Capitolo 11.

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Ti svegliasti tardi quella mattina, ne eri consapevole in quanto i raggi solari che attraversavano la finestra erano spostati verso il basso e non ti davano fastidio agli occhi.

Portasti istintivamente una mano alla tua destra, sentendo quella parte del letto vuota e fredda, con le lenzuola scostate.
Apristi un occhio in quella direzione, verificando effettivamente che Zulema non era a letto, così come non c'era neanche Macarena.

Alzasti un sopracciglio, girandoti a pancia in giù e notando sul cuscino della mora un post it giallo fosforescente, compilato dalla sua rapida scrittura.

"Io e la bionda siamo andate a reclutare alcune nostre conoscenze per la rapina.
La colazione è in frigo, c'è del caffè pronto."

Sorridesti istintivamente, sfiorando con le dita il bigliettino colorato scendendo poi dal letto e recuperando il cellulare che segnava indistintamente le 9:30 del mattino: sbadigliasti posando una mano sulla bocca mentre con l'altra ti grattasti la pancia coperta dalla maglietta di Zulema.

La sera precedente era andata decisamente per le lunghe e dopo il bacio che ti aveva dato lo scorpione eri finalmente riuscita ad uscire dal caravan.

Avevate mangiato, bevuto (forse troppo) e fumato tutte insieme, come se foste delle colleghe di università libere dalla sessione estiva, in una vacanza di sole donne.

Gli sguardi tra te e l'araba che non smettevano di inseguirsi.

Eravate andate a letto per le 2:00 del mattino, dopo aver spento il barbecue e riposto nel portabagagli, sia tu che Maca, leggermente brille, vi eravate buttate sul materasso a peso morto: peccato che la bionda dormisse sola, mentre tu condividevi il letto con la regina mora.

Nessun dubbio, non c'era neanche da dire che ti aveva spostata malamente di lato per sdraiarsi al tuo fianco.

Ti svegliasti qualche volta, durante quella notte, trovando sempre il suo viso sereno e calmo, addormentato, mentre ti teneva involontariamente un braccio intorno alla vita, che ovviamente non spostasti mai.

Ancora non ci credevi, ti aveva baciata, e non un bacio a stampo eh, ma uno vero, con la lingua.

Ti portasti una mano al viso scarlatto: cazzo, sembravi una ragazzina in piena crisi adolescenziale, dopo un bacio con la sua cotta di sempre.

Sbuffasti sconfitta, aprendo il frigorifero per trovarci in un piatto dei pancake confezionati da scaldare in microonde e sul fornello a gas una caffettiera mezza piena.

Avevano fatto la moka... Loro, una spagnola e un'araba: il tuo orgoglio italiano che fremeva e pensava di suicidarsi.

C'era un motivo specifico per il quale il caffè lo facevi tu, perché indubbiamente ti veniva meglio.

Sospirasti portando gli occhi al cielo, versandoti comunque il liquido scuro in una tazza per diluirlo con del latte freddo.

Gettasti la confezione di plastica del pancake nel cestino, portandoli con il piatto al fornello ad onde, impostando il timer per un paio di minuti.

Ti indirizzasti in bagno, i litri di birra tracannati la sera prima che spingevano per essere liberati, quando sentisti il tin del microonde indicarti che la tua colazione era pronta.

Tirasti lo sciacquone, tornando poi nel cucinino e prendendo il piatto insieme alla mug: giocando all'equilibrista riuscisti ad aprire la porta della roulotte che era stata chiusa a chiave, posando poi quanto avevi in mano sul tavolino da picnic usato la sera prima e non rimesso al suo posto in quanto non avevate voglia.
Recuperasti una sedia, pronta a consumare la tua colazione in santa pace quando il cellulare cominciò a vibrarti incessantemente nella tasca destra del pantaloncino di tuta che portavi sotto la maglia.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora