Capitolo 20.

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Alla fine, dopo tutte le compere, eri riuscita a tornare a casa ad un orario decente, appena le 16:20, e in qualche modo avevi nascosto i regali prima nel bagagliaio e poi nel tuo armadio, pregando tutti i santi possibili ed immaginabili che nessuna delle due donne decidesse in quelle ore di rovistare tra le tue cose per recuperare un qualsivoglia indumento.

Mancavano davvero poche ore al Natale, il 23 dicembre era passato davvero in fretta, tra una litigata con la mora e qualche abbraccio, e la vigilia era quasi giunta al termine.

Lasciasti cadere la cenere in eccesso del tuo drum all'interno di un bicchierino ricolmo d'acqua, mentre ascoltavi distrattamente l'ennesima canzone natalizia in riproduzione sul cellulare con una cuffia sola, seduta a gambe incrociate sul vostro divanetto di pallet creato all'esterno della roulotte.

Maca era all'interno del van per una doccia calda, mentre tu attendevi che Zulema tornasse dal market più vicino con giusto gli ingredienti necessari per creare una velocissima crema al mascarpone da accompagnare con i dolcetti voluti dalla biondina il giorno prima.

Intonasti qualche nota, canticchiando sopra il cantante, persa nei tuoi pensieri.

Quello era davvero il primo Natale, dopo la scarcerazione, che passavi in compagnia.
Nonostante il bel rapporto che avevi con le tue colleghe di lavoro, avevano tutte una famiglia da incontrare, dei figli, insomma, qualcuno con cui stare.

Ti eri sempre ritrovata nel tuo piccolo e accogliente appartamento, la tua pizza e la tua bottiglia di alcol affianco: un film a tema e un po' di tristezza, a brindare a te, al tuo essere viva (anche se con qualche acciacco mentale) e al tuo andare avanti nonostante tutto.

Se l'anno precedente qualcuno ti avesse detto che sarebbe stato l'ultimo passato in solitudine e che il successivo l'avresti trascorso con Zulema e Macarena, avresti riso davvero forte.

Sorridesti, ridacchiando e portandoti una cioccia di capelli che era sfuggita dall'elastico, dietro l'orecchio, aspirando l'ultima boccata di fumo della sigaretta per poi affogarla dentro l'acqua gelata dal freddo invernale.

Alzasti gli occhi al cielo stellato, sembrava non esserci neanche una nuvola e si cominciava ad intravedere la luna.

Erano quasi le 19:00, e la regina araba non era ancora tornata, aveva preso la macchina ed era filata via appena le avevi chiesto se poteva andare a recuperare il giusto ed indispensabile per creare la crema.
Il suo sguardo incredulo e la sua domanda, lecita "non potevi comprare tutto ieri?", ti rimbombava ancora nella mente e nella testa.

Aveva pienamente ragione.

Sobbalzasti, quando una mano si posò sulla tua spalla sinistra, mentre portavi gli occhi sulla figura slanciata di Maca, rilassandoti subito dopo.

<< scusa se ti ho spaventata. >> disse sedendosi anche lei affianco a te, e chiedendoti con un gesto l'accendino che avevi in tasca.

<< nessun problema, mi ero un attimo persa. >> le rispondesti, sorridendole e appoggiandoti completamente con la schiena allo schienale del divano.

<< l'ho visto! >> constatò la donna, ridendo con te.

Indossava il suo immancabile cappotto imbottito, ma prima di uscire dalla carovana lasciando che si lavasse tranquilla, avevi notato sul suo letto uno strano e improbabile maglioncino natalizio, con una renna paffuta e dal naso rosso stampata sopra.

<< dimmi che non ha messo quel maglione di natale, che era posato sul tuo letto. >> le domandasti sperando in una risposta negativa, e guardandola con occhi divertiti.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora