.
<< non riuscivo più a dormire. >> rispondesti con un'alzata di spalle, aspirando il tabacco bruciato, passandole poi la paglia e facendole fare un tiro direttamente dalle tue dita.
<< incubo? - domandò ancora, a tono basso, non volendo spezzare la quiete che si era creata. - questa notte non facevi altro che muoverti. >>
Annuisti leggermente, stringendo le mani su quelle della donna in cerca di conforto.
<< fissare l'attenzione sull'acqua mi calma, non voglio prendere i farmaci. Non voglio rimbambirmi e non capire un cazzo per tutto il giorno. >> le confessasti, ricordando qualche giorno prima, quando per colpa di una allucinazione avevi dovuto assumere gli antipsicotici, e ti eri trovata in completa catalessi sul letto, senza parlare della preoccupazione palese delle due donne.
<< vuoi parlarne? >> Zulema prese ad accarezzarti le braccia, rimanendo sempre alle tue spalle.
<< il sogno è sempre il medesimo del carcere, rivedo le violenze di mio padre come spettatrice esterna e non posso fare niente per salvare la me dodicenne. Urlo, cerco di allontanarlo dal mio corpo, ma non succede niente... >> raccontasti con lo sguardo perso nel vuoto.
Il silenzio prese il sopravvento tra voi due, entrambe ad osservare il lago di fronte a voi.
<< nel pomeriggio dovrò andare a fare dei giri, prendo la macchina. >> le anticipasti girandoti tra le sue braccia e guardandola in viso.
<< dove devi andare? >> ti chiese, indurendo lo sguardo, quasi di rimprovero.
<< a fare compere, a qualche chilometro da qui c'è un centro commerciale con diversi negozi interessanti. >> rispondesti tranquillamente, capendo già il motivo per il disappunto della donna.
<< ti accompagno. >> si impose, alzando un sopracciglio ed imponendoti quella sua decisione.
<< sei ricercata, vorrei dirti solo questo. >> incalzasti Zulema, rispondendole a tono, sospirando successivamente.
<< e tu sei scomparsa, come la mettiamo? >> continuò l'araba, incrociando del braccia e chinandosi leggermente su di te.
<< Zule, devi stare tranquilla, è giorno, non mi succederà nulla. Se ti fa stare più serena posso indossare una parrucca e mandarti dei messaggi ogni mezz'ora. >> ridacchiasti facendo combaciare il tuo corpo al suo, posando senza esitazione il mento al suo sterno.
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Domani tornerà Sereno
Fanfiction"Sono solo lacrime È solo scienza e la si può spiegare È solo un po' di acqua con il sale È solo un'occasione per cantare a bassa voce una canzone d'amore Di quelle che ti fanno un male cane Ma che la scienza non ti può spiegare Non c'è niente da ca...